Vi raccontiamo una spaccato della Regione siciliana vista dal di dentro. Cioè dal cuore dei propri uffici. E’ la storia della valutazione – a quanto pare non esatta – di due dirigenti. Una vicenda meta-kafkiana che, oltre alla Giunta regionale e agli uffici della Regione (a cominciare dall’assessorato al Territorio e Ambiente dove tutto è nato…), ha coinvolto GIP, GUP, Tribunale del Lavoro, Avvocatura dello Stato. E alla fine? Non si capisce se ridere o piangere…
di Genesio Fuentes
Per i dirigenti della Regione siciliana queste sono settimane di grandi tensioni e fermenti. E’ in corso la nuova mega kermesse di assegnazione degli incarichi dirigenziali dopo la sbandierata cura dimagrante del 30% del numero delle strutture che, guarda caso, corrisponde al numero dei dirigenti attualmente in servizio. Infatti, la rivoluzione crocettiana è consistita nell’eliminazione di quel surplus di strutture gonfiate a dismisura negli anni ad opera dei suoi predecessori e da lui stesso, nonché da quella pletora ubbidiente dei dirigenti generali di turno. Insomma, strutture in gran parte inutili e ridondanti, in parte mai ricoperte perché eccedenti persino il numero dei dirigenti in servizio, in parte non più assegnabili a causa dei pensionamenti nel frattempo intervenuti.
Bella rivoluzione davvero! E, oggi come ieri, non sembra avvertirsi un “alito” da parte di chi dovrebbe o avrebbe dovuto vigilare ed intervenire erarialmente su questo enorme sperpero di denaro pubblico e di cattivo utilizzo delle risorse umane disponibili.
Il tutto, ovviamente, nel solco della migliore “tradizione”, cioè la più totale opacità nell’assegnazione degli incarichi. Altro che ‘trasparenza’, imparzialità, comparazione reale e tangibile tra i curricula, motivazioni precise, puntuali e non general generiche, altro che rispetto dei principi sanciti dall’art. 97 della Costituzione!
Ma, in tema di stravolgimento di ‘trasparenza’, correttezza e buon andamento degli uffici c’è una vicenda che, in quanto a ridicolaggine e mortificazione delle istituzioni, assegna il primato assoluto a chi ha avuto in mano le redini dell’Amministrazione regionale negli ultimi anni. Per chi non lo sapesse, da oltre 7 anni c’è un vero e proprio arcano matematico che impegna Presidenti della Regione, Giunte, Avvocatura dello Stato, Ufficio Legislativo e Legale, Dirigenti Generali e alcuni uffici regionali a proposito di valutazione della dirigenza. Per capire è necessario fare un passo indietro.
Il 3 aprile del 2009, l’allora assessore al Territorio e Ambiente, Giuseppe Sorbello, relazionava, in maniera del tutto estemporanea, alla Giunta di Governo che due dirigenti del Dipartimento Territorio e Ambiente avevano riportato una valutazione negativa per l’attività svolta nel 2006 e chiedeva sanzioni nei loro confronti. Data la delicatezza della vicenda e, per di più, trattandosi di una norma applicata per la prima volta, c’era da ritenere che l’argomento sarebbe stato adeguatamente approfondito e dibattuto, anche se stranamente non figurava neppure all’ordine del giorno della seduta.
Ma, stando agli orari riportati nel verbale, sul finire della riunione i 5 assessori presenti (più il Sorbello ed il Presidente), avrebbero esaminato – cronometro alla mano – la copiosa documentazione alla velocità record di circa 8 pagine al minuto, qualcosa, insomma, come 6 righe al secondo. In pochi minuti i due dirigenti sono stati bollati e sanzionati con l’inibizione, rispettivamente, per due e quattro anni dagli incarichi equivalenti a quelli ricoperti. Titoli professionali, esperienza lavorativa, carriera, immagine personale, in un sol colpo tutto azzerato ed infangato.
Discorso chiuso? Niente affatto, perché… perché in realtà, nella fretta, può anche sfuggire qualche “dettaglio”. Ad esempio, non ci si è accorti che i due dirigenti non avevano riportato una valutazione negativa, come sostenuto dall’assessore relatore, bensì un punteggio ben superiore alla soglia minima di 50, collocandosi nella fascia di “valutazione senza demerito”, e quindi non ci sarebbero stati i presupposti di legge per l’intervento della Giunta e per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori.
Volendo strafare anche nei limiti di durata delle sanzioni, non ci si è nemmeno preoccupati di eccedere di 1 anno da quelli previsti dal CCRL per casi del genere. Eppure erano presenti assessori usi ai numeri, quale quello al Bilancio e quello esperto in indagini di riciclaggio di denaro. Non ci si è accorti che nella scheda di valutazione mancava la firma dei diretti interessati e che in essa non era indicato se e quando erano stati negoziati gli obiettivi ed il loro peso, così come non si è badato che la valutazione si era svolta senza nemmeno il contraddittorio. Insomma, “dettagli”.
Inoltre, non ci si è neanche accorti che una serie di presunti “addebiti” attribuiti ai due dirigenti, definiti ancora sussistenti dall’assessore relatore, erano stati archiviati dal GIP del Tribunale di Palermo da parecchi mesi in quanto del tutto infondati. Anche questi, “dettagli”. Discorso riaperto? Niente affatto, perché… perché i due dirigenti chiesero alla Giunta di annullare in autotutela la delibera per assoluta mancanza dei presupposti di legge, ma la Giunta non trovò soluzione all’arcano matematico delineatosi, cioè se i punteggi di 58 e di 67 della valutazione (peraltro fasulla) fossero maggiori, uguali o minori della soglia minima di 50. Un vero rompicapo, da olimpiadi della matematica.
Il primo impatto fu il Segretario della Giunta che, non essendo un matematico, né un dirigente in possesso di laurea scientifica, allargò le braccia in segno di resa e passò l’arduo quesito all’assessorato Territorio ed Ambiente. Qui il secondo impatto, quasi un buco nero.
Sarà stato per la complessità dei calcoli, sarà stato per la solita carenza di personale, ma purtroppo, a distanza di svariati mesi, dall’assessorato non si ebbe nessuna notizia.
Nel dicembre del 2009 una Commissione di indagine interna del Dipartimento Territorio e Ambiente accertò e concluse che il procedimento di valutazione dei due dirigenti era stato illegittimo.
Nel novembre del 2010, a distanza di oltre 2 anni e 7 mesi dalla scheda di valutazione, si svolse il contraddittorio tra uno dei dirigenti ed i rappresentanti del Dipartimento Ambiente secondo quanto previsto dal CCRL che confermò anche nel merito le ragioni dei dirigenti.
A dicembre del 2011 il Giudice del Lavoro del Tribunale di Palermo concluse che anche il punteggio assegnato era stato irregolare e condannò l’assessorato Territorio e Ambiente a liquidare l’indennità di risultato oltre a rimborsare le spese legali e di giudizio.
A febbraio del 2015 il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio per i fatti inerenti la valutazione fasulla i 3 componenti dello staff di valutazione (2 poi diventati dirigenti generali) e 2 dirigenti generali dell’epoca. Il processo è in corso di svolgimento presso la III Sez. Penale del Tribunale di Palermo. Il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, non si è costituito parte civile pur essendo stata individuata l’Amministrazione come parte offesa, perché secondo lo stupefacente parere dell’Avvocatura dello Stato i fatti sarebbero di “lieve entità”. Quindi, per l’Avvocatura ed il Presidente Crocetta
- aver abusato, da parte di vertici dell’Amministrazione regionale, della carica ricoperta e dei propri poteri per falsare la valutazione di un dirigente,
- avergli formulato contestazioni prive di fondamento,
- avere disatteso gli accertamenti compiuti da una commissione d’indagine interna all’uopo istituita,
- avere disconosciuto gli esiti verbalizzati e sottoscritti di un contraddittorio,
- aver procurato gravissimi danni professionali, lavorativi, d’immagine, economici, ecc.,
- avere subito già la condanna dal Tribunale del Lavoro,
il tutto nella plausibile prospettiva di andare incontro ad un maxi risarcimento, ebbene queste sono fattispecie di lieve entità!
A febbraio del 2016 la Corte d’Appello del Tribunale di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado, condannando nuovamente l’assessorato al pagamento delle spese legali e di giudizio.
Da marzo 2015 uno dei due dirigenti ha chiesto al Presidente della Regione di annullare le due delibere del 2009 e 2010, poiché fondate sui presupposti falsi e mendaci della valutazione negativa in realtà positiva.
Da oltre 1 anno e 3 mesi il Presidente, “selfie” rivoluzionario, della Regione e le sue Giunte, alias “muro di gomma”, hanno mobilitato l’assessore del Territorio e dell’Ambiente ed il Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente per risolvere ancora una volta il dilemma aritmetico-amministrativo e quest’ultimo sembrava esserci riuscito a maggio del 2015 avendo concluso che “indiscutibilmente” il punteggio di 58 (seppur già sconfessato come fasullo) corrispondeva a valutazione positiva.
Ma è stato solo un lampo, poiché dietro pareri dell’Avvocatura dello Stato e dell’Ufficio Legislativo e Legale – ma guarda un po’ che sorta di mobilitazione generale – ha avuto un’altra folgorazione (visti i pareri legali) ed un repentino ripensamento.
E adesso, che farà il “selfie” rivoluzionario avvolto dal dubbio della progressione aritmetica dei numeri?
C’è chi scommette che, forse, è necessario scomodare Fermat ed il suo famoso teorema, c’è chi giura che si stanno setacciando i numeri con il metodo del crivello di Eratostene, c’è chi dice che è in corso di elaborazione un algoritmo complesso, magari in collaborazione con qualche società informatica compartecipata, ma alla fine, chissà quando, si riuscirà a svelare l’arcano, cioè scoprire se i punteggi di 58 e 67 sono maggiori, uguali o minori di 49,99?
Che dire, dato che gli ultimi bricioli di decenza istituzionale sono scomparsi da tempo, se non sperare almeno nell’intervento dell’Autorità giudiziaria? In un caldo Luglio, oltre ai danni degli incendi, anche i cervelli fumano se non sono già fusi…
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