Ieri in Commissione Bilancio della Camera, sono stati bocciati gli emendamenti di Forza Italia e Movimento 5 Stelle che miravano a contenere i danni dell’accordo. Il sottosegretario Bressa si è appigliato al si dell’Assemblea regionale siciliana per giustificare il furto di risorse ai Siciliani. L’appassionato intervento di Alessio Villarosa (M5S)
Vergognosa seduta ieri della Commissione Bilancio di Montecitorio dove, come vi avevamo annunciato, si è discusso del patto scellerato firmato da Rosario Crocetta con il Governo nazionale che incapretta 5 milioni di Siciliani. Questo patto, ricordiamo, inserito in maniera forzosa nella legge di variazioni del Bilancio approvata dall’Ars (in allegato trovate gli approfondimenti) aveva suscitato anche i dubbi dei giuristi che ne avevano sottolineato l’incostituzionalità (le previsioni dello Statuto non possono essere modificate con legge ordinaria). Da qui il dibattito a Roma.
Ebbene quello che è successo ieri va oltre ogni immaginazione e conferma che la legge e la Costituzione (quindi lo Statuto che ha rango costituzionale) per questo Governo nazionale e per questa maggioranza di ‘miracolati’, sono un optional. Ne fanno quello che vogliono, sulla scia dei monarchi legibus solutus, al di sopra di ogni legge.
In buona sostanza a difendere l’accordo truffa in Commissione è stato mandato il sottosegretario agli Affari Regionali, Gianclaudio Bressa. Che pur essendo trentino, quindi esperto in materia di Autonomie regionali, è pur sempre del PD e in quanto tale nemico della Sicilia (eccezione fatta per Angelo Capodicasa che dell’accordo ha parlato malissimo).
Bressa, infatti, si è arrampicato sugli specchi citando a sproposito parti di sentenze della Corte Costituzionale. Per inciso, non è nuovo a citazioni storpiate : l‘anno scorso ha attribuito a Jim Morrison dei Doors una frase che era invece dello scrittore americano Jim Harrison. La frase è la seguente: ‘Non esiste la verità, ci sono solo storie”. Frase che descrive esattamente il suo comportamento di ieri: ha raccontato storie, anzi storielle per sigillare il furto in danno dei Siciliani. Altro che verità.
Ha per esempio ricordato, a proposito di sentenze, che la Corte Costituzionale ha esortato la Regione Siciliana e lo Stato- nell’ambito degli annosi contenziosi relativi agli scippi di tributi che spetterebbero alla Sicilia ma che si frega Roma- a seguire la strada di ‘accordi pattizi’. Peccato che la Suprema Corte, ma questo Bressa non lo ha letto- ha sempre esortato lo Stato ad essere leale (presupponendo quindi che non lo sia mai stato) e peccato che la Corte non abbia mai detto in nessuna sentenza che in questi accordi la Sicilia doveva rimetterci pesantemente, né che lo Statuto si cambia con legge ordinaria.
Insomma, Bressa ha ricordato quello che gli conveniva ricordare. Senza pudore. Storielle non verità come diceva Jim Morrison, pardon Jim Harrison.
Ma la cosa più grave per noi è che, per sostenere la legittimità dell’accordo, Bressa ha citato più volte il sì dell’Assemblea regionale siciliana alla legge che contiene il patto. In pratica, e anche questo ve lo avevamo detto, l’Ars degli ascari (mercenari) ha fornito l’alibi al Governo romano con una mossa politica che ha fregato i Siciliani ma ha garantito ai servi siciliani la gratitudine delle segreterie nazionali.
Di conseguenza la Commissione (vi daremo presto tutti i nomi) ha votato NO alle proposte di modifiche di Forza Italia e del Movimento 5 stelle che chiedeva la soppressione del patto scellerato.
Molto appassionato l’intervento di Alessio Villarosa componente M5S della Commissione Bilancio a Roma che, come potete vedere nel video qua sotto, insieme con la collega Giulia Grillo, ha sbugiardato Bressa e compagni citando anche i moniti della Corte dei Conti siciliana sulla slealtà dello Stato nei confronti della Sicilia e gli ormai famosi 7 miliardi di euro che la Sicilia dovrebbe incassare ma che Roma continua a fagocitare (altro che l’elemosina dei 500 milioni previsti dal patto). Un passaggio anche sulla incredibile rinuncia ai contenziosi con lo Stato firmata da Crocetta, ovvero agli effetti favorevoli per la Sicilia delle sentenze della Corte Costituzionale.
Ma non è servito a nulla dinnanzi alla compattezza di una maggioranza sempre più simile alla banda Bassotti. O peggio….
La resa dei conti finale si celebrerà nell’Aula di Montecitorio. Vedremo cosa faranno i deputati siciliani….
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