Il Governo Crocetta, da domani, potrà commissariare le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ma non potrà commissariare i Consorzi di Comuni, che sono già commissariati in quanto ex Province. “Niente paura – ci dice Paolo Amenta -: Crocetta potrà sperimentare i commissari dei commissari: sarebbe il primo in Italia…”. La sceneggiata del Governo Renzi che ha preteso dalle nove Province siciliane fallite il “contributo per il risanamento della finanza pubblica”. Venderanno i beni immobili delle ex Province siciliane? E a chi? E come? Aggiornamento: le dimissioni del commissario straordinario del Libero Consorzio di Siracusa
Una domanda: oggi, 31 Luglio, non scade il termine per l’approvazione dei Bilanci 2016 delle tre Città metropolitane della Sicilia – Palermo, Catania e Messina – e dei Consorzi di Comuni? A noi risulta che questo sia il termine. Ce la faranno entro stasera ad approvare i Bilanci?
La domanda è interessante. Il Governo regionale di Rosario Crocetta, per ‘risparmiare’, ha commissariato le vecchie nove Province. Ma non i soggetti che dovrebbero sostituirle. Nelle tre già citate Città metropolitane dell’Isola i sindaci di Palermo, Catania e Messina – grazie alla legge regionale mutuata dalla legge nazionale che prende il nome dal Ministro Delrio – si sono già insediati. Leoluca Orlando (a Palermo), Enzo Bianco (a Catania) e Renato Accorinti (a Messina) sono già Sindaci metropolitani. Sono in sella, ma senza cavallo.
Invece nei ‘Liberi Consorzi di Comuni’ gli amministratori non ci sono. Qui mancano sella e cavallo. Perché ancora gli amministratori dei Comuni non li hanno eletti.
Sotto il profilo amministrativo, le tre Città metropolitane potrebbero essere commissariate dalla Regione.
Il caso unico si pone, invece, per i Consorzi di Comuni. Lì gli organi non ci sono. Ci sono i commissari delle ex Province. Che succederà?
Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia, da noi interpellato, la butta sull’ironia:
“Nel caso dei Consorzi di Comuni – dice – il Governo Crocetta potrebbe sperimentare, primo in Italia, un nuovo istituto giuridico: il commissario del commissario…”.
Insomma, con Renzi alla Presidenza del Consiglio che scippa i soldi alla Regione siciliana, con il presidente della Regione, Crocetta, e con il presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, che gli tengono bordone, siamo ormai alle comiche finali. Nelle mani di queste tre personaggi le istituzioni sono diventate barzellette.
E non è finita. Abbiamo interpellato alcuni dipendenti delle ex Province. Che ci hanno comunicato che il Governo Renzi, non contento di aver scippato i soldi dell’imposta sulle automobili (220 milioni di Euro: tanto incassavano ogni anno le ex Province siciliane dalla RC auto: soldi ‘inghiottiti’ dal Governo Renzi), si è preso anche il ‘famigerato’ “contributo per il risanamento delle finanze pubbliche” italiane che non si risanano mai.
Anche questa è una bella storia. Degna del Governo Renzi. Le ex Province siciliane sono senza soldi. Non ci sono nemmeno le risorse per pagare i circa 6 mila e 500 dipendenti. Tanto che i commissari regionali delle nove Province siciliane si vorrebbero dimettere (forse oggi potrebbe rassegnare le dimissioni il commissario del Consorzio di Comuni di Siracusa).
In questo scenario il Governo Renzi ha preteso i soldi dalle nove ex Province siciliane. Ma quali soldi si è preso il Nostro Governo Renzi se le ex Province dell’Isola sono al verde?
In parte si è preso i soldi che lo Stato avrebbe dovuto erogare alle nove ex Province siciliane. Fatti quattro conti, considerato che lo Stato, per le Città metropolitane italiane, ha stanziato circa 420 milioni di Euro, alle nove ex Province dell’Isola sarebbe toccata una quarantina di milioni di Euro.
Ebbene, questi 40 milioni di Euro, o giù di lì, lo Stato li ha trattenuti. Di fatto, il Governo Renzi ha trattenuto i soldi con i quali le ex Province siciliane avrebbero potuto pagare gli stipendi ai dipendenti.
Ma l’obolo che le ex Province siciliane debbono dare allo Stato per il “contributo al risanamento delle finanze pubbliche” è molto più alto. E allora?
Non è che possiamo lasciare il Governo Renzi senza soldi, è vero presidenti Crocetta e Ardizzone?
Come e dove trovare questi soldi?
Intanto bisogna avvertire i dipendenti delle nove ex Province siciliane che per i loro stipendi non ci sono più soldi. Che facciano un fioretto.
Quanto al Governo Renzi, beh, lì i soldi si debbono trovare. Come e dove?
Via, ragazzi, un po’ di fantasia. Le ex Province siciliane hanno un sacco di beni immobili. Basta venderli e, oplà!, ecco pronti i soldi per fare in modo che le ex Province dell’Isola “contribuiscano” al “risanamento” delle finanze dello Stato.
Presidente Crocetta: perché non va a firmare a Roma un terzo ‘Patto’ con Renzi e cede direttamente al Governo nazionale le proprietà immobiliari delle Province siciliane? Magari parla prima con il presidente dell’Ars, Ardizzone, e, insieme, preparate una bella legge con la quale prevediamo di pagare, per i prossimi dieci anni, i contributi per il “risanamento” della finanza pubblica. Manco per fare un ‘Patto’ e una legge regionale ogni anno. Fate un ‘Patto’ e una legge regionale per dieci anni. I Siciliani capiranno. Tanto a Sala d’Ercole una maggioranza ‘ascara’ che approva ‘sta legge si trova…
P.S.
Ah, dimenticavamo. Siccome siete antimafiosi e rispettosi della legalità, vi servirebbe una stima dei beni delle ex Province da vendere. Abbiamo un’idea: parlatene con l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Facciamo arrivare in Sicilia una bella società toscana per fare la stima e tutto è a posto…
Aggiornamento:
Le dimissioni del commissario straordinario del ‘Libero Consorzio di Siracusa, Antonio Lutri. L’intervento di Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia
In merito alle dimissioni del Commissario straordinario della Regione alla guida dell’ex Provincia di Siracusa, oggi Libero Consorzio Comunale, interviene, ancora una volta, il Vice Presidente dell’AnciSicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni.
«Prendiamo atto dell’ennesima scorrettezza delle istituzioni, infatti si dimette la Regione Sicilia dalla guida del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, dopo mesi di chiacchiere e inutili promesse, lasciando i dipendenti senza stipendi, le partecipate senza un futuro e un territorio senza servizi.
Questo è il significato delle dimissioni dell’Ing. Antonino Lutri, funzionario della Regione, da Commissario straordinario dell’ex Provincia regionale di Siracusa.
Dimissioni che arrivano, sarà un caso, all’indomani dell’indizione dei comizi da parte del Governatore Crocetta, fissate per l’11 Settembre prossimo, per le elezioni degli organismi di guida dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane in Sicilia.
Una fuga che lascia il Libero Consorzio di Siracusa senza un centesimo, senza liquidità, senza un bilancio approvato e, soprattutto, senza la dichiarazione di dissesto finanziario. In buona sostanza, si scappa per prendere tempo, aspettando magari la chimera di una proroga dei termini per l’approvazione dei Bilanci, che scadono domani, 31 Luglio (negando così all’Ente la possibilità di lavorare in dodicesimi), e che può decidere solo il Consiglio dei Ministri.
Proroga, ricordo, che abbiamo può volte chiesto come ANCI, ma che non arrivò neanche per il Comuni, per cui spero che l’assessore regionale alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri, con la stessa celerità con la quale ha commissariato i Comuni, provveda a commissariare i suoi Commissari, dando così vita ad una nuova figura giuridica nell’Ordinamento degli Enti Locali in Sicilia. Come si vede, siamo veramente alla farsa.
Quella di Lutri a Siracusa è una fuga silenziosa, come in silenzio si è lasciato che lo Stato scippasse i Liberi Consorzi, in particolare quello siracusano per le note difficoltà economiche nel quale si trova, delle loro risorse finanziarie come le Rc auto e le quote per le trascrizioni dei passaggi di proprietà, mascherandoli per spending review.
Prevedendo per le 9 Province siciliane solo 9 milioni di Euro nella Finanziaria regionale, altri 9 milioni nel Decreto Enti Locali, quando per i soli stipendi dei 6000 dipendenti in Sicilia servono ben 180 milioni di euro, oltre un milione di Euro al mese solo per i dipendenti dell’ex Provincia di Siracusa, senza dimenticare la partecipata Siracusa Risorsa che così non avrà più un futuro e con essa le famiglie dei suoi lavoratori.
Non solo, ma si scappa sapendo che l’Enel ha già notificato a Siracusa le bollette e gli avvisi di distacco dell’energia elettrica in tutti gli immobili occupati dal Libero Consorzio.
È triste, purtroppo, pensare che a Settembre, quando riapriranno le scuole in provincia, avremo ereditato solo l’incapacità di un Ente a dare risposte alle manutenzioni negli edifici scolastici, e li dovranno stare i nostri figli, alla sicurezza della rete viaria, al mancato trasporto dei disabili, al mancato avvio dell’Asacom per gli studenti con disagio, e l’incapacità a fare da regia allo sviluppo economico di un’Area vasta come quella siracusana.
Bisogna, con rammarico, disgusto e rabbia, prendere atto che la Regione scappa lasciando il disastro nel territorio, tra problemi per i rifiuti, per il servizio idrico integrato, per le politiche sociali, e per il dissesto economico inevitabile.
E allora, mi rivolgo ai miei colleghi Sindaci invitandoli a rallentare l’euforia e la corsa alle poltrone e a pensare che per risolvere il problema sia necessario, drammaticamente urgente, e non più rinviabile, un intervento congiunto dei due promotori di questa riforma, che hanno fatto a gara a chi arrivasse per primo: Renzi e Crocetta.
Il Governo nazionale deve dirci che cosa intende fare di un pezzo di territorio siciliano e italiano, qual è la provincia di Siracusa.
Serve, a mio avviso, e lo sto ripetendo da mesi, che insieme, Stato – Regione – Comuni, con questi ultimi chiamati a gestire i Liberi Consorzi, si trovi la soluzione per questo nuovo Ente che nasce già morto, se non si cambia strategia e si metto
no tutti i soggetti intorno allo stesso tavolo.
Il mio pensiero e la mia solidarietà, intanto, va ai 6000 lavoratori dei Liberi Consorzi siciliani, alle loro famiglie, in particolare della provincia di Siracusa e ai lavoratori e alle famiglie di Siracusa Risorse, rimasti ad aspettare tutt’altra soluzione, che non la fuga, per dare risposte ai loro problemi ad iniziare dagli stipendi arretrati.
Un sistema, quello che si è innescato, che se non trova una rapida soluzione, è destinato ad allargarsi ad altri Enti, ad iniziare dai Comuni che purtroppo, come si sa, non godono di buona salute».
Foto tratta da cataniamobilità.org