Corteo del Sette e mezzo: rischiosissimo per la Questura…

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Ieri i giovani palermitani in corteo per ricordare la rivoluzione siciliana del Settembre 1866. Impressionante il dispiegamento di Forze dell’Ordine. Cosa temono?

“Nessun popolo può essere sia ignorante che libero” diceva Thomas Jefferson. Una verità che si riflette perfettamente in Sicilia, terra in cui l’ignoranza ha consentito ai poteri più lerci di dettare legge riducendo la nostra regione alla fame e alla miseria.

Va da sé che ci riferiamo ad una ignoranza particolare, indotta anche dalla scuola. Quella che riguarda la nostra storia e i nostri diritti. Quanti siciliani conoscono lo Statuto e tutti i fatti che hanno portato alla sua emanazione? Quanti siciliani conoscono il vero volto del Risorgimento?

Per fortuna, grazie ad un risveglio di coscienze che sta interessando tutto il Sud, grazie a tanti movimenti e grazie, soprattutto, ad una storiografia coraggiosa, il velo di Maya che oscura la vera storia del Sud Italia, si sta squarciando.

Lo stesso sta avvenendo in Sicilia. Dove a guidare questo processo di riappropriazione della identità e della storia siciliana sembrano essere proprio i giovani.

Ieri, per la prima volta- a quanto ci risulta- a Palermo gli studenti universitari del centro sociale EX Karcere, hanno organizzato un corteo per ricordare la Rivolta del Sette e Mezzo, considerata da alcuni studiosi, come vi diciamo qua, una vera e propria rivoluzione proletaria dei siciliani contro i soprusi dell’Unità d’Italia (siamo nel Settembre del 1866).

Si sono dati appuntamento in piazza Verdi- Teatro Massimo- alle 17.30. Non erano tantissimi, ma in questa fase della storia siciliana, conta la qualità che, in questo caso, segna un’ottima partenza.

Sono giovani, a loro appartiene il futuro e stanno indicando chiaramente in che direzione vogliono andare. Diceva Orwell che “chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”. E questi ragazzi lo sanno.  

Impressionante il dispiegamento di Forze dell’Ordine. Almeno tre furgoni blindati pieno di agenti, volanti e un bel po’ di agenti in borghese. In un primo momento abbiamo pensato che molti di loro fossero lì a presidiare la zona, in servizio ordinario, insomma.

Invece no, perché si sono mossi tutti col corteo. Che cosa temono nelle Questure o nei Ministeri? Non è successo nulla, grazie al cielo, ma ci è tornato in mente il pensiero del trattamento riservato dal Ministero dell’Interno (non prendiamoci in giro, gli ordini arrivano da lì) ai ragazzi che a Catania manifestavano contro Renzi.

E che ci fa sospettare che in questo momento dalle parti di Via Arenula il dissenso non sia molto gradito. Speriamo che non lo sia anche il risveglio dei Siciliani.

Tra l’altro, ieri nessuno si aspettava un migliaio di persone. Cosa ha spinto il Comitato Provinciale di ordine e sicurezza pubblica a considerare rischioso il corteo? Rischioso per chi?

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