Credeteci, leggendo il comunicato di tre ‘intellettuali della Magna Grecia’ – ve li presentiamo: Claudio Di Marco, Luigi Caracausi e Enzo Tango, esponenti, rispettivamente, di CGIL, CISL e UIL della Sicilia – non sappiamo se ridere o piangere. Se non si trovano i soldi per pagare gli oltre 20 mila precari degli enti locali, scrivono questi tre sindacalisti in cerca d’autore, la Sicilia “rischia di trovarsi in piena emergenza”. E quella che hanno creato i vari Crocetta, Ardizzone, Cracolici, Marziano con la connivenza delle stesse organizzazioni sindacali cosa sarebbe?
Tra un anno si vota: e votano anche i 24 mila precari o giù di lì degli enti locali della Sicilia. Siccome i soldi per pagarli non ci sono più – visto che i soldi della Regione siciliana se li è presi tutti il Governo Renzi con la connivenza del Governo di Rosario Crocetta e del Parlamento dell’Isola ‘diretto’ dal presidente Giovanni Ardizzone – bisogna trovare il modo di tenere questa gente comunque legata al carro della vecchia politica: cioè al PD, all’UDC, al Nuovo Centrodestra e ‘frattaglie’ varie. Di questo si stanno occupando CGIL, CISL e UIL della Sicilia. Ecco a voi il loro comunicato: “Non c’è più tempo. Il 30 Settembre scadranno i contratti dei precari degli Enti locali e l’Isola rischia di trovarsi in piena emergenza”. Domanda: quella che c’è attualmente cos’è, se non emergenza? Interi comparti dell’Amministrazione regionale senza soldi, i Comuni quasi tutti al dissesto, le ex Province abbandonate con 6 mila e 500 dipendenti che non si sa come dovrebbero continuare a percepire gli stipendi. E ancora: le autostrade siciliane che fanno pena, le strade a scorrimento veloce idem, le strade provinciali totalmente abbandonate. E ancora: la disoccupazione alle stelle (soprattutto quella giovanile). E ancora: la gestione dei rifiuti che è un delirio, ancora imperniata sulle discariche che fruttano milioni di Euro ai privati che le gestiscono, dissestando i bilanci dei Comuni. E ancora: la sanità pubblica allo sbando, tra assenza ormai cronica di posti letto e Pronto Soccorso intasati da malati che non si possono ricoverare. Per non parlare degli extra comunitari appena sbarcati che, se bisognevoli di cure, invece di essere portati in Pronto Soccorso dedicati, per evitare possibili contagi, vengono mescolati con i pazienti siciliani… Potremmo continuare con altri gravissimi problemi. Ma per Claudio Di Marco, Luigi Caracausi e Enzo Tango – esponenti, rispettivamente, di CGIL, CISL e UIL della Sicilia – l’emergenza, nella nostra disastrata, potrebbe ‘esplodere’ il 30 Settembre, alla scadenza dei contratti dei precari degli enti locali. Ci chiediamo e chiediamo: i signori Di Marco, Caracausi e Tango in quale pianeta vivono? In Sicilia no di certo, altrimenti non pronuncerebbero le parole che hanno messo su carta. Cosa chiedono i tre sindacalisti a proposito dei 24 mila precari degli Enti locali? Di “riconvocare al più presto la cabina di regia creata con i sindacati e l’ANCI per definire la soluzione dell’annosa vicenda, assicurando il funzionamento della ‘macchina’ amministrativa e i servizi alla collettività”. Quindi, per questi tre sindacalisti, in Sicilia ci sarebbe una ‘macchina’ amministrativa che funziona e che fornisce servizi alla collettività. E dove l’hanno vista? Quale sarebbe la ‘macchina’ amministrativa che funziona? Quella della Regione, che è un totale disastro? O funzionano forse le ‘macchine’ amministrative dei Comuni dell’Isola, in larga parte falliti, buoni solo ad appioppare tasse e imposte comunali ai cittadini? E quali “servizi” verrebbero forniti ai cittadini? Parliamo della spesa sociale, che è stata praticamente azzerata? Parliamo ancora delle ex Province ormai fallite con i dipendenti – i dipendenti! – non pagati da mesi? Ma di cosa parlano questi tre sindacalisti? Però un po’ di coraggio i nostri tre sindacalisti l’hanno trovato, là dove scrivono, a chiusura del loro ‘mirabolante’ comunicato: “Serve avere anche una posizione e impegni chiari dal Governo nazionale. Per non sprecare tempo e costruire una soluzione realmente percorribile”. Certo, non hanno ancora detto che Renzi ha lasciato in ‘mutande’ 5 milioni di Siciliani. Non dobbiamo esagerare con le richieste di coraggio a CGIL, CISL e UIL della Sicilia. Anche perché c’è il referendum e la CISL siciliana sta provando a convincere i propri iscritti in Sicilia a votare sì per compiacere il Governo Renzi. Ve l’immaginate la CISL siciliana che cerca voti per la riforma costituzionale del Governo Renzi e che poi rinfaccia allo stesso Governo Renzi di aver scippato miliardi di Euro alla Regione e a 5 milioni di Siciliani? In ogni caso vorremmo avvertire i 24 mila precari degli enti locali dell’Isola che i soldi per pagare i loro stipendi se li è presi il Governo Renzi. Sappiate, inoltre, che il Governo nazionale non metterà un Euro in vostro favore. E siccome la Regione siciliana è fallita grazie a Crocetta e ad Ardizzone, gli unici che possono pagarvi lo stipendio sono i cittadini siciliani con nuove tasse comunali. Il problema sapete qual è? Che i cittadini Siciliani sono sempre più poveri. E non hanno i soldi per pagare nuove tasse per pagare gli stipendi a voi. Morale: i soldi per i vostri stipendi, egregi precari degli enti locali, andateli a chiedere a Renzi. E’ il Governo Renzi che si è preso tutti i soldi della Regione siciliana. E se li è presi con la connivenza di quelle organizzazioni sindacali – CGIL, CISL e UIL della Sicilia – i cui vertici non hanno mai contestato gli scippi finanziari operati dal Governo Renzi alla Regione siciliana. Egregi precari, se ancora non l’avete capito, questi sindacalisti vi stanno prendendo in giro. hanno retto il gioco di renzi in Sicilia. E oggi fingono di essere stupiti. Egregi precari: i soldi andateli a chiedere a chi ha svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana. E a chi ha aiutato il Governo nazionale a svuotare le ‘casse’ della Regione siciliana. Chiedetelo al presidente Rosario Crocetta, che appena tre mesi fa ha firmato un secondo ‘Patto scellerato’ con Renzi, imponendo nuove penalizzazioni finanziarie alla Regione e rinunciando, per la seconda volta, ai contenziosi finanziari con lo Stato. Chiedeteli al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha ridotto il Parlamento siciliano a un bivacco di ascari. Chiedeteli al PD siciliano. Recatevi alla Festa dell’Unità, a Catania, dove grandi ‘intellettuali’ del Partito Democratico parlano del futuro della Sicilia e chiedete notizie del vostro futuro…