A Montecitorio si sono accorti non soltanto che è già temerario travolgere con una legge ordinaria i diritti statutari di una Regione ad Autonomia speciale, ma anche che Governo regionale e Parlamento siciliano, sulla storia dei 500 milioni di Euro, si contraddicono l’un l’altro. Vi raccontiamo come Renzi, Crocetta, Ardizzone e gli ‘intellettuali’ della Segreteria generale dell’Ars hanno ‘novellato’ la Scienza delle finanze inventando l’IRPEF prima restituita dallo Stato alla Regione che, poi, la Regione restituisce allo Stato…
Mentre in Sicilia l’immondizia non raccolta comincia a sommergere alcuni centri abitati (aspettando Bellolampo e la riapertura delle discariche di Misterbianco e Siculiana: la munnizza come metafora della Sicilia e, soprattutto, dell’attuale Governo regionale…), oggi, alla Camera dei deputati, dovrebbe riprendere il dibattito sul disegno di legge n. 3926: si tratta della “Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio”. In questo provvedimento (che potete leggere qui) il Governo Renzi ha ‘infilato’ il ‘Patto scellerato Atto II’ siglato dallo stesso Renzi con il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Si tratta di un accordo-capestro, di natura para-leonina che ‘incapretta’ 5 milioni di Siciliani per i prossimi anni.
La scorsa settimana, in un sussulto di dignità politica, parlamentare e istituzionale, l’assemblea di Montecitorio ha interrotto e rinviato la discussione ad oggi la discussione su tale provvedimento (come vi abbiamo raccontato in questo articolo).
Come finirà ‘sta storia? L’obiettivo del Governo Renzi è ‘spremere’ quanto più possibile la Sicilia. Il motivo è semplice: a Roma sanno che il Governo di Rosario Crocetta ha combinato un sacco di danni. A cui si sono sommati i danni provocati, nell’ultimo anno, dal sottosegretario, Davide Faraone (sua la responsabilità della già citata munnizza non raccolta in tanti centri dell’Isola, se è vero che è stato lui a imporre alla Giunta Crocetta l’assessore con delega ai rifiuti, Vania Contraffatto, che da qualche giorno non parla più).
Persa per persa – questo è il ragionamento di Renzi e dei suoi ‘giannizzeri’ – tanto vale arraffare tutto il possibile dalla Sicilia, perché nell’Isola il centrosinistra non li vincerà più le elezioni regionali per i prossimi vent’anni.
Però c’è un problema di dignità istituzionale che l’assemblea di Montecitorio vorrebbe quanto meno schivare. In Sicilia, infatti, il Governo della Regione e il Parlamento dell’Isola in merito a questa vicenda, si sono coperti di ridicolo. Per rendersene conto basta raffrontare tre elementi: la legge di stabilità regionale 2016, la legge di variazioni di Bilancio 2016 e il ‘Patto scellerato Atto II’ firmato qualche settimana da Crocetta.
Se volete cominciare la settimana con un bel sorriso leggete quello che ora vi racconteremo facendo parlare i fatti: cioè le leggi approvate dall’Ars su input del Governo e della presidenza dell’Ars e il nuovo ‘Patto’ firmato da Renzi e Crocetta.
Partiamo dalla legge di stabilità regionale. Nella quale i ‘famigerati’ 500 milioni che il Governo Renzi, lo scorso Febbraio, si è impegnato a erogare alla Regione siciliana (e di cui ancora – e siamo a metà Luglio – non c’è traccia…) sono stati iscritti come accantonamenti negativi. In pratica, sono stati inseriti fra le entrate per finanziare capitoli di spesa!
In barba alle prescrizioni della Corte dei Conti che ha espressamente chiesto all’Ars di non inserire più nelle manovre finanziarie entrate in ‘divenire’ – e soprattutto in violazione del decreto legislativo n. 118 del 2011 che non prevede il ricorso ad accantonamenti negativi – l’Ars ha approvato una legge di stabilità finanziando settori dell’Amministrazione con soldi che non ci sono!
Ribadiamo: quello che il Parlamento siciliano ha fatto non si può fare, non è previsto dalla legge. Ma siccome la presidenza dell’Ars aveva il placet del Governo nazionale (che con l’abolizione dell’ufficio del Commissario dello Stato è diventato un improprio ‘giudice delle legge’ approvate dall’Ars), l’hanno fatto e se ne sono fregati.
Anzi: il Parlamento dell’Isola ha fatto di più: non solo ha inserito nella legge di stabilità regionale 2016 entrate che non ci sono, ma ha anche scritto che i soggetti che dovrebbero percepire questi soldi (tra questi, ad esempio, i Comuni) potranno spendere queste risorse finanziarie quando lo Stato, bontà sua, li erogherà. Una follia istituzionale prima che contabile.
Nei mesi successivi – e siamo arrivati ai nostri giorni – Crocetta vola a Roma per siglare il secondo ‘Patto scellerato’ con Renzi (il primo ‘Patto scellerato’ Rosario da Gela l’ha siglato nel Giugno di due anni fa, quando ha regalato a Roma circa 5 miliardi di Euro frutto di sentenze della Corte Costituzionale in materia finanziaria favorevoli alla Sicilia). In cambio dei soliti 500 milioni di Euro (sono sempre quelli che il Governo Renzi si era impegnato ad erogare alla Regione lo scorso Febbraio), Crocetta torna a ‘incaprettare’ i Siciliani.
Nel secondo ‘Patto scellerato’ (che noi vi abbiamo illustrato in tre puntate e che potete leggere qui) Crocetta non si limita ad appioppare alla Regione una serie di incredibili penalizzazioni, ma – per la seconda volta in due anni – rinuncia a contenziosi finanziari in essere tra Regione e Stato, senza nemmeno aver fatto conoscere a una ‘distratta’ Assemblea regionale siciliana la posizione il parere dell’Ufficio Legislativo e Legale della Regione siciliana (come potete leggere qui).
Il mancato coinvolgimento dell’Ufficio Legislativo e Legale sulla rinuncia a tali contenziosi non è un fatto secondario. La commissione Bilancio e Finanze dell’Ars potrebbe convocare il dirigente generale dell’Ufficio Legislativo e Legale per farsi raccontare come stanno le cose. Se, come ha detto in Aula la capogruppo del PD all’Ars, Alice Anselmo, Crocetta avrebbe fatto bene a rinunciare a tali contenziosi perché la Region sarebbe stata soccombente non ci dovrebbero essere problemi (a parte il fatto che qualcuno potrebbe obiettare: ma come fa l’onorevole Anselmo a saperlo prima? è una ‘maga costituzionale’?).
Ma se le cose non dovessero stare così il dirigente generale dell’Ufficio Legislativo e Legale sarebbe vincolato alla verità e sarebbe il patatrac… Dovrebbero essere le opposizioni a chiedere l’audizione, in commissione Bilancio e Finanze, del dirigente generale dell’Ufficio Legislativo e Legale della regione. Lo faranno?
Ma il problema del secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta non sta solo nelle penalizzazioni a carico di 5 milioni di Siciliani e nella reiterata rinuncia ai contenziosi finanziari con lo Stato. Il problema è che, in questo secondo ‘Patto scellerato’, ci sono scritte cose che cozzano con le leggi approvate dall’Ars.
Come abbiamo già ricordato, nella legge di stabilità regionale 2016 questi benedetti 500 milioni di Euro sono stati iscritti nella manovra come accantonamenti negativi. E finanziano capitoli indicati con precisione. Mentre nel ‘Patto scellerato Atto II’ c’è scritto che con questi 500 milioni di Euro si possono pagare – peraltro solo a certe, particolari condizioni (cioè quando i soldi finiscono) – rate di mutui e stipendi.
Quale sarebbe la verità? Quella scritta nel ‘Patto’ o quella scritta nella legge regionale di stabilità 2016?
Di più: nella legge di variazioni di Bilancio 2016 approvata nei giorni scorsi dall’Ars c’è scritto che questi 500 milioni di Euro sono restituzione di IRPEF dello Stato alla Regione a valere sull’articolo 36 dello Statuto. Ma nel ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta c’è scritto che, dopo che la Regione avrà speso questi 500 milioni di Euro, li dovrà restituire!
Renzi a Roma e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, con il codazzo della Segreteria generale del Parlamento siciliano hanno ‘novellato’ la Scienza delle finanze, inventando un’IRPEF assegnata dallo Stato alla Regione siciliana che poi si trasforma in soldi da restituire allo stesso Stato. Sarebbe questo – presidente Ardizzone – il modo di applicare l’articolo 36 dello Statuto? Siamo alla farsa!
Insomma, quel ‘genio’ del presidente dell’Ars, Ardizzone – e, soprattutto, i ‘geni’ della Segreteria generale dell’Ars, pagati fior di soldi! – non si sono nemmeno accorti di aver inserito nella legge di variazioni di Bilancio 2016 un ‘Patto scellerato’ che, sui 500 milioni di Euro, dice cose diverse da quello che dice la stessa legge!
Siamo all’apoteosi del pressappochismo legislativo: dilettanti allo sbaraglio!
Ovviamente, di tutto questo si sono accorti a Montecitorio. Dove gli alti burocrati sono un po’ meno ‘distratti’ dei ‘Tanucci’ della Segreteria generale dell’Ars. E infatti il papocchio è stato fermato.
Certo, è stato fermato anche perché molti parlamentari nazionali si rendono conto che, con una legge ordinaria, non si possono travolgere i diritti statutari di una Regione ad Autonomia speciale (soprattutto perché lo Statuto siciliano è costituzionalizzato e non mancherebbe una pioggia di ricorsi).
Detto questo, se Governo regionale e Parlamento siciliano si sono coperti di ridicolo approvando ‘Patti’ romani e leggi siciliane che si contraddicono tra loro, a Montecitorio ci tengono a non emulare quanto fatto in Sicilia.
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