A Novembre i giudici del TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) si pronunceranno sul merito del ricorso sulla ZTL (Zona a Traffico Limitato). Logica vorrebbe che l’Amministrazione comunale – anche per bon ton istituzionale – attendesse il giudizio dei magistrati amministrativi. Ma a Palermo la logica e il bon ton istituzionale non sono di casa. I rilievi del vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta. I debiti dell’AMAT e il parco mezzi ormai vetusto
Proprio nelle stesse ore in cui Fabrizio Ferrandelli annuncia la sua candidatura a sindaco di Palermo, l’attuale Amministrazione comunale di Leoluca Orlando si prepara, di fatto, ignorando i pronunciamenti dei giudici del TAR Sicilia e del CGA, a riproporre la Zona a Traffico Limitato (ZTL). A noi quello che si racconta sembra assurdo, anche perché, a Novembre, il Tribunale Amministrativo Regionale si pronuncerà sul merito del ricorso presentato da associazioni e cittadini non contro la ZTL, ma contro le modalità con le quali il Comune ha provato a introdurla.
Ribadiamo: anticipare il pronunciamento dei giudici amministrativi non è solo, come dire?, mancanza di bon ton istituzionale verso la magistratura, ma anche una forzatura irrazionale. Ricordiamo che il TAR ha già sospeso la ZTL istituita dal Comune di Palermo. Con l’Amministrazione che è stata costretta a restituire i soldi ai cittadini.
Che cosa succederebbe se il TAR dovesse ‘bocciare’, anche nel giudizio di merito una ZTL che il Comune – come sembrerebbe – si accinge a ripristinare? Per la seconda volta nel giro di pochi mesi l’Amministrazione Orlando sarebbe chiamata a restituire i soldi ai cittadini?
Sulla vicenda interviene Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale, PD, protagonista politico del ricorso al TAR che ha portato al blocco della ZTL:
“Trovo illogica – scrive Nadia Spallitta – la scelta dell’Amministrazione di mantenere inalterato il sistema delle ZTL di fronte all’allarme smog, lanciato dal Comune stesso, che dimostra in primo luogo l’inadeguatezza dell’attuale Piano generale del traffico urbano (Pgtu), inidoneo a garantire evidentemente salute pubblica e sicurezza. Le ZTL, infatti, sono uno degli strumenti di tutela ambientale, ma ne esistono tanti altri, evidentemente non previsti dal vigente Pgtu, o inadeguati. Inoltre, se alcune aree o strade sono altamente inquinate, è impensabile allora proporre il transito sulle stesse aree dietro pagamento di una tariffa. Questo tipo di soluzione non risolve il problema ambientale che, chiaramente, deve essere affrontato in modo distinto rispetto alle esigenze economiche”.
“Insistere sulla proposta di ZTL, senza aver ottemperato alle corrette indicazioni di TAR e CGA – precisa l’esponente del PD – mette a rischio non solo la salute (perché pagando si può continuare a inquinare), ma anche la mobilità, perché non esistono al momento strumenti di trasporto pubblico alternativo al mezzo privato”.
Nadia Spallitta sintetizza in sette punti le proprie perplessità:
1) le linee del Tram non toccano le aree ZTL;
2) il trasporto pubblico su gomma è stato drasticamente ridimensionato dalla Giunta che a Dicembre ha soppresso ben 34 percorsi con altrettante linee;
3) la percorrenza chilometrica degli autobus si è ridotta ed è passata da 19 a 14 milioni di chilometri con conseguente riduzione dei servizi alla collettività (dati budget AMAT 2016);
4) la vendita di biglietti e abbonamenti per i mezzi pubblici, nel primo trimestre 2016, registra un incremento di circa 350 mila Euro. Incremento assolutamente risibile rispetto ai costi milionari affrontati nello stesso periodo. Tra l’altro si registra una riduzione futura nella vendita di biglietti (dati budget AMAT 2016);
5) la velocità chilometrica dei mezzi è pari 10-11 km/h, una delle più basse d’Italia. Lentezza che non incentiva l’uso del mezzo pubblico;
6) l’acquisto di nuovi mezzi (21 nel 2016 e 58 nel 2017) non rappresenta un incremento del parco mezzi, ma una semplice sostituzione degli autobus vetusti. Il parco mezzi dell’AMAT è tra i più vecchi d’Italia, con 483 autobus di cui 200 di età compresa tra i 15 e i 25 anni e 100 autobus di circa 20 anni, quasi tutti a benzina e inquinanti (dati Piano industriale AMAT 2016). Inoltre, in atto è in funzione mediamente solo il 47% dei mezzi che un’età inferiore ai 10 anni. Per cui l’acquisto di altri bus, con la dismissione di quelli vecchi, è espressione di ordinaria amministrazione e non certamente incremento e potenziamento del servizio;
7) con rifermento al piano alberi l’Amministrazione continua a votare varianti urbanistiche che riguardano aree incolte o di verde agricolo per realizzare case, chiese e attività commerciali, con consumo del territorio e una riduzione del verde. La piantumazione di 2.000 alberi in programma – peraltro forse in compensazione di quelli abbattuti per fare spazio al Tram – rappresenta uno strumento inadeguato per il contenimento dell’inquinamento che l’Amministrazione, con le sue varianti (che comportano urbanizzazione, creazione di strade e traffico veicolare), contribuisce a determinare. Alla città servono parchi urbani.
“In sintesi – conclude la vice presidente del Consiglio comunale di Palermo – non mi sembra che questa proposta dell’Amministrazione rappresenti nulla di nuovo e, soprattutto, non contenga alcuna vera idea di tutela del nostro territorio, di contenimento dell’inquinamento e di programmazione di interventi strategici, razionali e funzionali. In questo contesto reiterare ZTL a pagamento per tutti non risolverà il problema. Anzi lo aggraverà qualora non si decidesse di passare prima per una rivisitazione organica di un Pgtu superato e che necessita di un immediato aggiornamento”.
Il Comune, da parte sua, si è incartato con il Tram: per metterlo in moto ha costretto l’AMAT – l’azienda per il trasporto pubblico delle persone chiamata a gestire il Tram – a sbaraccare alcune linee servite dai mezzi gommati. Così, da Gennaio, Palermo assiste a un paradosso: pur di far partire il Tram – scelta che sembra più ideologica che ingegneristica – il Comune ha ridotto drasticamente i servizi di trasporto in alcune aree cittadine (per lo più periferie), facendo muovere un Tram che serve un numero di cittadini di gran lunga inferiori a chi oggi è penalizzato dalla riduzione del trasporto gommato.
Disagi e costi in più: gli introiti del Tram non bastano a pagare il servizio: cosa, questa, che appesantisce i conti dell’AMAT. Da qui la necessità del Comune di Palermo di trovare i soldi per il Tram ricorrendo alla ZTL. Anche se all’AMAT non mancano gli sprechi (come potete leggere qui).
Per non parlare di altri sprechi dell’AMAT dei quali parleremo più tardi in un altro post.