… me lo dicesti proprio tu”, recita una vecchia canzone. Che volete: per non piangere ce la prendiamo a ridere. Perché quello che stanno combinando alla Sicilia Renzi, Crocetta e il PD è veramente incredibile. Se l’ospedale di Mazara del Vallo sbaracca ortopedia a Luglio e ad Agosto, a Messina chiudono il Pronto Soccorso di notte. Per ‘risparmiare’. Ma se ufficialmente i soldi della sanità siciliana non sono mai stati tagliati, che fine fanno? Ma quello che sta succedendo non si configura come una possibile interruzione di pubblico servizio?
Come questo blog scrive da tempo, la sanità siciliana cade a pezzi. Questo avviene perché, con molta probabilità, l’attuale Governo regionale sta utilizzando le risorse finanziarie che, per legge, debbono essere impiegate per erogare i servizi sanitari ai cittadini, per pagare altre spese. Per dirla in breve, per fronteggiare i tagli del Governo Renzi al Bilancio della Regione siciliana, il Governo di Rosario Crocetta toglie soldi alle Aziende ospedaliere e alle Aziende Sanitarie provinciali (ASP). Con le risorse tolte alla sanità, Crocetta e compagni pagano le spese di altri settori dell’Amministrazione (come potete leggere qui).
Può sembrare una follia, ma è quello che la Corte dei Conti ha già denunciato, stigmatizzando il comportamento del Governo regionale. Il risultato di questa follia amministrativa è che ‘pezzi’ della sanità siciliana vanno scomparendo nell’indifferenza generale.
Sono le ‘novità’ della sinistra italiana al Governo del nostro Paese: più tasse, ma meno diritti per tutti. Compreso il diritto alle cure sanitarie.
Quasi tutti gli ospedali pubblici della Sicilia sono in sofferenza. Ma ci sono casi eclatanti. A Mazara del Vallo, ad esempio, è ormai ‘vietato’ rompersi una gamba a Luglio e ad Agosto. Motivo: il Pronto Soccorso, per questi due mesi, ha sbaraccato il servizio di Ortopedia (come potete leggere qui).
Ma a Messina il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Ospedali riuniti Papardo-Piemonte, Michele Vullo, il direttore sanitario, Paolino Reitano, e il direttore amministrativo, Domenico Moncada, hanno superato tutti per fantasia ‘creativa’: hanno chiuso il Pronto Soccorso di notte!
“La notte è fatta per amare”, recita una vecchia canzone. Sì, avete letto bene: la sanità messinese, per ‘risparmiare’ (ovviamente sulla pelle dei cittadini), avrà il primo Pronto Soccorso a mezzo servizio. Supponiamo che il dottore Vullo avrà già avvertito il Prefetto di Messina, illustrandogli la ‘novità’.
Sarà interessante capire cosa succederà al Pronto Soccorso di questo ospedale se, alle 19 e 45 o giù di lì si presenterà un infartuato. Sicuramente troverà davanti il portone i tre ‘geni’ della sanità messinese – Michele Vullo, Paolino Reitano e Domenico Moncada – che gli diranno:
“Per favore, dica al suo cuore di non fare scherzi e di reggere fino a domani mattine alle otto. E buona notte”.
Provate a immaginare la faccia dei parenti dell’infartuato: che diranno?
Qualche problema, forse, Michele, Paolino e Domenico ‘Mimmo’ potrebbero averlo con chi ha atteso il turno per ore e ore e non arriverà ad essere visitato dai medici del Pronto Soccorso dopo le 20,00. Che diranno a questi cittadini che hannno atteso quattro-cinque ore Michele Vullo, Paolino Reitano e Domenico Moncada? Ripassate domani? E che dirà il Prefetto di Messina?
Il bello, cari lettori, sapete qual è? Che i ‘geni’ della sanità messinese giustificano la ‘novità’ del Pronto Soccorso a mezzo servizio con il fatto che i medici debbono andare in ferie. Nell’affermare una cosa del genere ammettono che i conti non tornano. Già: i conti che non tornano al Pronto Soccorso dell’ospedale Papardo di Messina e che non tornano in tutta la sanità siciliana.
Vedete, cari lettori, quando si parla di tagli al Bilancio regionale e di intere categorie sociali lasciate senza stipendi – è il caso dei precari e dei dipendenti delle ex Province – la cosa si spiega con i tagli operati dal Governo nazionale.
Ma nessuno, fino ad oggi, almeno ufficialmente, ha toccato i 9,3 miliardi di Euro che dovrebbero servire per le spese sanitarie dei Siciliani.
Sulla carta dovrebbe essere così. Ma noi non ne siamo convinti: noi continuiamo a sostenere che il Governo regionale sta utilizzando i fondi della sanità per pagare le spese di altri settori dell’Amministrazione regionale.
Il gioco è il seguente: il Governo Renzi scippa i soldi al Bilancio della Regione; Crocetta, fino a qualche giorno fa, ha firmato un accordo con Renzi che penalizza ulteriormente le finanze regionali. La Regione, sotto il profilo finanziario, è stremata.
Dopo di che i soldi per pagare il personale da qualche parte debbono spuntare, non è vero presidente Crocetta? E da dove spuntano? Secondo noi, spuntano dai 9,3 miliardi della sanità siciliana, ammesso che la cifra sia ancora questa, perché non escludiamo che sia stata ridotta. Con questi personaggi al potere nulla può essere escluso.
Ne consegue, sul piano logico-aritmetico, che il Governo Renzi e il PD stanno tagliando, in direttamente, i servizi sanitari non soltanto a 5 milioni di Siciliani, ma anche ai migranti che ogni giorno continuano a sbarcare in Sicilia.
Migranti che utilizzano i servizi sanitari delle ASP e delle Aziende ospedaliere siciliane (come vi abbiamo raccontato qui). Infatti a noi non risulta che le cure prestate ai migranti da ASP e ospedali siciliani vangano rimborsati al servizio sanitario della nostra Isola.
Non sarebbe il caso di fare chiarezza sui conti della sanità siciliana? Anche per capire dove vanno a finire questi soldi? A che titolo i direttori generali della sanità della nostra Isola procedono a tagli, tagli e tagli? A che titolo steressano medici pubblici e infermieri con tunri di lavoro massacranti?
Il Papardo di Messina e Mazara del Vallo sono due casi limite. Ma non sono i soli. Ci chiediamo e chiediamo: in questi tagli ai servizi essenziali – come ha lasciato intendere l’UGL siciliana – non si intravede l’interruzione di pubblico servizio?
Il nostro non è un invito a fare chiarezza al Parlamento siciliano, che ormai è a maggioranza delegittimata. A maggioranza ‘ascara’, per capirci. Un parlamento gestito in modo approssimativo (le parole dovrebbero essere altre…), se è vero che mette ai voti norme sostanziali nella legge di variazioni di Bilancio! (come potete leggere qui).
La cosa che dà molto fastidio – e sulla quale ci auguriamo che qualcuno indaghi – è che mentre la politica taglia i servizi ai cittadini siciliani, i politici siciliani e, in generale, i raccomandati si sono creati un ospedale tutto-fare (che non chiude di notte) dove farsi curare e dove gli stessi politici fanno curare figli, parenti e amici: l’ISMETT di Palermo.
L’ISMETT, oltre ad occuparsi di trapianti, si occupa, da qualche anno a questa parte, della salute dei potenti della Sicilia. La dimostrazione che i politici siciliani sanno benissimo cosa sta succedendo nella sanità siciliana, sanno che la stanno facendo a pezzi. Così, per non finire anche loro nei Pronto Soccorso che, adesso, chiuderanno di notte, si sono finanziati – con i soldi nostri – un ospedale tutto-fare all’ISMETT, pronto a risolvere i loro problemi…
Ieri il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle ha diramato il seguente comunicato:
Scatta la reperibilità per coprire i turni di notte di anestesia al Pronto Soccorso e nel blocco operatorio e diventano potenzialmente a rischio gli interventi chirurgici per i pazienti. E’ l’ultima tegola piovuta sull’ospedale Piemonte di Messina, dove fino al 15 luglio per assicurare la guardia di anestesia notturna si dovrà ricorrere anche alla reperibilità.
“Cosa che a quanto ci risulta è illecita – afferma la deputata all’Ars Valentina Zafarana – e con possibili pericolosissime ricadute negative per le operazioni di urgenza (pensiamo a casi di infarto, ictus o emorragie interne) che rischiano di essere fortemente compromesse, visto che dovrà attendere l’anestesista reperibile. Il tutto per garantire le sacrosante ferie al ridottissimo personale medico del Papardo e del Piemonte. Una situazione assurda e indegna di un Paese civile”.
La situazione, però, non sorprende per nulla i deputati M5S.
“Per mesi – dice la Zafarana – abbiamo sentito i ‘salvatori’ del Piemonte blaterare che finalmente in aula era arrivata la loro fantomatica legge ‘Salva Piemonte’, e per gli stessi mesi abbiamo dimostrato, con la forza della ragione e in applicazione delle leggi dello Stato, che la legge 24 era una scatola vuota, frutto di un lavoro mediocre e superficiale, se non addirittura un raggiro. Il tempo ci dà, amaramente, ragione. L’ospedale, di fatto, sembra essere ‘chiuso per ferie’, vedendo il già esiguo numero di posti letto praticamente dimezzato, il blocco dei ricoveri d’urgenza e di osservazione breve”.
“Mentre tutti i deputati messinesi – prosegue la deputata – magnificavano la soluzione dell’accorpamento con l’IRCCS come unica possibilità per la salvezza del Piemonte, in aula mi sono impegnata allo spasimo perché nella legge ci fossero paletti ferrei e ben definiti provando a fermare lo scippo che si stava compiendo in danno all’offerta sanitaria messinese, che è ogni giorno sotto i nostri occhi. Parole inascoltate anche da chi dovrebbe tutelare la sanità siciliana, l’assessore Gucciardi, che allora inneggiava all’accorpamento”.
“Dove sono – chiede la Zafarana – il Pronto Soccorso ed i relativi reparti di cui si fantasticava solo perché qualcuno aveva pensato di scriverlo nella legge, senza alcuna garanzia in merito al rispetto della stessa? Dove sono le assunzioni a tempo indeterminato promesse in cambio dell’accorpamento? Quali servizi sono garantiti a distanza di quasi un anno dall’approvazione della legge? Le promesse si sono rivelate sono bugie”.
“Tutti quelli che adesso di stracciano le vesti per la situazione attuale – conclude la parlamentare – si assumano la responsabilità di ciò che sta succedendo di fronte alla città tutta. Sia chiaro, la salute pubblica non può essere subordinata a tornaconti elettorali. Su questo non siamo disposti a fare sconti a nessuno”.
Davvero messa bene, la sanità messinese. Il Papardo con il Pronto Soccorso che chiude la notte e il Piemonte senza anestesisti…
Aggiornamento:
In riferimento a notizie di stampa sulla chiusura estiva dell’ambulatorio di ortopedia dell’area di emergenza di Mazara del Vallo, il responsabile del reparto di ortopedia e traumatologia del presidio ospedaliero Mazara-Castelvetrano, Bartolo Lupo precisa:
“L’ortopedico Salvatore Tumbiolo è stato momentanea assegnato per alcuni giorni per un’emergenza all’ospedale di Marsala, e l’ambulatorio è stato quindi chiuso provvisoriamente nei giorni di lunedì e giovedì della scorsa settimana.
I suoi pazienti ambulatoriali già prenotati saranno serviti presso l’ospedale di Castelvetrano, mentre, dopo accordi con il responsabile del Pronto Soccorso di Mazara del Vallo, Giuseppe Parrino, il servizio in area di emergenza e ambulatoriale continua a essere assicurato da un altro ortopedico, Giuseppe Parisi”.