L’onorevole Giovanni Lo Sciuto, eletto all’Ars nel collegio di Trapani e nativo di Castelvetrano, ci dice che nel centro di compostaggio mancato di questa cittadina arriveranno solo i rifiuti dei Comuni del Trapanese. A parte che sono già tanti, non ci crediamo: la verità è che stanno creando una discarica che rischia di provocare danni enormi all’agricoltura, ai beni culturali e al turismo di queste contrade. L’incredibile caso della discarica di Scicli denunciato da Vanessa Ferreri. L’attacco di Nino Malafarina al Governo regionale: “Supponenza e demagogia”
Come vanno le cose a Castelvetrano? Parliamo del centro di compostaggio (foto sopra) che la politica siciliana, per fronteggiare l’emergenza rifiuti che è ormai presente in quasi tutta la nostra Isola, sta trasformando in una discarica (come potete leggere qui). Abbiamo chiesto ‘lumi’ a Giovanni Lo Sciuto, parlamentare regionale eletto nel collegio di Trapani, nativo proprio di Castelvetrano.
Lo Sciuto ci dice che, in realtà, il centro di compostaggio – che a Castelvetrano è conosciuto come Polo tecnologico Integrato di contrada Airone – non è mai stato completato. E quindi non è mai entrato in funzione. La cosa non ci stupisce. In Sicilia, dai primi anni del 2000 in poi, sono stati appaltati lavori per centinaia e centinaia di milioni di Euro per realizzare centri di compostaggio e isole ecologiche: impianti indispensabili per poter effettuare la raccolta differenziata. Lavori appaltati – nel nome dell’emergenza – prima dall’Agenzia regionale per l’acqua e i rifiuti e, poi, dal dipartimento della Regione che si occupa di questo settore.
L’aspetto, come dire?, ‘misterioso’ di questa vicenda (che poi, come ora diremo, tanto misterioso non è) è che i soldi – tanti soldi pubblici, da perdere il conto! – sono stati spesi, ma la stragrande maggioranza di questi impianti non è entrata mai in funzione. E’ il caso – come ci conferma l’onorevole Lo Sciuto – dell’impianto di compostaggio di Castelvetrano.
Il perché non sono stati completati è presto detto: se li avessero completati, sarebbe venuta meno l’esigenza delle discariche, perché i Comuni dell’Isola, con i centri di compostaggio e le isole ecologiche completati, non avrebbero più avuto alibi per non partire con la raccolta differenziata dei rifiuti. Così, dal 2009 – quando Raffaele Lombardo inaugura il suo Governo con il PD e con l’appoggio di Confindustria Sicilia, mettendo fuori dalla Giunta i partiti di centrodestra che l’avevano votato in massa l’anno prima (le liste del centrodestra, alle elezioni regionali del 2008, avevano quasi sfiorato il 70%!) – la raccolta differenziata dei rifiuti, che dal 2001 fino ad allora, in Sicilia, era stata in crescita, inizia a decrescere. E cresce il ricorso alle discariche, in buona parte private.
Una tendenza, quella del ricorso alle discariche, che il Governo Crocetta ha avallato fino a qualche mese fa (non dobbiamo dimenticare che il presidente Crocetta ha messo fuori dal Governo l’ex assessore Nicolò Marino che stava lavorando per ridurre il peso dei ‘Signori delle discariche).
E oggi? Sarebbe interessante che la Guardia di Finanza, la magistratura penale e la Corte dei Conti appurassero quanto è costato ai siciliani il ‘babbio’ su queste opere appaltate e lasciate in buona parte a metà. Per verificare:
a) con quali procedure sono state appaltate queste opere (ricordiamo che con le procedure di somma urgenza si fa a meno dell’evidenza pubblica);
b) quali imprese hanno realizzato le opere lasciate a metà e perché: i responsabili ci saranno, o dobbiamo pensare che sarà impossibile rintracciare i responsabili?
c) se c’è stato danno erariale e, se ciò si è verificato, a quanto ammonta e chi deve risarcire la collettività.
Detto questo, l’onorevole Lo Sciuto ci ha detto che non è vero che a Castelvetrano stanno portando i rifiuti dei Comuni del Trapanese, del Palermitano e dell’Agrigentino: “Stanno arrivando i rifiuti della sola provincia di Trapani”, precisa il deputato regionale. Sarà, ma noi nell’ordinanza abbiamo letto di tre province.
Dopo di che chiediamo a Lo Sciuto: onorevole, se il centro di compostaggio, come lei stesso dice, non funziona, a maggior ragione i rifiuti non dovrebbero essere portati lì: questa è la prova che a Castelvetrano il Governo regionale sta creando una discarica a umma umma…
“Non è così – ribatte Lo Sciuto -. Il centro di compostaggio non funziona, ma alcuni macchinari sì. Mi riferisco all’impianto per evitare che il percolato vada a inquinare il terreno”.
Ci fa piacere parlare con l’onorevole Lo Sciuto, che è persona gentile. Ma le sue precisazioni non ci convincono: a nostro modesto avviso, il suo partito – il Nuovo Centrodestra Democratico, al quale si richiama, se non ricordiamo male, anche il sindaco di Castelvetrano, Felice Errante – si sta assumendo una grande e grave responsabilità politica, consentendo al Governo regionale di risolvere i problemi che lo stesso esecutivo non ha saputo nemmeno affrontare utilizzando Castelvetrano come discarica. Mettendo a repentaglio l’agricoltura della zona, le aziende agro-industriali, i beni culturali (Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa e le attività turistiche).
Non solo. Noi non crediamo che nel centro di compostaggio mancato di questa cittadina abbancheranno solo i rifiuti dei Comuni della provincia di Trapani (che, detto per inciso, sono già tantissimi!): a Castelvetrano sbologneranno anche i rifiuti di tanti centri del Palermitano, dell’Agrigentino e, forse, anche dei Comuni di altre province.
Del resto, se dalle parti del Nuovo Centrodestra Democratico hanno tanti voti e si possono permettere di perdere pure quelli di Castelvetrano e dintorni, beh, contenti loro…
Da Castelvetrano ci spostiamo in provincia di Ragusa, per la precisione Scicli. Di scena l’ampliamento dell’impianto di gestione dei rifiuti di contrada Cuturi: vicenda che, secondo la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Vanessa Ferreri, “passerà alla storia come testimonianza dell’incompetenza e dell’inadeguatezza del Governo Crocetta e dei dirigenti che gli girano intorno”.
La deputata commenta la recentissima sentenza del TAR Sicilia, sezione di Catania, che, accogliendo il ricorso della società A.Ci.F., ha sospeso il decreto dell’assessore all’Ambiente della Regione siciliana dello scorso Maggio, con il quale si sospendevano le autorizzazioni di compatibilità ambientale sul progetto di ampliamento della piattaforma di trattamento e recupero di rifiuti pericolosi e non.
“Grazie al nostro intervento – sottolinea Vanessa Ferreri – all’indomani dei provvedimenti di autorizzazione all’impianto concessi dal Governo è venuto fuori come questi fossero viziati dalla mancanza in toto del parere favorevole dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) di Ragusa. Anzi, cosa ben più grave, si è cercato di camuffare una mera richiesta di chiarimenti dell’ARPA in parere favorevole. Un abuso che ha poi denunciato l’ARPA stessa”.
“Proprio per questo motivo – prosegue puntuta la parlamentare grillina – nella scorse settimane ho scritto al presidente della Regione Crocetta, affinché tale grave ‘svista’ da parte dei Dirigenti responsabili e firmatari delle autorizzazioni non venga considerata un mero errore frutto di superficialità, stante la rilevanza dell’atto che avrebbe dato il via all’impianto di gestione dei rifiuti, e avrebbe avuto ricadute significative sull’intero territorio di Scicli. Pertanto, ho richiesto formalmente che vengano avviate le procedure per responsabilità dirigenziale e responsabilità disciplinare ex art. 21 del D.Lgs. n. 165/2001, nonché ogni altro provvedimento opportuno, compresa la rimozione o la risoluzione del contratto individuale di lavoro dei due Dirigenti responsabili, non solo per inadempimento agli obblighi contrattuali sanciti nei loro contratti, ma anche per il danno all’immagine arrecato alla Pubblica Amministrazione della Regione”.
Per la cronaca, non è la prima volta che si riscontrano ‘stranezze’ nell’operato di dirigenti e funzionari dell’assessorato al territorio e Ambiente. Proprio sulle discariche – per la precisione, ampliamento di alcune discariche – qualcuno è anche finito in galera, così, tanto per chiarire.
“Apprendo – prosegue la parlamentare – che anche il provvedimento di sospensione delle autorizzazioni, secondo quanto affermato dai giudici amministrativi, è risultato gravemente viziato per un’altra svista procedurale, un banalissimo errore: la mancanza dell’indicazione del termine di durata dell’interruzione. Un altro fulgido esempio della superficialità e della sprovvedutezza con le quali questo Governo e i suoi burocrati, lautamente stipendiati e ‘premiati’ per la loro produttività, si prendono cura degli interessi dei cittadini”.
Quindi l’affondo finale di Vanessa Ferreri:
“Non si perda più tempo e si ponga fine il prima possibile a questa tragicomica vicenda adottando subito il provvedimento di revoca, nella speranza che ci sia qualcuno, tra i funzionari e i dirigenti della Regione, in gradi di redigerlo correttamente”.
Sull’emergenza rifiuti interviene anche con un post su facebook il parlamentare Antonio ‘Nino’ Malafarina:
“In piena estate e in piena stagione turistica, siamo sommersi da un mare di monnezza, senza un piano rifiuti della Regione e per sentirci dire dall’assessore che in Sicilia c’è la lobby delle discariche, come se dovessimo subirle per volontà divina. Sarebbe bastato un piano di intervento razionale per evitarne l’uso senza continuare a far ingrassare i privati. Nel mentre Crocetta propone l’intervento della Protezione civile – sull’onda dell’emergenza – in un perenne stato confusionale che non risolve i nodi strutturali e ci condanna a vivere in città luride. Eppure bastava vedere i piani rifiuti di altre Regioni che da anni funzionano e copiarli. Ammesso che ci sia la capacità di copiare, di risolvere problemi e di ascoltare, ma presunzione, supponenza e demagogia lo impediscono”.
Per un deputato della maggioranza di centrosinistra non c’è male…
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Caro Direttore, la famosa domanda nasce spontyanea:
l'on Lo Sciuto si sta accorgendo adesso che l'impianto di compstaggio non è del tutto terminato?
A parte il diritto/dovere di legiferare, un Deputato Regionale, soprattutto nel collegio dov'è stato eletto, dovrebbe chiedere aggiornamenti sui lavori di strutture di così tanta rilevanza ambientale per tutto il territorio ( non solo di Castelvetrano) e, nel caso in cui dovesse percepire che c'è qualche cosa che non marcia nel senso giusto, dovrebbe immediatamente intervenire di persona, non nascondendosi dietro le competenze di questo odi quel funzionario comunale o regionale. Né tantomeno non si sapeva che l'impianto non era completo e non era entrato in funzione al 100%. Siamo tutti bravi a gridare "dopo", ma quando dovremmo sorvegliare il perché tanti lavori pubblici non vanno avanti, troviamo sempre il modo per dire "lo dicevo, io lo dicevo che le cose non andavano".