Uno dei protagonisti dell’inchiesta sul mangia-mangia nella gestione dei fondi pubblici stanziati per i migranti (ma che finiscono in buona parte nella tasche degli speculatori) ha ammesso le proprie responsabilità. E ha chiesto il patteggiamento della pena. Andrà a insegnare contabilità presso il CARA di Mineo?
di Claus Cahib
Nel silenzio, o quasi, della stampa di regime a cui è stato ordinato di occuparsi con tutto il clamore possibile dell’insulsaggine e dell’insipienza del sindaco di Roma, Virginia Raggi, che i pennivendoli fanno assurgere a delitti orrendi, il processo a Mafia Capitale va avanti.
Uno dei cervelli di questa squallida e reticolare operazione a tre teste, politica malavitosa, amministrazione pubblica corrotta e delinquenza organizzata, Luca Odevaine, ammette le sue responsabilità nel giro di mazzette per gli appalti al Centro richiedenti asilo (CARA) e chiede uno sconto di pena a mezzo del patteggiamento, due anni e otto mesi.
Dedotta la carcerazione preventiva, e al netto dello sconto-indulto, gli resterà, sì e no, qualche mese di pena che potrà scontare ai servizi sociali, magari insegnando contabilità ai migranti ospiti del CARA di Mineo…