Il premier, con il solito codazzo di politici siciliani ascari, ha scelto una splendida scenografia per firmare il Patto per la Sicilia, ovvero la presa per i fondelli di tutti i Siciliani…
Povera Valle dei Templi. Costretta a fare da palcoscenico all’ennesima farsa renziana che ha per oggetto la presa per i fondelli in danno dei Siciliani.
Il premier, Matteo Renzi, l’ha scelta per firmare il cosìddetto ‘Patto per la Sicilia’. Dividerà la scena, vada sé, con Rosario Crocetta, l’ascaretto che ci ritroviamo alla Presidenza della regione siciliana. Forse ci sarà anche Graziano Delrio, meglio conosciuto come il ministro DELIRIO, qualche sindaco e di certo qualche politicante agrigentino che ingrossa le fila della banda degli ascari siciliani che non hanno mosso un dito per la Sicilia.
Si ritroveranno sotto il Tempio della Concordia (povero tempio) per siglare la truffa che stanno vendendo a tutti come un impegno del Governo nazionale nei confronti della Sicilia.
Va da sé- e questo ci può stare- che al premier saranno risparmiate le strade piene di cantieri, come la sS 640 e la Ss. 189 costellata di semafori che la rendono un incubo. Arriverà su un elicottero a Porto Empedocle.
Quello che non ci può stare, invece, è la presa in giro scenografica: i Siciliani presi per i fondelli a casa loro, con tanto di squilli di trombe, rulli di tamburo, panorama mozzafiato, flash e telecamere.
Una presa per i fondelli in stile cinematografico.
Secondo quanto divulgato dalla propaganda, il Patto destina 2.3 miliardi di euro alla Sicilia per opere varie.
Ma le cose non stanno esattamente così. Si tratta solo di una minima parte di soldi già nostri.
I Patti per il Sud, incluso quello per la Sicilia, come abbiamo già avuto modo di dirvi, sono finanziati con il il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc che fino a qualche anno fa si chiamava Fas) destinato proprio alle regioni economicamente più deboli. La dotazione del Fondo si è però notevolmente ristretta: da 55 a 38 miliardi.
E gli altri 17?
“Prelevati dal governo come a un bancomat per le più diverse esigenze dalla banda larga al piano per la ricerca ai beni culturali, per i quali il criterio di distribuzione geografica è stato capovolto: al Sud solo il 27%” ha fatto notare l’economista Giancarlo Viesti. Di questi 38 miliardi, lo ripetiamo, ora ne sarebbero stati stanziati solo 13,4 per tutto il Sud.
Non solo: “Il Fondo Sviluppo e Coesione – ha spiegato Viesti- nasce come intervento aggiuntivo rispetto ai fondi ordinari, per questo è riservato in gran parte alle regioni più deboli. Negli Anni 90 Ciampi fece pubblicare una tabellina semplice ma fondamentale, che comprendeva per ogni regione i fondi ordinari e straordinari. Così si capiva se questi ultimi erano realmente aggiuntivi o sostituivano i primi. Di questa tabellina non c’è più traccia. Quindi il dubbio è legittimo: non è che Renzi mette nei patti per il Sud fondi ordinari, gli stessi della Lombardia a cui arrivano senza bisogno di firmare un patto con Maroni?».
E ricordiamo pure che Michele Emiliano, governatore della Puglia, si è rifiutato di firmare un patto simile per la sua regione:”Io non ho firmato il ‘Patto per il Sud’ perché nella sostanza non aggiunge nulla a ciò che noi abbiamo già ottenuto e a quello che abbiamo il diritto di ottenere. Se io firmo il ‘Patto per il Sud’ – ha detto Emiliano- partecipo ad un meccanismo di comunicazione che dà l’impressione che io abbia ottenuto chissà che cosa in più rispetto al dovuto, è evidente che sto facendo cattiva informazione e in più sottoscrivo un forte abbattimento del denaro del Fondo di sviluppo e coesione che, secondo la legge italiana, ammontava a 58 miliardi di Euro, poi scesi a 38 e ora la suddivisione per il patto del Sud di quel fondo dovrebbe essere da 13 miliardi di Euro e quindi noi dobbiamo firmare praticamente la riduzione ad un terzo di quelle che erano le somme destinate al Mezzogiorno”.
Insomma, non ci stanno dando proprio un bel niente. Anzi. Si firma un patto che sancisce una rapina nei confrondti del Sud e della Sicilia. Che si va ad aggiungere alle altre rapine sancite negli accordi Stato-regione, l’ultimo dei quali firmato a Giugno– che hanno sancito il fallimento di molti comuni siciliani e della stessa regione.
Solo che, con una informazione al servizio di Renzi, raramente potrete leggere queste cose.
E, allora, se non possiamo sperare nei Tg e nei grandi giornaloni, speriamo negli dei della Valle dei Templi: che proteggano la Sicilia dalle balle e dai furti del PD.
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