Solo in Sicilia può succedere che un ente – l’IRCAC – gestito da otto anni da un commissario straordinario (e quindi in totale illegittimità) organizzi un convegno su “Corruzione e sviluppo” invitando il presidente dell’Anticorruzione nazionale, Raffaele Cantone. Che, con molta probabilità, non è stato informato dell’esistenza di un mega-papocchio amministrativo sul quale l’Anticorruzione dovrebbe pronunciarsi (altro che partecipare a un convegno!). Quando la realtà supera la fantasia…
Una domanda al presidente dell’Anticorruzione nazionale, Raffaele Cantone: presidente, ma lei, prima di partecipare a un convegno sulla ‘legalità’, s’informa su chi la invita? E se le dicessimo che lei, domani – martedì 27 Settembre – parteciperà, a Palermo, ad un convegno dall’altisonante titolo: “Corruzione e sviluppo”, organizzato da un soggetto che di mestiere fa il commissario straordinario ‘a vita’ di un ente pubblico posto sotto il controllo della Regione siciliana? Sa, noi ci siamo informati, abbiamo consultato leggi e pareri, e abbiamo appurato che un commissario straordinario di un ente pubblico ‘a vita’ non esiste nel nostro ordinamento: non è previsto dalle leggi italiane e non è previsto dalle leggi siciliane, se è vero che l’Autonomia della nostra Isola non è il mezzo per fare ciò che si vuole, in barba alle leggi.
Lei, domani, dovrebbe venire qui a Palermo per prendere parte a un convegno organizzato dall’IRCAC, l’Istituto regionale che si occupa di credito alla cooperazione. Assieme a lei, per partecipare a tale convegno, ci saranno il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, l’assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, la Presidente del Centro ”Cesare Terranova’, Annamaria Palma, il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, il Procuratore Generale di Bologna, Ignazio De Francisci, e altri soggetti.
La cosa bizzarra, a nostro modesto avviso, è che a questo appuntamento lei – con molta probabilità non sufficientemente informato – ha assicurato la propria presenza.
L’aspetto esilarante è che, domani, si parlerà di legalità nella sede dell’IRCAC, ente regionale dove, come già accennato, da dodici anni “regna” sempre la stessa persona: il commissario straordinario, Antonio Carullo.
Antonio Carullo, già parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, ha messo per la prima volta piede all’IRCAC nell’ormai lontano 2004, nominato presidente di tale ente dal Governo regionale retto allora da Totò Cuffaro. Dopo quattro anni è stato nominato commissario straordinario e da allora – e questa è l’unica cosa veramente ‘straordinaria’ di questa storia – mantiene la sua poltrona di commissario straordinario a vita.
Pensi: in otto anni sono cambiati altri due Governi regionali: prima il Governo di Raffaele Lombardo (2008-2012) e, adesso, il Governo Regionale di Rosario Crocetta (che si è insediato nel Novembre del 2012).
Democristiano della prima ora, scuola calatina (povero don Luigi Sturzo!), allievo di Francesco ‘Ciccio’ Parisi, ex deputato regionale, Carullo è stato manniniano (da Calogero Mannino, più volte ministro della Repubblica), cuffariano (da Totò Cuffaro), lombardiano (da Raffaele Lombardo), crocettiano (da Rosario Crocetta).
Ma questo non gli ha impedito di intrattenere rapporti con altri politici: dai diniani siciliani (da Lamberto Dini) ai cardilaniani (da Totò Cardinale da Mussomeli, già ministro della Repubblica), non disdegnando buoni rapporti con qualche esponente di Forza Italia. Oggi – così raccontano le cronache – dialogherebbe, da buon politico ‘navigato’, anche con l’attuale assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici.
Insomma, siamo davanti a un mestolo buono per tutte le pignate (con questa parola, presidente Cantone, dalle nostre parti si indicano le pentole). Pensi che anche le Centrali cooperative lo appoggiano: almeno così si dice, anche se a noi, in verità, risulta che Confcooperative ne chiede, da anni, la rimozione.
Ci creda, presidente Cantone: noi non siamo meravigliati dall’illegittimità della permanenza di Carullo da otto anni all’IRCAC come commissario straordinario, perché la Regione siciliana ci ha abituato a questo ed altro, anche se questa è una vicenda un po’ incredibile (e sulla quale, a nostro modesto avviso, l’Anticorruzione dovrebbe assumere provvedimenti: altro che partecipare ai convegni!).
Ebbene, noi siamo meravigliati del fatto che l’Anticorruzione da lei rappresentata abbia assicurato la sua presenza al tavolo con Carullo nella sede dell’IRCAC.
In questa sede riportiamo un passo di un parere espresso dall’Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana. Dove si dice che la gestione commissariale
“è caratterizzata dalla eccezionalità e dalla temporaneità e come tale può essere disposta solo nel caso in cui gli organi di amministrazione ordinaria non siano in grado di compiere gli atti di gestione. Il silenzio delle citate disposizioni sulle gestioni commissariali non implica, tuttavia, un divieto di ricorrere alla prorogatio dei commissari dopo la loro scadenza. Invero la prorogatio dei poteri è un istituto di diritto pubblico di portata generale ammesso all’ordinamento come rimedio eccezionale e di breve durata, diretto a garantire la funzionalità degli organi amministrativi senza soluzione di continuità tutte le volte in cui non si sia potuto tempestivamente procedere alla rinnovazione degli organi stessi. Ora, per quanto riguarda specificatamente la gestione commissariale di un ente pubblico sembra utile evidenziare che un orientamento giurisprudenziale la ritiene non soggetta a prorogatio (cfr. C. Cass., Sez. lav., 11 dicembre 1979, n.6454; Corte dei conti, Sez. Controllo, 16 luglio 1991, n.45 e 11 maggio 1998, n.31/Rel.), un altro orientamento giurisprudenziale si è pronunciato, invece, per la non perentorietà del termine di scadenza dell’incarico e, quindi, ha ritenuto ammissibile anche alla gestione straordinaria il regime di prorogatio anche se in presenza di adeguate motivazioni e giustificazioni (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, 30 ottobre 1979, n.751; T.A.R. Sicilia – Catania – Sez. II, 25 maggio 1987, n.428; Corte dei conti, Sez. controllo, 24 gennaio 1995, n.4)… La cessazione dalla carica del Commissario straordinario.. non preclude, tuttavia, la possibilità di continuare ad avvalersi della gestione commissariale straordinaria, laddove… perduri l’esigenza di assicurare la continuità dell’azione amministrativa… Onde potrà essere emesso un nuovo decreto, non di proroga del precedente, ma di conferimento di nuovo incarico (o di conferma del precedente), purché collegato all’avvio delle procedure per la costituzione dell’organo ordinario, cui dovrebbe ovviamente provvedersi in tempi brevi. Tale decreto, oltre a dare contezza nella motivazione dello stato della predetta procedura, dovrà infatti contenere a pena di illegittimità un congruo limite temporale alla gestione commissariale (Corte dei Conti, Sez. controllo enti, 29 aprile 1985, n.1231).
Otto anni costituiscono un “congruo limite temporale”?
A nostro modesto avviso, in questa storia di legale, legittimo e anticorruttivo c’è veramente poco. Noi, al contrario, notiamo il comportamento omissivo del Governo regionale che dura da otto anni.
Presidente Cantone, le possiamo dare, senza offesa, un consiglio? Rimanga a casa…
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