Lo rende noto la parlamentare regionale del PD, Concetta Raia. Iniziativa lodevole che punta a contrastare lo smantellamento della sanità pubblica portato avanti dal Governo Renzi e, in particolare, dalla Ministra della Salute-Sanità del Nuovo Centrodestra, Beatrice Lorenzin. L’importante è che non sia una presa in giro, tanto per gettare fumo negli occhi ai cittadini siciliani…
“La Commissione Sanità all’Ars ha votato all’unanimità la risoluzione n° 63 che impegna la Regione ad intraprendere urgentemente tutte le iniziative necessarie perché venga garantita la continuità e l’efficienza dell’assistenza medica territoriale, contro l’atto di indirizzo per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici convenzionati che vorrebbe la riduzione dell’attività delle guardie mediche da 24 a 16 ore, dalle 8 del mattino alla mezzanotte”.
Così parla la deputata regionale del Partito democratico, Concetta Raia, presidente della Commissione UE all’Ars, che aveva sollecitato il Parlamento siciliano, con un’interrogazione rivolta all’assessore alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi. Obiettivo: dire No al governo nazionale che, con la Ministra della Salute-Sanità, Beatrice Lorenzin, sta provando a disarticolare il servizio pubblico sanitario per risparmiare sulla pelle degli italiani.
La Ministra della Salute-Sanità Lorenzin, esponente del Nuovo Centrodestra Democratico – forse il peggiore Ministro della Sanità nella storia della Repubblica Italiana – sta provando a interrompere la continuità dell’assistenza medica territoriale.
“Si configura – dice la parlamentare regionale del PD, Concetta Raia – una surrettizia e illegittima modifica attuata mediante un semplice accordo contrattuale”, accordo che non tiene conto della competenza del Parlamento nazionale e siciliano e che non tiene conto delle esigenze degli arcipelaghi siciliani e, in generale, “delle comunità svantaggiate, interne e difficilmente collegate con i centri maggiori”.
“In Sicilia – sottolinea sempre la parlamentare regionale del PD – questo provvedimento pregiudicherebbe innanzitutto il diritto alla salute dei cittadini di interi territori, con ripercussioni sul servizio di emergenza-urgenza, sull’afflusso ai Pronto Soccorso e sui livelli occupazionali”.
“In una città come Catania – prosegue Concetta Raia – questa decisione, per esempio, genererebbe il caos, perché i medici del 118, per tutta la notte, si troverebbero a svolgere, contemporaneamente, sia interventi urgenti, per i codici rossi di emergenza, sia le visite e prescrizioni per patologie minori, correndo da una parte all’altra della città, con il rischio che centinaia di visite potrebbero non essere effettuate in tempo. Per non parlare del prevedibile collasso cui andrebbero incontro i tre Pronto Soccorso etnei, già presi d’assalto dai pazienti”.
“Se già adesso – dice sempre la parlamentare dell’Ars del PD – molti interventi, come i TSO o gli infarti, gli ictus, i politraumi, le dispnee gravi impegnano per molte ore i medici d’emergenza 118, creando problemi di copertura per le patologie con maggiori rischi e forme più acute”.
“Ricordo infine – conclude la parlamentare democratica – che l’atto di indirizzo deve prevedere indicazioni per il rinnovo degli Accordi Collettivi Nazionali di medicina generale e di pediatria di libera scelta e che essi non possono intervenire nell’assetto organizzativo dell’assistenza territoriale con specifico riferimento all’emergenza territoriale, disciplinata da altre norme e assicurata con personale che risponde in larga misura ad altro contratto, quello della dirigenza medica”.
“Il decreto legislativo n. 502/92 e successive modifiche e integrazioni, sino alla cosiddetta legge Balduzzi – conclude Concetta Raia – prevede che le convenzioni con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta devono assicurare la continuità assistenziale H 24, non già H 16”.
P.S.
Nulla da eccepire. Se l’onorevole Concetta Raia, il PD siciliano e il Governo regionale, con particolare riferimento all’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, porteranno a casa questo risultato avranno il nostro plauso. L’importante è che non si tratti di una sceneggiata: da una parte il Governo nazionale che taglia servizi sanitari, il Governo regionale che si oppone e, poi, passa la linea di Roma con l’onorevole Raia e l’assessore Gucciardi che ci vengono a dire:
“Sapete, noi ci abbiamo provato a opporci a Roma, ma loro ci han no costretti”.
Lo diciamo ora a scanso di equivoci: se dovesse finire con una calata di brache al cospetto di Roma, lo sputtanamento sarebbe totale…
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Da medico non specializzato sono contento perché è l'unica cosa che posso fare sono le guardie mediche. Purtroppo non è una scelta ma una necessità visto che il governo centrale preclude a metà di noi neomedici di intraprendere una specializzazione. Questo perché non vuole mettere i soldi per le borse di studio e quindi solo la metà di noi possono continuare a studiare dopo 6 anni di studio e una laurea, l'altra metà sta un anno ferma o anni, si arrangia con qualche guardia medica e i più coraggiosi vanno all'estero. Studiare soprattutto continuare a studiare è diritto ma non per questo governo che ha rubato a noi qualsiasi certezza anche nelle professioni un tempo sicure