Sembrerà strano, ma anche il Consiglio comunale di Palermo, ogni tanto, fa qualcosa di buono. E’ raro, ma succede. Ricordate l’articolo della scorsa settimana? Le 50 varianti urbanistiche nel Centro storico di Palermo che avrebbero eliminato il verde là dove era previsto? Ebbene, buona parte di queste varianti sono state cestinate. Ne dà notizia la vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta. Ogni tanto una buona notizia
Ricordate cosa abbiamo scritto la scorsa settimana sulle ‘operazioni’ tentate nel Centro storico di Palermo? Le ‘famigerate’ 50 varianti urbanistiche ‘infilate’ in una delibera: cemento nella parte antica della città al posto del verde e niente prevenzione dei terremoti (come potete leggere qui). Ebbene, c’è qualche novità. A quanto pare la ‘cemenificazione’ è stata in buona parte sventata.
Ne dà notizia la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta.
“Il Consiglio comunale – scrive Nadia Spallitta – ha accolto le mie osservazioni relative ad alcuni profili di illegittimità e di criticità della proposta avente ad oggetto 50 varianti puntuali per il Centro storico. Nei giorni scorso in Aula sono state approvate 18 proposte e sono state cassate dal provvedimento ben 32 varianti, poiché sprovviste, come da me segnalato, del preventivo e obbligatorio parere del Genio civile”.
“Ugualmente – prosegue la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – sono state cassate quelle che prevedevano la trasformazione del verde da pubblico in privato, con il rischio di derogare agli standard urbanistici e soprattutto di danneggiare il progetto del percorso Arabo-Normanno. Tra l’altro, il Centro storico, a mio avviso, necessita di maggiori aree di verde diffuse in modo omogeneo, e non sarebbe stata giustificabile una privatizzazione di spazi che il Piano particolareggiato destinava invece a verde collettivo”.
“Tra l’altro – leggiamo sempre nel comunicato stampa – le modifiche parziali, soprattutto quelle relative al verde pubblico, alla tipologia di interventi consentiti o ancora quelle che mantengono le superfetazioni realizzate sugli edifici storici, non si conciliano con la filosofia del vigente Piano rivolta a conservare le peculiarità e caratteristiche storiche del centro cittadino. Ritengo doveroso che un’Amministrazione dia risposte ai cittadini, ma non condivido il metodo delle varianti puntuali, cioè riferite a casi specifici”.
“A mio avviso – conclude Nadia Spallitta – il compito della pubblica amministrazione, in presenza di vincoli scaduti, deve casomai essere quello di rivedere in modo organico lo strumento urbanistico, verificare le nuove e diverse esigenze del territorio, garantendo un percorso imparziale e trapanerete, e procedere con l’aggiornamento e la revisione dell’intero Piano particolareggiato laddove necessario”.