Riecco il rigassificatore di Porto Empedocle: gli affari prima di tutto…

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Dobbiamo ammetterlo: non sanno risolvere emergenze e neanche gestire l’ordinaria amministrazione. Ma quando si parla di business, sono insuperabili. E non poteva essere altrimenti con un assessorato all’Energia in mano a Faraone padre e a Faraone figlio…Ma ad Agrigento promettono battaglia…

Viviamo in una perenne emergenza rifiuti degna del più incivile dei Paesi. Che continua ad essere irrisolta (stamattina vi aggiorniamo sulle ‘solite’ novità, come potete leggere qui).

Solo provvedimenti tampone e solite discariche. Solo parole che serviranno a ben poco se non a confermare l’incapacità di un Governo e di un assessorato, in particolare, quello guidato dalla faraoniana, Vania Contrafatto.

Quando si tratta di affari, però, sono tutti bravi. Magari non lo è tanto l’assessora, ma guidata come è da Davide Faraone e da suo padre (descritto come un deus ex machina negli uffici dell’assessorato all’Energia e ai Rifiuti),probabilmente, lo diventerà presto.

E già, infatti, dal suo assessorato partono i primi segnali e sono grossi. Dopo anni di limbo, dovuto ad alcune inchieste giudiziarie, a qualche problema ‘burocratico’ e a qualche problema di liquidità dell’Enel, torna in augue il controverso progetto del rigassificatore di Porto Empedocle.

La Regione, infatti, ha praticamente dato il via libera al gasdotto che collegherà l’impianto alla rete nazionale. Un decreto del Dipartimento dell’ Energia, il numero 400, ha detto che è tutto a posto. I Comuni interessati dalle opere sono Agrigento, Porto Empedocle, Joppolo Giancaxio e Raffadali.

Cosa bolle in pentola? L’Enel dovrebbe confermare il suo disinteresse e vendere il progetto. Chi saranno i nuovi affaristi che si accaparreranno l’opera e quanto saranno grati a chi gli sta spianando la strada? Quanti soldi riceveranno dallo Stato, quindi dalle nostre bollette? Tanti, nel momento in cui verrà dichiarato di interesse nazionale.

Ricordiamo che si tratta di impianti ad alto rischio incidente (direttiva di Seveso) perché prevedono la costruzione di enormi serbatoi di gas, sarà piazzato a pochi chilometri dalla Valle dei Templi (roba che neanche in Uganda…), porterà pochissimi posti di lavoro (una ottantina), avrà un impatto devastante sul mare e sulla costa (non si potrà pescare nell’area che sarà inondata da enormi navi piene di gas liquido- le navi gasiere come quella che vedete in foto- da trattare nell’impianto) e che a guadagnarci saranno solo i soliti noti.

Diverse regioni italiane- la Puglia in primis- hanno mandato al diavolo i rigassificatori. In Sicilia, come al solito, tutto è consentito dai Governi più bravi a fare business che ad amministrare.

Intanto, nell’agrigentino, si anima il dibattito. Ricordiamo che nuovo sindaco di Porte Empedocle è un esponente del movimento 5 Stelle, Ida Carmina, e questa è la prima dura prova che dovrà affrontare.

Anche se a muoversi, intanto, è il Movimento 5 stelle di Agrigento che chiede un rinnovo dell’impegno del Sindaco, Lillo Firetto, “a contrastare il progetto del rigassificatore, così come manifestato in campagna elettorale e così come hanno chiesto gli agrigentini che sino espressi in un referendum”.

“E’ stato pubblicato il DRS 400 del Dipartimento Regionale dell’Energia – dice la capogruppo in Consiglio Comunale del M5S, Marcella Carlisi – relativo all’accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio approvazione del progetto e dichiarazione di pubblica utilità per il gasdotto di collegamento tra il rigassificatore e la rete nazionale del gas. Ricordiamo che il Comune di Agrigento, nella passata amministrazione, ha impugnato il decreto regionale di autorizzazione del gasdotto alla Snam Rete Gas”.

“Leggiamo – continua Carlisi – di una perdita di interesse da parte dell’Enel per il rigassificatore, il progetto verrà messo all’asta con le rinnovate autorizzazioni. Si attende che il MISE lo dichiari di importanza strategica per il Paese perché il prezzo schizzi in alto e piova denaro sugli investitori, a cui poco importa di aggredire un territorio che si professa a vocazione turistica. Ci aspettiamo che il Sindaco rassicuri la città e il Consiglio comunale riguardo l’opposizione ad un’opera che i cittadini hanno manifestato di non volere anche nel referendum cittadino”.

Al momento, la rassicurazione è arrivata per bocca del vicesindaco di Agrigento, Elisa Virone: “Sin dal suo insediamento questa amministrazione ha rappresentato il chiaro indirizzo di confermare la volontà manifestata dalla precedente amministrazione. Da ultimo nel mese di Luglio scorso la Giunta Comunale si é chiaramente espressa al riguardo rappresentando il proprio avviso contrario in sede di valutazione strategica. Come abbiamo già avuto modo di evidenziare porteremo avanti le attività giudiziali proposte costituendoci in ogni grado di giudizio. Anche il recente DRS 400 del Dipartimento Regionale dell’ Energia è in queste ore oggetto di valutazione ai fini della sua impugnativa”.
Vedremo come andrà a finire.

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