All’Assemblea regionale siciliana è stata messo in discussione il disegno di legge sulla riforma elettorale dei Comuni. E’ un provvedimento ‘confezionato’ contro i grillini. Ma, a quanto pare, i vecchi partiti – una parte di Forza Italia e una parte del PD – sono preoccupati. Da che? Dal fatto che l’eliminazione del ballottaggio possa diventare un effetto boomerang. Scintille tra Cordaro e Di Mauro. Dopo una lunga discussione l’Aula ha deciso di andare avanti e di approvare la legge elettorale antigrillini
Riforma legge elettorale dei Comuni: tutto sta andando in alto mare. Già le prime ‘crepe’ erano emerse ieri, durante la conferenza dei capigruppo. Oggi, a Sala d’Ercole – sede del Parlamento siciliano – le ‘crepe’ sono diventate grandi spaccature. Insomma, l’accordo tra PD e Forza Italia per abolire il ballottaggio non sembra reggere. Cosa sta succedendo? Forse, questi due partiti, cominciano a capire che una legge elettorale fatta su misura per fregare i grillini potrebbe rivelarsi un boomerang.
La malaparata, stamattina, la si è vista quando il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha avviato la discussione sul disegno di legge di riforma elettorale dei Comuni. Già all’articolo 1 si è aperto il ‘fuoco di sbarramento’. Così l’articolo 1 è stato accantonato. Ora, quando un’Aula parlamentare inizia a discutere un disegno di legge e accantona l’articolo 1, ebbene, c’è qualche problema.
Da quello che abbiamo ascoltato, UDC e Forza Italia per bocca dei capigruppo, Girolamo ‘Mimmo’ Turano e Marco Falcone, hanno chiesto un rinvio.
Cosa, questa, che ha suscitato l’intervento molto polemico di Toto Cordaro, esponente del Cantiere Popolare-Pid, formazione politica che dovrebbe operare insieme con Forza Italia.
“Il suo intervento – ha detto Cordaro riferendosi al capogruppo di Forza Italia, Falcone – non è stato concordato”.
Insomma (Falcone e tutto il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars?) sembra aver cambiato idea.
Durissimo Toto Cordaro: “Falcone e Di Mauro aspettano qualcosa da Crocetta?”. (per la cronaca, Di Mauro dovrebbe essere Roberto Di Mauro, esponente del Movimento per l’Autonomia).
Roberto Di Mauro replica a Cordaro: “Le sue affermazioni sono frutto di un colpo di sole di Agosto. Questo è un disegno di legge confuso. Ricordo che, nell’ultima stesura, si abolisce anche lo sbarramento del 5%. Non sono disponibile a chiedere il voto segreto su un argomento così importante”.
“Quanto al PD – ha aggiunto Di Mauro – ormai qui in Sicilia inseguono Renzi. Renzi a Roma dice 40%? E loro dicono: anche in Sicilia 40%. Così il Parlamento siciliano perde la propria Autonomia”.
Anche Di Mauro è per un rinvio.
Giuseppe Milazzo, altro esponente di Forza Italia, ha ricordato che eliminando i ballottaggi si risparmierebbero 30 milioni di Euro (considerazione molto renziana…).
Vincenzo Vinciullo parte dalla Medea di Seneca: “A chi giova oggi questo comportamento indecoroso che stiamo tenendo in questa Aula?”. Insomma, Vinciullo vorrebbe andare avanti. “Si vada avanti e si voti: ci saranno vincitori e perdenti”.
E il Movimento 5 Stelle? Ovviamente, visto che il disegno di legge è stato ‘confezionato’ contro di loro non possono che essere contrari.
Giovanni Panepinto, del PD, ha detto che bisogna andare avanti: insomma l’Ars deve continuare ad esaminare la legge fino all’approvazione. Panepinto ha attaccato il Movimento 5 Stelle che, a suo avviso, non si dovrebbe tirare indietro. Al vice capogruppo del Partito Democratico non va giù che i grillini si avvantaggino da una legge che verrebbe etichettata come contro il Movimento 5 Stelle.
Luca Sammartino, altro esponente del PD (si tratta di uno dei nuovi ‘acquisti’ voluti dai renziani), ha sostenuto, rivolto ai grillini, che una forza politica vince a prescindere da una legge elettorale (ma è proprio così?). Anche lui – come tutti i suoi compagni di partito – non riesce a ‘digerire’ il fatto che questa legge elettorale sia ormai entrata nell’immaginario dei Siciliani come una legge elettorale fatta contro i grillini.
Santi Formica, esponente della centrodestra, Lista Musumeci, ha ricordato che certe leggi si sistema – riforma costituzionale del Titolo V, Porcellum e l’Italicum – si sono rivelati boomerang.
“Proprio sull’Italicum in questi giorni – ha detto Formica – chi l’ha voluto adesso sta ragionando su come cambiarlo. Ed è stata votata, la legge elettorale Italicum, con il voto di fiducia: e questo è inaudito”.
L’esponente del centrodestra ha ricordato il danno introdotto nel 2011 dall’Ars con il voto confermativo per il sindaco. E’ la legge regionale sulle elezioni comunali che ha eliminato il ‘trascinamento’ e introdotto il voto disgiunto tra sindaco e consiglieri comunali. Risultato? Il 50% degli elettori votano per il Consiglio comunale e non votano per il sindaco. Così succede che i sindaci prendono il 50% in meno dei voti delle liste. E perché succede, questo? Perché la gente non lo sa”.
Cioè – questo il ragionamento di Formica – il 50% circa dell’elettorato siciliano non ha capito come funziona l’attuale legge elettorale per i Comuni.
Da qui la sua proposta: tornare alla legge elettorale per i Comuni siciliani precedente al 2011 (con ‘trascinamento’, cioè con il collegamento tra sindaco e liste che lo sostengono). E rinviare a Settembre gli altri punti.
Giorgio Assenza, di Forza Italia, ha detto che esistono due leggi elettorali: maggioritario e proporzionale. Provare a mescolare le cose, come sta provando a fare Renzi, è solo una truffa ai danni degli elettori.
“Io – ha detto Assenza – sono un presidenzialista – ma se si deve andare al proporzionale, si faccia pure. Con un forte sbarramento per evitare la polverizzazione”.
Dopo una lunga discussione l’Aula ha deciso di andare avanti e di approvare la legge elettorale antigrillini.
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