Fa discutere, a Favignana, il progetto un po’ folle (ma in Sicilia, ormai, tra Renzi e Crocetta, siamo abituati a ogni sorta di speculazione) di una centrale a gasolio. In alternativa c’è il collegamento dell’isola con la Rete di Trasmissione Nazionale (RTN). E proporre questa alternativa alla centrale inquinante sono gli isolani e i villeggianti che hanno dato vita a GREENEGADI, il comitato che propone l’interconnessione con RTN. Tra questi c’è Monica Modica, alla quale abbiamo posto qualche domanda
Inceneritori di rifiuti da disseminare qua e là in Sicilia (uno anche nella Valle del Mela, in provincia di Messina, angolo della nostra Isola già super-inquinato). E negli arcipelaghi siciliani niente affari? Niente inquinamento? ‘Tranquilli’ (si fa per dire): almeno a Favignana un ‘progettino’ per fare arrivare un po’ di ‘sano’ inquinamento nelle isole Egadi c’è: una nuova centrale a gasolio da realizzare tra Cala Azzurra e Bue Marino.
Il ‘progettino’ è della Sea spa, la società che produce energia elettrica a Favignana. Si punta a realizzare, in un’area di due ettari, una grande centrale elettrica da 25 megawatt. Si parla di capannoni industriali in cemento armato, serbatoi, silos, strade. Quindi una sala macchine con sette generatori a gasolio che opererebbero 24 ore su 24. Bontà loro, si prevede di ridurre le emissioni di sostanze inquinanti: ridurle e non eliminarle, perché non si possono eliminare. Isolani e turisti potranno ‘ammirare’ tre bei fumaioli alti oltre 10 metri. Per addolcire la ‘pillola’ sono previsto pannelli fotovoltaici.
Ma è davvero necessario deturpare Favignana con un’opera così ‘pesante’ dal punti di vista paesaggistico ed ecologico?
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Monica Modica, che fa parte del comitato promotore, GREENEGADI, che si batte per la realizzazione di un progetto alternativo alla centrale a gasolio: l’interconnessione con la Rete di Trasmissione Nazionale attraverso un cavidotto sottomarino.
“A Favignana – ci dice Monica Modica – sono in tanti ad essere preoccupati. A cominciare dai residenti. Dai cittadini ai titolari di bar, alberghi, supermercati, farmacie, panifici, macellerie e, in generale, attività commerciali. Preoccupati sono anche i villeggianti e e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Così, tutti insieme, abbiamo deciso di proporre un’alternativa a una centrale che inquinerebbe e deturperebbe Favignana”.
Sembra che sul progetto alternativo alla centrale a gasolio ci sia grande coesione.
“E’ così. E’ la prima volta che, a Favignana, una comunità intera si trova coesa nel percorrere la stessa strada, unita per il bene comune. Insomma, si percepisce concretamente la necessità di tutelare la propria terra per un futuro fatto di energia pulita”.
Ci può illustrare, per grandi linee, il progetto di interconnessione con la rete nazionale?
“È un progetto semplice da realizzare. Questo perché Favignana è l’isola più vicina alla terraferma, circa 7 chilometri. Inoltre è ipotizzabile una connessione ad anello Marsala-Favignana-Levanzo-Trapani che comprenderebbe anche la piccola isola di Levanzo. È un’opera economica. Infatti la connessione in Media Tensione (20KV) comporterebbe un investimento di 10 milioni di Euro circa; una spesa fatta una sola volta che genererebbe un risparmio annuale per la collettività di circa 8 milioni di Euro. Questa è la cifra che la CSEA (Cassa Servizi Energetici e Ambientali) spende ogni anno per rimborsare il gasolio alle imprese elettriche minori di Favignana e Levanzo”.
Che tempi di realizzazione prevedete?
“Poche settimane per la posa, circa un anno per il progetto e le autorizzazioni. Parliamo di energia pulita, nessun impatto paesaggistico ed ambientale. E un netto miglioramento delle condizioni ambientali, perché verrebbero finalmente chiuse le centrali a gasolio, azzerando le emissioni di anidre carbonica. Con l’interconnessione Favignana e Levanzo possono aspirare al valore teorico del cento per cento di energie rinnovabili. Il collegamento la Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) rappresenta una grande batteria di accumulo virtuale che risolve il problema della discontinuità e non programmabilità delle fonti rinnovabili, fattori che sono invece alla base dei limiti di penetrabilità delle stesse energie rinnovabili nelle reti non interconnesse. Per non parlare della possibilità di utilizzare la cosiddetta banda larga”.
Ovvero?
“Il nostro progetto accelera il processo della banda larga per le isole di Favignana e Levanzo. Il cavo sottomarino, infatti, contiene già al proprio interno una la fibra ottica”.
L’Amministrazione comunale che posizione ha assunto?
“Siamo certi che l’amministrazione comunale sarà in prima linea con i suoi cittadini”.
Foto tratta da altremele-questeinsolitevacanze.blogspot
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