Parliamo dei contenziosi con lo Stato ai quali, per la seconda volta, il presidente Crocetta, a nome di 5 milioni di Siciliani che non gliel’hanno mai chiesto, ha rinunciato. I deputati dell’Ars, su tale questione, farebbero bene a chiedere un parere – espresso per iscritto – all’Ufficio Legale della Regione. Che dovrebbe essere accompagnato dalla riserva, per gli stessi parlamentari di Sala d’Ercole, di rivalersi sul Governo per gli eventuali danni erariali ai quali potrebbe essere esposta la Regione a seguito di un atto che un giorno potrebbe essere dichiarato inefficace
Intervenendo a Sala d’Ercole, la capogruppo del PD, Alice Anselmo, ha detto che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha fatto bene a firmare il contestato secondo ‘Patto’ con Roma. L’esponente del Partito Democratico si riferiva a tutto l’accordo e, quindi, anche ai contenziosi con lo Stato ai quali il governatore della Sicilia, per la seconda volta, ha rinunciato. Su questo punto è bene fare alcune precisazioni. Anche perché, sullo sfondo, potrebbero intervenire sorprese amare per il presidente Crocetta, per i componenti della Giunta e, perché no?, anche per i deputati dell’Ars che hanno già votato in favore di tale accordo. Proviamo a vedere come stanno le cose.
Per la cronaca, come già accennato, non è la prima volta che Crocetta firma ‘Patti scellerati’. L’ha già fatto nel Giugno del 2014, quando ha rinunciato a contenziosi finanziari con lo Stato che hanno fatto perdere alla Sicilia circa 5 miliardi di Euro.
Nelle scorse settimane – si era a Giugno, che a quanto pare è il mese ‘magico’ per l’attuale presidente della Regione – Crocetta ha firmato un secondo ‘Patto scellerato’ con il solito Governo Renzi (Governo che, detto per inciso, in Italia non sopporta più nessuno, tranne Crocetta e il PD siciliano). In cambio di 500 milioni di Euro (soldi che sono già della Sicilia e che, a nostro avviso, si materializzeranno il prossimo anno), il governatore dell’Isola ha caricato i futuri bilanci della Regione di oneri pesantissimi e, tanto per gradire, ha rinunciato, a nome di 5 milioni di Siciliani che non gliel’hanno mai chiesto, a una seconda serie di contenziosi finanziari.
Noi oggi vogliamo puntare la nostra attenzione sui nuovi contenziosi Stato-Regione ai quali ha rinunciato il presidente Crocetta.
C’è la sentenza n. 65 del 2015 della Corte Costituzionale. Che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dei commi 4 e 5 dell’articolo 35 del decreto legge 24 Gennaio del 2012, n. 1, ovvero Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività.
Parliamo dell’incremento della misura del concorso alla finanza pubblica imposto alle Regioni autonome Valle d’Aosta e Sicilia.
Per effetto di tale sentenza le Regioni con Autonomie speciali dovrebbero risparmiare 235 milioni di Euro all’anno a partire dal 2012.
La Regione siciliana – così ci sembra di aver letto nel Dpef 2016-1018 – dovrebbe risparmiare 350 milioni di Euro: 230 milioni di Euro per il recupero di somme pregresse e 120 milioni di Euro di competenza.
Poi c’è la Tassa automobilistica regionale. Il riferimento è al nuovo modello organizzativo. Alla Regione siciliana dovrebbero entrare da 70 a 100 milioni di Euro.
Quindi la sentenza numero 246 del 2015, sempre della Corte Costituzionale. Tale pronunciamento interviene dichiarando l’illegittimità costituzionale di una parte della legge che riguarda il Bilancio dello Stato (articolo 1, comma 179 della legge nazionale n. 147 del Dicembre del 2013), per la parte che riguarda la Regione siciliana.
La Consulta ha dichiarato incostituzionale anche la parte della stessa legge che riguarda il gettito tributario che deriva dal contrasto all’evasione fiscale: parliamo di somme riscosse dallo Stato in Sicilia.
In questa sede non ci sembra importante entrare nel dettaglio di questi pronunciamenti. L’aspetto che vogliamo sottolineare è che, fino ad oggi, né la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, né i parlamentari a titolo personale abbiano mai chiesto chiarimenti all’unico ufficio legittimato ad esprimersi su tale argomento: l’Ufficio Legislativo e Legale della Regione siciliana.
I parlamentari dell’opposizione avrebbero già dovuto chiedere una relazione scritta su tutti questi contenziosi in essere con lo Stato a tale Ufficio. Per la precisione, al dirigente generale dell’Ufficio Legislativo e Legale della Regione che, com’è noto, è un avvocato. Con tutto il rispetto per l’interpretazione della capogruppo del PD all’Ars, Alice Anselmo, che dà la Regione siciliana soccombente a prescindere, sarebbe bene avere il conforto di tale Ufficio in ordine a un argomento così delicato.
Anzi, per farla completa, sarebbe bene che gli stessi deputati dell’opposizione chiedano ‘lumi’ anche all’ufficio legale dell’Assemblea regionale siciliana. Anche per avere, di tale questione, una visione completa.
Ovviamente, sia all’Ufficio Legislativo e Legale della Regione, sia all’Ufficio legale dell’Ars il parere dovrebbe essere richiesto per iscritto. Perché su un argomento così delicato è meglio essere precisi: le parole pronunciate volano, quelle messe su carta restano a futura memoria.
Se i due uffici confermeranno – per iscritto – quanto detto a voce dall’onorevole Alice Anselmo, il presidente Crocetta e i componenti della Giunta sarebbero in una botte di ferro. Tutelati da un’eventuale azione dio responsabilità contabile che in futuro, come dire?, potrebbe risultare un po’ fastidiosa…
Detto questo, siccome la magistratura, nel nostro Paese, ha dimostrato – com’è giusto che sia – autonomia rispetto alla politica, sarebbe bene che i deputati dell’Ars – che sono stati chiamati ad avallare questo secondo ‘Patto scellerato’ siglato da Renzi e Crocetta con un voto d’Aula – facciano valere, a loro garanzia, la riserva di rivalersi sul Governo per gli eventuali danni erariali ai quali potrebbe essere esposta la Regione a seguito di un atto che potrebbe essere dichiarato inefficace…
Si sa: a pensare male si fa peccato, però ci potrebbero essere casi in cui si indovina. Coinvolgere una quarantina di deputati di Sala d’Ercole in questa storia con un voto d’Aula – peraltro pasticciando tra legge formale e norma sostanziale – un giorno potrebbe risultare utile: un conto è dividere la somma da restituire per un massimo di tredici soggetti (presidente e Giunta), altra è ben diversa cosa è essere in cinquanta: aumenta il denominatore e si riduce la somma eventualmente da restituire…
Ah, dimenticavamo: il presidente dell’Ars, onorevole Giovanni Ardizzone, che ha dichiarato ammissibile il ‘Patto scellerato’ infilato nella legge di variazioni di Bilancio ha votato in favore del provvedimento (come fa, di solito, quando deve salvare il presidente Crocetta dalle mozioni di sfiducia), oppure si è astenuto?
Credeteci: la cosa potrebbe risultare importante, un giorno…