Il ‘Michelangelo’ della Valle dei Templi che ha sfregiato Punta Bianca!

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Si firma “Salvatore”. E ha scolpito un grande volto nel costone di roccia calcarea di Punta Bianca, uno dei tratti di costa più belli e ancora oggi incontaminati dell’Agrigentino. La denuncia degli ambientalisti di Mareamico: “Questo tizio non ha idea del danno che ha provocato”. Da qui una ‘taglia’ simbolica per scoprire l’autore di questa strana opera d’arte: “Ha utilizzato martello e scalpello e qualcuno deve averlo visto”

 

Ha scolpito un volto nel costone di roccia calcarea di Punta Bianca, in uno dei tratti di costa più belli dell’Agrigentino che si distende a est della Città dei Templi, quasi al confine con Palma di Montechiaro. Uno sfregio, per un luogo magico noto per il suo mare cristallino (come potete vedere in questo video, dove vi proponiamo la bellezza della costa e lo scempio).

“Località di rara bellezza paesaggistica, che da anni aspira a diventare Riserva naturale”, scrivono gli ambientalisti di Mareamico.

Sono proprio loro a denunciare quello che sta succedendo a Punta Bianca, luogo tanto bello quanto sfortunato, se è vero che, da una sessantina di anni, è teatro di esercitazioni militari.

“Sono attività militari che danneggiano i terreni – si legge sempre nel comunicato di Mareamico – ed ora si ci mette pure un novello Michelangelo. Questo ‘artista, nei scorsi giorni, ha inciso un viso sulla marna di Punta Bianca, sfregiandola per sempre. Quello che ha fatto è un reato gravissimo: ha danneggiato per sempre un bene paesaggistico e naturalistico”.

“Salvatore (così si firma il tizio) – prosegue il comunicato – non comprende il danno che ha causato e deve essere posto in condizione di ripararlo e soprattutto bisogna evitare che ripeta le sue dannose imprese. Quindi Mareamico mette una taglia (simbolica) sulla sua testa e chiede ai cittadini di fornire, anche anonimamente, informazioni finalizzate alla sua individuazione. Il responsabile dello sfregio avrà lavorato per ore con martello e scalpello e qualcuno, sicuramente, lo avrà visto all’opera!”.

Il tratto di costa di Punta Bianca è uno sperone roccioso che digrada in mare. Una piccolo paradiso, di difficile accesso, dove si alternano calette sabbiose e calette con i ciottoli. Si tratta di un paesaggio che non è esagerato definire esotico.

La spiaggia, come già accennato, è difficilmente raggiungibile. La strada per arrivarci è piuttosto sofferta. Ma è un’esperienza che vale la pena provare, perché ci si ritrova tra le palme nane in un ambiente che sembra molto indicato per la contemplazione.

Dalle parti di Punta Bianca c’è anche un villaggio che si anima in estate. Negli anni passati, ad Agosto, questo villaggio ‘incoronava’ “L’imperatore di Punta Bianca”.

P.S.

Ultima notazione: da anni, come già accennato, non mancano le polemiche per le esercitazioni militari, considerate una follia in tale area.

Ma c’è anche chi sostiene che, in tutti questi anni, sono state proprio le esercitazioni militari a bloccare le speculazioni a Punta Bianca. Se oggi Punta Bianca è ancora un habitat integro, con le acque cristalline, con le calette che ricordano le isole esotiche, beh, questo è anche merito di chi ha impedito le ‘cementificazioni’.

Chi conosce un po’ le contrade dell’Agrigentno sa che questa non è una tesi campata in aria. Ne sanno qualche cosa tra Sciacca e Ribera. Dove gli abitanti, di fatto, hanno detto addio al tratto di costa del Sosio-Verdura, visto che chi ha costruito il Resort ha praticamente privatizzato un tratto di costa che non è più accessibile ai comuni cittadini…  

P.S. 2

Qualcuno, a Sciacca, potrebbe dire che si tratta dell’anima di Filippo Bentivegna, detto Filippu ri ìi testi, che sarebbe tornata. Filippo Bentivegna, è noto, è un artista che ha operato a Sciacca dai primi anni del ‘900 fino agli anni ’60. Era un artista particolare: scolpiva teste nel suo podere, che allora si trovava fuori dalla città, in un podere che aveva ribattezzato il suo castello. Le scolpiva dove gli capitava, soprattutto sulla pietra (ma ache sui tronchi di albero di ulivo). 

Oggi le opere di Filippo Bentivegna si possono ammirare nel “Giardino incantato”: in pratica, in quella che fu la sua villa, che è diventato un museo. 

 

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