Referendum 3/ Senato della Repubblica o dopolavoro bocciofilo?

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Continua il nostro ‘viaggio’ che si propone di illustrare ai nostri lettori le ‘riforme’ costituzionali, o presunte tale, elaborate dal Governo Renzi (che, per l’occasione, si è arrogato anche il ruolo di ‘costituente’). Oggi esaminiamo il ‘nuovo’ Senato che dovrebbe prendere forma, ammesso che Renzi e la sua ‘band’, nel prossimo Autunno, vinca il referendum. Qui troverete tutte le assurdità di una riforma del Senato fatta con i piedi. Leggendo questo articolo avrete chiaro quanto sia ridicolo che personaggi del genere si sostituiscano a un’Assemblea costituente (nella foto potete ammirare i due ‘costituenti’…)

Il nuovo Senato è composto di 95 senatori più quelli a vita, ovvero ex Presidenti della Repubblica, più cinque cittadini che abbiamo illustrato la Patria (La Patria!) per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Non si capisce che contributo possano dare questi illustri cittadini all’interno di un’assemblea di rappresentanze territoriali. Ce lo spiegherà il Presidente della Repubblica quando li nominerà.

A differenza dei senatori a vita, gli altissimi meriti di questi senatori durano solo 7 anni, come le disgrazie e poi più nulla. Nulla è poi detto degli attuali senatori a vita già nominati per meriti. Forse scadranno con il prossimo Senato, forse   saranno abbattuti.

Sappiamo già (qui) che il Senato rappresenta le autonomie. Paradosso dei paradossi (lo vedremo in dettaglio più avanti), in questo pasticcio costituzionale una cosa è chiara: la mortificazione delle autonomie a tutti i livelli, dal regionale a scendere. I nuovi senatori avranno solo il compito notarile di certificarla.

Sappiamo anche che i senatori rappresentano le autonomie. Quali autonomie? Sembrerebbe logico che debbano rappresentare le autonomie dai cui organi sono stati eletti. Ma non è così, perché non è previsto il vincolo di mandato. Chi o che cosa rappresentano allora i senatori eletti all’Assemblea regionale siciliana? Chi o che cosa rappresenta il sindaco di una città siciliana? Tutto il Paese? Ma non è detto al nuovo articolo 55.3 che solo i deputati rappresentano la Nazione?

Il Senato è come una pena infernale, è eterno. Non finisce mai. Più esattamente, e meno tragicamente, è come il vino perpetuo. Mentre la Camera dura 5 anni e si rinnova completamente, il Senato si rinnova nei suoi componenti, ma non nel suo plenum .

Dice la Ministra Maria Elena Boschi: “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi territoriali dai quali sono stati eletti”, ovvero con la propria personale permanenza in carica di Presidente della Regione, di consigliere regionale o di sindaco. Se l’organo elettivo dura cinque anni, il senatore dura cinque anni, se dura di meno (per scioglimento, o altra causa), dura di meno). Chi va a casa per qualunque motivo viene sostituito. E la giostra continua a girare.

Un laticlavio (la veste senatoriale degli antichi  romani) non si nega a nessuno. Ogni Regione ha diritto ad almeno due senatori (“non può avere un numero di senatori inferiore a due” recita la Boschi). Ciascuna delle Province di Trento e Bolzano ne ha due. Anche la piccola, tenera, Heidi, la Val d’Aosta, con appena 127.000 abitanti ha i suo bravi due senatori, proprio come la Sardegna e la Liguria, che ne hanno, di abitanti 1.500.000 circa ciascuna. Scherzi  della statistica? Forse.

La distribuzione della popolazione in Italia è questa: su circa 60 milioni di abitanti, 40 milioni vivono nel Centro Nord e 20 milioni circa nel Centro Sud. Ne consegue che il Senato, per il 66%, sarà composto da senatori del Centro Nord e per il 33% da senatori del Centro Sud. Se a questo aggiungiamo che i senatori non hanno vincolo di mandato e che al Centro Sud verranno eletti in maggioranza ‘ascari’, ne consegue che il Sud non ha niente da aspettarsi dal nuovo Senato. Ammesso, ma non concesso, che il nuovo Senato serva a qualcosa.

Che succede a un consigliere regionale o a un Presidente della Regione o a un sindaco che viene eletto senatore e che non può non cumulare le due cariche? La Boschi prevede che il regolamento del Senato regolerà l’uso dei campi di bocce e l’intero calendario del dopolavoro senatoriale per evitare che vi siano incompatibilità (= pericolo concreto di lavorare).

Inopinatamente, ai senatori si applicherà l’art 68 della Costituzione, quello delle immunità parlamentari, dell’insindacabilità per le opinioni espresse e i voti dati, l’autorizzazione all’arresto, etc.

Una pacchia! Si aprirà un suk di elezioni al Senato di amici in pericolo con scambi al più alto livello di moralità e onorabilità. Con una strada più breve da percorrere (Roma invece che Bruxelles e al bisogno e non alla scadenza del Parlamento europeo).

I senatori, poverini, non riceveranno un’indennità come i deputati. I senatori si dovranno accontentare dell’indennità già goduta da consigliere o da sindaco, più rimborso spese. Il tutto però fino a quando con legge dello Stato non verranno stabiliti i nuovi emolumenti nel limite dell’importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.

Chiariamo. Con legge dello Stato (campa cavallo!) verrà stabilito (ma non si poteva dire subito?) che i senatori  prenderanno quanto i consiglieri regionali, i quali prenderanno un’indennità pari a quella del sindaco capoluogo di Regione. E chi determina le indennità del sindaco del capoluogo di Regione? In Sicilia i consiglieri regionali . . .

Fine terza puntata/ Continua

Qui potete leggere le prima due puntate del nostro ‘viaggio’ tra le ‘presunte ‘ riforme costituzionali proposte dal Governo Renzi:

Il nostro No a questa riforma ridicola 

La riforma che abolisce il bicameralismo tout court

 

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