Non abbiamo ancora letto con attenzione il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015, pronunciato dalle sezioni riunite della Corte dei Conti per la Sicilia. Qui commentiamo solo un dato: la spesa per il personale in servizio e in pensione della Regione: un miliardo e mezzo di Euro. Un ‘numero’ che, letto insieme con le spese per i mutui e con i costi dell’Ars, ci dice che, da Gennaio ad oggi, la Regione avrebbe avuto a disposizione, per tutte le altre spese al netto della sanità, appena 300 milioni di Euro. Come hanno fatto Crocetta, Sammartano & compagni ad arrivare fino a Luglio con in ‘cassa’ appena 300 milioni di Euro? Ci sono stati nuovi indebitamenti? O stanno ‘saccheggiano’ la sanità?
Proviamo a fare quattro conti sui ‘numeri’ reali della Regione siciliana nel giorno del giudizio sul Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015, pronunciato dalle sezioni riunite della Corte dei Conti per la Sicilia? Della relazione della magistratura contabile parleremo con maggiori dettagli – e in più articoli di approfondimento, uno lo trovate qui – dopo. Intanto vogliamo commentare un solo dato. E’ il dato che riguarda il personale in servizio e in pensione dell’Amministrazione regionale. Questo personale – hanno certificato i giudici contabili – costa un miliardo e mezzo di Euro all’anno.
Bene. La scorsa settimana, a Sala d’Ercole, il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone – parlamentare preparato che conosce bene sia la contabilità pubblica, sia i conti dell’Amministrazione regionale – ha detto che il Bilancio di ‘cassa’ della Regione, oggi, ammonta a circa 16 miliardi di Euro. Di questi, grosso modo, 9,3 miliardi verrebbero utilizzati per la sanità, mentre il resto, circa 6 miliardi e 700 milioni di Euro, verrebbero utilizzati per tutte le altre spese della Regione.
Con tutto il rispetto per l’onorevole Falcone, a noi il dato da lui fornito non convince. Per un motivo semplice: perché con tutti gli accantonamenti disposti dal Governo nazionale dal 2013 ad oggi, la disponibilità per le spese della Regione, al netto della sanità, si sono ridotte.
Il conto degli accantonamenti imposti alla nostra Regione per il “Concorso al risanamento dei conti dello Stato” l’ha descritto la scorsa settimana, nel corso della seduta del Parlamento siciliano dedicata alle questioni finanziarie, il parlamentare Toto Cordaro. Questi i prelievi a carico dei Bilanci della Regione operati dallo Stato:
Nel 2013 lo Stato – allora c’era il Governo Letta – ha tolto dal Bilancio regionale 915 milioni di Euro.
Nel 2014 il Governo Renzi ha tolto al Bilancio della Regione un miliardo e 150 milioni di Euro più 200 milioni di Euro per i ‘famigerati’ 80 Euro. Totale: un miliardo e 350 milioni di Euro.
Nel 2015 il Governo Renzi ha tolto al Bilancio regionale un miliardo e 300 milioni di Euro circa.
Quest’anno il Governo Renzi ha tolto dal Bilancio regionale un altro miliardo e 300 milioni di Euro.
Questi scippi finanziari non possono non avere eroso la disponibilità finanziaria della Regione al netto delle spese sanitarie. E infatti – per quello che a noi risulta – nel 2015 la disponibilità finanziaria della Regione, al netto delle spese sanitarie, non era di circa 6 miliardi e 700 milioni di Euro, ma di circa 4,3 miliardi di Euro.
Quando, nel Novembre dello scorso anno, è iniziata all’Ars la discussione sulla manovra economica e finanziaria 2016, ci si è accorti che – considerando anche il miliardo e 300 milioni che Roma, per il 2016, si è ‘gentilmente’ trattenuto alla fonte, dall’Agenzia delle Entrate – rispetto al precedente anno, c’era un ‘buco’ nei conti economici di 3 miliardi di Euro!
Ciò significa che se la disponibilità finanziaria di ‘cassa’ per la Regione siciliana, nel 2015, era stata di 4,3 miliardi, nel 2016 ammonta ad appena 1,3 miliardi di Euro!
Quando è iniziata la discussione sulla manovra 2016, il ‘buco’, da 3 miliardi di Euro è passato a 2 miliardi di Euro. Ma non perché qualcuno aveva trovato un miliardo di Euro, ma perché gli uffici dell’assessorato all’Economia hanno effettuato un miliardo di tagli orizzontali.
Questo significa che il ‘buco’ sui conti regionali 2016 non si è ridotto da 3 a 2 miliardi, ma è rimasto sempre di 3 miliardi di Euro con un miliardo di Euro nascosto tra le pieghe dei tagli orizzontali.
Insomma, la disponibilità di ‘cassa’, al netto delle spese sanitarie, per il 2016, è rimasta di appena un miliardo e 300 milioni di Euro.
A questo punto, bontà sua, il Governo Renzi ha erogato 900 milioni di Euro. Passaggio presentato come un grande evento dal sottosegretario del PD, Davide Faraone. Che, però, ha dimenticato di dirci che si tratta di un prestito del quale dobbiamo restituire gli interessi.
Con i 900 milioni la disponibilità di ‘cassa’ della Regione, per il 2016, ammonta a 1,3 miliardi più 900 milioni, cioè a 2,2 miliardi di Euro.
A questi si dovrebbero aggiungere altri 500 milioni di Euro che sarebbero dovuti arrivare a fine Febbraio, primi di Marzo. Soldi che il Governo Renzi non ha ancora versato.
Di concreto, fino ad oggi, c’è solo un secondo ‘Patto scellerato’ firmato dal solito presidente della Regione, Rosario Crocetta, con il capo del Governo nazionale, Renzi. In base a questo ‘Patto’ lo Stato dovrebbe erogare 500 milioni di Euro più 50 milioni di Euro di restituzione IRAP alla Regione (IRAP che dovrebbe incassare la Regione, ma che incassa lo Stato!). In cambio, la Regione si carica una serie di folli penalizzazioni e la rinuncia a una serie di contenziosi finanziari con lo Stato.
La capogruppo del PD all’Ars, Alice Anselmo, ha affermato che Crocetta ha fatto bene a rinunciare ai contenziosi finanziari con lo Stato. Perché – ha detto in Aula – sono contenziosi che la Regione ha perso. Sarà vero? Verificheremo.
Ma il tema che oggi vogliamo trattare, una volta fatta questa doverosa premessa, è un altro. Allo stato attuale dei fatti – e siamo già a Luglio – la disponibilità finanziaria di ‘cassa’ della Regione, da Gennaio ad oggi, è stata di 2,2 miliardi di Euro. Questo perché i 500 o 550 milioni di Euro non sono ancora arrivati in Sicilia.
Ora, se a questi 2,2 miliardi di Euro di disponibilità di ‘cassa’ della Regione per il 2016 togliano il miliardo e mezzo di Euro che serve per pagare il personale regionale in servizio e in pensione – cifra certificata oggi dalla Corte dei Conti per la Sicilia – la disponibilità di ‘cassa’, della Regione, per quest’anno, ammonta ad appena 700 milioni di Euro.
Da questi 700 milioni dobbiamo togliere le spese per l’Ars (meno di 150 milioni di Euro) e le spese per il pagamento della rate di mutui contratti dalla Regione (circa 250 milioni di Euro).
All’appello rimangono appena 300 milioni di Euro circa. Adesso facciamo una domanda ai nostri lettori: pensate veramente che la Regione siciliana, da Gennaio ad oggi, sia andata avanti con 300 milioni di Euro?
La Corte dei Conti ci dice che, nel 2015, non sono mancate le “anticipazioni di liquidità”. Crocetta, il Ragioniere generale della Regione, Salvatore Sammartano e compagnia bella stanno facendo contrarre alla Regione altri mutui e non ci dicono come stanno le cose?
Non escludiamo nulla. Detto questo, nella nostra mente si configura un altro retro-pensiero. E lo esponiamo subito, papale papale: a nostro avviso, senza dirci nulla, Crocetta, Sammartano e compagni starebbero ‘saccheggiando’ i fondi della sanità siciliana.
Nulla di nuovo, sia chiaro: nella relazione della Corte dei Conti al Rendiconto della Regione 2014 si dice a chiare lettere che il Governo ha utilizzato i fondi destinati alla sanità per pagare altre spese dell’Amministrazione. Pratica che i giudici contabili hanno stigmatizzato. Chi ci dice che non lo stiano facendo anche per il 2016?
Ricordiamo sommessamente che quello che Crocetta, Sammartano & compagni stanno combinando quest’anno con i conti economici regionali noi lo sapremo il prossimo anno, quando la Corte dei Conti ‘parificherà’ il Bilancio 2016. Per quest’anno, infatti, la magistratura contabile ci sta raccontando quello che ‘sti signori hanno combinato nel 2015.
Dunque – questa è la nostra tesi – non è da escludere che Crocetta, Sammartano & compagni starebbero utilizzando i fondi della sanità siciliana per fronteggiare le spese di altri settori dell’Amministrazione.
L’hanno fatto nel 2014, perché non dovrebbero farlo oggi che hanno a disposizione, per la ‘cassa’, appena 300 milioni di Euro?
Altra domanda: da cosa si può desumere che il Governo starebbe utilizzando i fondi della sanità per altre spese? Risposta: dallo stato comatoso in cui versano gli ospedali pubblici siciliani.
I tagli nella sanità siciliana sono stati pesantissimi. Tagli che sono iniziati ai tempi dell’assessore regionale, Massimo Russo, e che sono andati avanti fino ai nostri giorni.
Non crediamo di inventarci qualcosa di nuovo se diciamo che la carenza di posti letto, negli ospedali siciliani, è ormai cronica. Tutti sanno che, qualche anno fa, l’assessorato alla Salute ha comunicato a Roma un numero di posti letto maggiore di quelli effettivamente attivati. Perché?
Tutti sanno che negli ospedali siciliani mancano medici e infermieri. Con molta probabilità, la rete ospedaliera siciliana che non si materializza ormai da qualche anno è il frutto di una recita concordata tra Governo regionale e Governo nazionale per mantenere gli ospedali dell’Isola nel caos. Con l’obiettivo di nascondere meglio i tagli alla sanità sulla pelle dei cittadini siciliani.
Non crediamo di inventarci nulla di nuovo se diciamo che ormai si risparmia anche sulla nomina dei primari, se è vero che ci sono facenti funzioni che fanno la spola tra un ospedale e l’altro.
Ricordiamoci che, qualche anno fa, dopo che si era concluso il Piano di rientro dal deficit della sanità, il Governo Crocetta scopriva che le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e le Aziende ospedaliere avevano dei ‘debiti’. Poi si è appurato che ASP e Aziende ospedaliere siciliane avevano sì dei debiti, ma che questi debiti erano stati provocati da una Regione che erogava a tali strutture sanitarie meno del dovuto.
I debiti erano della Regione, non della sanità siciliana. Eppure, mentendo, è stato affermato il contrario.
Insomma, in conclusione – questa è la nostra riflessione – il Governo Renzi scippa i soldi alla Regione siciliana e la Regione, invece di chiedere a Roma la restituzione di queste somme, toglie soldi alla sanità siciliana penalizzando i cittadini dell’Isola. Cosa che è già avvenuta negli anni passati e che continua ad avvenire, in modo sempre più pesante, anche oggi. Con penalizzazioni che riguardano in primo luogo, i cittadini, ma anche i medici pubblici e gli infermieri, sottoposti a turni massacranti per consentire all’Amministrazione regionale di effettuare i ‘risparmi’.
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