Nel carcere romano di Rebibbia è il corso il congresso del Partito Radicale. Con la straordinaria partecipazione di politici che hanno scontato la pena (Totò Cuffaro) e di politici che stanno scontando la pena (Marcello Dell’Utri). Idea: perché non dare vita a un Parlamento dei carcerati con gli eletti che godrebbero dell’immunità parlamentare? Volendo, sarebbe in linea Ecco con il nuovoSenato renziano che dà la possibilità ai consiglieri regionali mariuoli di godere dell’immunità parlamentare…
Nel carcere di Rebibbia, a Roma, si celebra il congresso del Partito Radicale. Oltre ai dirigenti del Partito che fu di Marco Pennella – che, questo bisogna dirlo, è stato uno dei pochi politici che si è occupato dei carcerati – sono presenti politici che hanno già scontato la pena detentiva (per esempio, l’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro) e politici che stanno scontando la pena (l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri).
Quest’ultimo ha fatto sapere di aver aderito al Partito Radicale. Quando stava dentro Forza Italia stimava i radicali. Ma non ci votava. Oggi è un radicale convinto. Così convinto che vorrebbe vedere i radicali vincere le elezioni “per cambiare la legge” (supponiamo la legge che regola la vita dei detenuti).
Il congresso del Partito Radicale a Rebibbia a qualcuno ha fatto venire in mente l’idea di costituire un Partito dei carcerati. Perché, a questo punto, non pensare direttamente a un Parlamento dei carcerati che potrebbe avere sede a Roma, a Rebibbia o, al limite, al Colosseo, magari senza leoni?
Ovviamente, chi verrebbe eletto nel Parlamento dei carcerati avrebbe diritto all’immunità parlamentare, proprio come i futuri consiglieri regionali mariuoli al Senato ‘riformato’ dal Governo Renzi e dal Parlamento di ‘nominati’.
Insomma, per dirla tutta, i nuovi ‘parlamentari’ del Parlamento dei carcerati dovrebbero godere dell’immunità parlamentare, proprio come i loro ‘colleghi’ del nuovo Senato renziano (con il nuovo Senato renziano, è noto, i consiglieri regionali mariuoli – o, al limite, anche un po’ mafiosi – potranno diventare senatori acquisendo l’immunità parlamentare).
L’incontro tra ‘nuovo’ Senato dei mariuoli introdotto dalle ‘riforme’ costituzionali del Governo Renzi e dal Parlamento di ‘nominati’ e il Parlamento dei carcerati risolverebbe, alla radice, il problema della fine della legislatura al Senato, quando viene meno l’immunità parlamentare (con il rischio di far finire in galera i futuri senatori-mariuli).
I mariuoli senatori, venendo meno l’immunità parlamentare causa lo scioglimento del Senato, andrebbero direttamente al Parlamento dei carcerati, senza passare dal via, come a Monopoli. Così, da senatori-mariuoli con immunità parlamentare, diventerebbero parlamentari del Parlamento dei carcerati, sempre con immunità parlamentare.
Si otterrebbero due effetti.
Primo: i ‘senatori’ mariuoli frutto della ‘riforma’ costituzionale non andrebbero mai più in galera: e questo per i ladri di partito è una grande ‘garanzia’.
Secondo: si darebbe vita a un provvedimento che, quanto meno, contribuirebbe a non riempire le carceri di ladri…