Ieri in Puglia. E domani? In qualunque punto delle migliaia di km a binario unico del Sud e della Sicilia!

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La tragedia ferroviaria in Puglia ricorda l’incidente verificatosi nel 1969, in Sicilia, nel tratto ferroviario della galleria di Barcellona Pozzo di Gotto. Con un ragazzo morto tra le lamiere prima che potesse essere liberato. I suoi occhi terrorizzati me li ricordo ancora. E anche le parole dei politici, allora come oggi, sono le stesse…

Tra qualche giorno l’eco della tragedia ferroviaria in Puglia si spegnerà. I giornali si placheranno, i politici la smetteranno di auspicare e ribadire, Renzi tornerà a lavorare alacremente nel consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena. E tutto tornerà al solito tran tran. L’Italia a due velocità riprenderà la sua corsetta zoppa nel contesto internazionale tra il disgusto, le risatine, o, peggio, l’indifferenza dei suoi partner forzati. Con il differenziale immutato, addirittura aumentato tra Nord e Sud.

La realtà del destino che è toccato ad un popolo militarmente sconfitto però comincia a farsi strada tra le buffonate risorgimentali.

La tragedia in Puglia ha richiamato alla mia memoria una analoga tragedia verificatasi in Sicilia, nella Galleria di Barcellona Pozzo di Gotto, il 15 Giugno del 1969. Tra i sette morti ce ne fu uno, un ragazzo, che rimase incastrato tra le lamiere contorte del vagone dove viaggiava, e che morì prima che i soccorritori potessero liberarlo. I suoi occhi terrorizzati fecero il giro del Paese. Conservo ancora quel ritaglio di giornale. Anche allora vi fu chi auspicò e ribadì; tutti stigmatizzarono e condannarono, dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio, fino al presidente del mio condominio.

Anche allora il ministro dei trasporti riferì in Parlamento, assicurando che . . .  e garantendo pure che . .

Anche il quel caso la causa fu l’errore umano. Consolante per le anime pelose! Ma tutti sappiamo che le probabilità che si verifichi un errore umano sono maggiori se le condizioni in cui si opera sono difficili. E quale condizione di difficoltà maggiore può esservi di un binario unico in cui transitano alternativamente più treni?

Così andò a Barcellona Pozzo di Gotto e così è andata qualche giorno fa in Puglia. Così andrà in tutto il Sud fino a quando, con i tempi cui può aspirare un popolo di serie B, il nostro, non saranno fatti i raddoppi ferroviari.

E infatti la Patti-Messina, quel tratto che comprende la famigerata galleria è stata raddoppiata trent’anni dopo quella tragedia. Fatevi bene i conti, amici. Nella nostra isola su 1400 km circa di strade ferrate, soltanto 200 km hanno il raddoppio. Ci vorranno secoli per avere tutti i raddoppi ferroviari nella nostra Isola.

Per lo Stato è normale che per arrivare da Palermo a Siracusa in treno occorrano 7 ore di viaggio (un’ora in più del Roma Milano e ritorno, e per il doppio dei kilometri!). Non dovrebbe essere normale però per i nostri politici, quelli che in teoria eleggiamo perché ci rappresentino e difendano i nostri interessi nei Parlamenti e nei Governi nazionale e regionale. Politici che, non appena eletti, passano il tempo nelle loro miserie personali, nel garantirsi – accattonando consensi a buon mercato – la loro meschina sopravvivenza politica, a tutto svantaggio della loro sopravvivenza di esseri umani, a tutto pensando tranne che al bene pubblico.

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  • Ma di cosa dovremmo meravigliarsi qui da noi la tratta Palermo/Siracusa è stata sempre a un binario e a litrorina. Dal tempo dei Borboni, naturalmente ed è ancora così, ???noi qua in Sicilia siamo da sempre "tradizionalisti???

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