Commissario ad acta per il Prg di Palermo, polemiche sulla ‘cementificazione’ di Ciaculli

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Da tre anni il Comune di Palermo tiene bloccato il progetto per il nuovo Piano regolatore generale (Prg). Cosa, questa, che ha consentito la ‘cementificazione’ di parti della città, alla faccia del verde. L’ipocrisia di un’Amministrazione comunale che predica ‘legalità’ e tutela dell’ambiente e poi procede a colpi di varianti urbanistiche continuando a massacrare porzioni importanti di territorio cittadino. Da qui il commissariamento da parte della Regione. La reazione del sindaco Orlando che annuncia battaglie legali (e scarica la responsabilità dei ritardi sul Consiglio comunale). Intanto Giuseppe Barbera critica l’ennesima ‘cementificazione’ del territorio, con il progetto di un cimitero privato (sponsorizzato da Filoramo, PD)

A parole dicono di essere per la tutela dell’ambiente, per il verde pubblico e, soprattutto, per la legalità. Nei fatti, quello dell’Amministrazione comunale di Palermo è un bla bla bla dietro il quale si nascondono nuove e continue ‘cementificazioni’ del territorio. Ma la storia del progetto del nuovo Piano regolatore generale tenuto tenuto nel cassetto dalla Giunta comunale di Leoluca Orlando e dalla presidenza del Consiglio comunale sta finendo, come si direbbe dalle nostre parti, a schifiu. Questo perché l’Amministrazione regionale di Rosario Crocetta ha deciso di inviare un commissario ad acta che si sostituirà agli organi del Comune e approverà lo Schema di massima.

Questo blog ha più volte criticato l’atteggiamento del Comune di Palermo – Giunta e Consiglio comunale – che da tre anni tengono bloccato la delibera sul nuovo Prg della città. Il tutto per continuare a ‘cementificare’ una città già martoriata dal cemento e, negli ultimi anni, dai grandi affari legati agli appalti ferroviari per Tram e Metropolitana in parte bloccati da un’inchiesta di mafia.

Ecco di qui seguito gli articoli che questo blog ha scritto negli ultimi mesi per denunciare lo scempio di un’Amministrazione comunale tutta chiacchiere & cemento.

Qui si parla della variante urbanistica di via Trabucco  

Qui si parla di speculazioni commerciali

Qui si parla di nuove lottizzazioni

Ancora cemento e ancora speculazioni

Cemento, cemento, cemento, cemento, cemento…

Chi si è battuta contro la ‘cementificazione’ del territorio è stata Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo. Che in un comunicato scrive:

“L’assessore regionale all’Ambiente e al Territorio è intervenuto correttamente sull’anomalo caso del Comune di Palermo che, nonostante l’obbligo dal 2012 di adottare il nuovo Piano regolatore – adozione da parte del Consiglio delle linee guida per il nuovo strumento urbanistico e l’impiego di un milione di Euro per la redazione del Piano – in questi anni è rimasto inerte, privilegiando la via delle varianti urbanistiche a un Prg anacronistico (in quanto elaborato nel 1994), obsoleto e superato oggi dalla natura giuridica di Palermo quale Città metropolitana. In altri termini, nonostante le dichiarazioni del Sindaco sulla necessità di creare verde e fermare il consumo del territorio, l’Amministrazione ha continuato nei fatti a prevedere interventi edilizi, talvolta anche a danno delle residue aree di verde”.

“Ancora oggi – insiste Nadia Spallitta – piuttosto che prelevare gli atti propedeutici al nuovo Piano regolatore (come lo schema di massima), si è preferito trattare in Consiglio una proposta in variante allo strumento urbanistico vigente che prevede la realizzazione del mega cimitero a Ciaculli, anche in aree che attualmente sono di verde o inserite nel parco, con ulteriore previsione di consumo del suolo”.

Il progetto per il nuovo cimitero nell’area verde di Ciaculli è, forse, il più grande scandalo urbanistico di Palermo degli ultimi trent’anni. Pensare di distruggere uno degli ultimi lembi ancora intatti della Conca d’oro è una follia. Ma agli attuali amministratori comunali del verde, della Conca d’oro, dell’ambiente non gliene può fregare di meno.

“Ritengo sia grave che questa maggioranza di governo – prosegue Nadia Spallitta tornando all’arrivo del commissario regionale che si sostituirà a un Comune inadempiente ‘innamorato’ delle varianti urbanistiche – si faccia commissariare su questioni che attengono allo sviluppo sociale, economico e culturale della città a causa di un’inerzia che non appare accettabile, sia perché in contrasto con precisi obblighi di legge, sia perché è indispensabile una visione organica del nostro territorio che garantisca i servizi essenziali, che blocchi ulteriori forme di cementificazione, che crei interventi alternativi alle nuove edificazioni e che arricchisca la città di parchi e di verde. Spero che in Aula si avvii quanto prima il dibattito sul nuovo strumento urbanistico e che si accantonino definitivamente le proposte di variante o in ogni caso i provvedimenti puntuali, che non consentono una visione d’insieme del territorio né una programmazione economica e sociale dello stesso”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Stefania Munafò, responsabile del settore Ambiente della segreteria del PD di Palermo:

“Prima i giudici del TAR, poi quelli del CGA che dichiarano illegittimi gli atti di questa Amministrazione e dopo i tribunali anche gli organi amministrativi e istituzionali bacchettano l’operato dell amministrazione Orlando che nella sua arroganza non ha ritenuto di dovere rispondere ad una nota in cui si chiedevano notizie sul Prg intimando il commissariamento”.

“Il PD – aggiunge la dirigente del Partito Democratico di Palermo – aveva più volte invitato l’Amministrazione non procedere più per varianti, ma a dare uno strumento fondamentale come il nuovo PRG alla città di Palermo! Siamo stati ignorati. Noi come la Regione vigilante. Oggi l’assessorato regionale nomina il commissario che si sostituirà al sindaco e al Consiglio comunale facendo sì che si aggiorni un PRG vecchio di 20 anni! Mi ritengo soddisfatta per l’intervento sostitutivo messo in essere dall’assessorato che continua a mostrare attenzione su argomenti così delicati ed importanti”.

“Proprio nello stesso giorno della diffida – aggiunge Stefania Munafò – l’Amministrazione, con ulteriore atto di arroganza politica, aveva proceduto con le varianti che vanno a incidere negativamente sullo stesso PRG e di fatto lo stravolgono prima ancora che vada in discussione. Quanto avvenuto in Consiglio comunale è oltremodo sconfortante e preoccupante per le sorti di questa città. Primo esempio è via Trabucco, variante incompatibile perché si fa un uso promiscuo di un area residenziale che coinciderà con un area D2 area industriale e commerciale”.

 “In secondo luogo – prosegue la dirigente del PD – una lottizzazione su aree i cui lotti sono inferiori ai 10.000 metri quadrati, misura prevista normalmente per le lottizzazioni e lo si fa sostenendo che non necessiteranno di autorizzazione Vas (Valutazione ambientale strategica). Ma la legge è cambiata ed oggi sono assoggettate a queste verifiche”.
“Adesso – dice sempre Stefania Munafò – si mettano da parte giochi e giochini politico amministrativi e si lavori al nuovo PRG! Venga trattato lo schema di massima e smettiamola con varianti e lottizzazioni selvagge in una città che non necessita di cementificazioni, parcheggi privati, centri commerciali, ed ampliamenti vari di strutture. Il PD si attiverà da subito per organizzare incontri ed assemblee con i cittadini e le associazioni affinché la gente si riappropri di una città a misura d’uomo. Affinché si possa lasciare quel po’ di verde che resta alle generazioni future”.
“Questo commissariamento – conclude la dirigente del PD – è l’ennesimo fallimento di una Amministrazione che, per rispettare le regole, costringe i cittadini e le associazioni a fare ricorsi e gli enti istituzionali a intervenire attivando poteri sostitutivi. Non è più concepibile che si debba ricorrere ad interventi terzi per fare rispettare le leggi in questa città. Non è concepibile che questa Amministrazione a spese dei contribuenti adotti provvedimenti che vengono poi sistematicamente messi in discussione da organi superiori”.

Le cronache registrano anche una dichiarazione del capogruppo del PD al Consiglio comunale, Rosario Filoramo, che, incredibilmente, si schiera in favore del cimitero nell’area verde di Ciaculli.

“Ben quattro anni – dice Filoramo in in comunicato – sono trascorsi dall’avvio delle procedure per la realizzazione del nuovo cimitero di Ciaculli. Si tratta di un opera pubblica indispensabile a risolvere in via definitiva l’emergenza cimiteri, che nella nostra città va avanti da oltre un ventennio. Ogni opera di razionalizzazione e moralizzazione dell’esistente si scontra con gli spazi esigui dei cimiteri comunali esistenti e con i problemi idrogeologici dell’area sottostante il Monte Pellegrino. La soluzione, un nuovo Cimitero nell’unica area prevista dal vigente Piano regolatore, la zona di Ciaculli, a confine col territorio di Villabate”.

Domanda: un Piano regolatore con i vincoli all’esproprio scaduti è ancora “vigente” come dice Filoramo? E un Piano regolatore dopo la nomina di un commissario ad acta per sostituire Giunta e Consiglio comunale non è superato?

Per Filoramo, che ormai è completamente entrato nella ‘filosofia politica’ del renzismo a 24 carati, la ‘cementificazione’ di una delle ultime aree verdi di Palermo è “conforme dal punto di vista urbanistico, non invasiva, in quanto l’orografia della zona ne nasconderebbe l’impatto alla vista”.

“Per l’opera pubblica – dice sempre l’esponente del PD – è stato presentato, da un privato, nel 2012 una finanza di progetto, cioè un intervento da realizzare con fondi privati, che dovrà rispettare i parametri di economicità e ricaduta sociale. Bene, anzi male, sono trascorsi quattro anni, l’emergenza cimiteri si complica sempre di più, la finanza di progetto ristagna negli uffici comunali. Oggi in Consiglio comunale ho assistito a dei balbettii, non è più il tempo delle mezze misure. Davanti a un opera tanto necessaria, non è possibile attendere un minuto di più. Intervenga il Sindaco e ci dica come realizzare il nuovo cimitero, fondi pubblici o fondi privati, a lui la scelta. Non si perda più tempo”.

Contro il progetto del cimitero nell’area verde di Ciaculli si schiera Giuseppe Barbera, docente universitario presso la facoltà di Agraria di Palermo, uno dei massimi esperti in materia di paesaggi agrari.

“Ogni nuovo consumo di suolo in ciò che rimane dell’agricoltura della Conca d’oro – dice Giuseppe Barbera – è ingiustificabile, pericoloso in termini ambientali, distruttivo di un sistema agricolo a cui non può essere sottratto altro spazio, pena la condanna all’inefficienza in termini economici, ecologici, paesaggistici”.

“Va inoltre ricordato – aggiunge il docente universitario – che il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 offre, soprattutto con la misura 16, molte opportunità per lo sviluppo di un’agricoltura multifunzionale che il Comune di Palermo dovrebbe promuovere e sembra invece ignorare”.

Giuseppe Barbera, per la cronaca, è stato assessore dell’attuale Giunta comunale di Leoluca Orlando. Non ci vuole molto a capire perché lo stesso sindaco, a un certo punto, ha messo fuori dalla Giunta comunale il professore Barbera…

Che farà, adesso, il Comune di Palermo? Il Consiglio comunale ha a disposizione 45 giorni per mettersi in regola. E approvare lo Schema di massima. Questo, però, bloccherebbe tutte le speculazioni edilizie. sarà così?

Un comunicato del Comune di Palermo sembra invece annunciare un ricorso al TAR Sicilia:

“Siamo certi – dice il sindaco Leoluca Orlando – che il contenuto dell’atto di nomina del commissario sia frutto di uno stato di confusione degli uffici regionali, di una svista che chiediamo venga riconosciuta e corretta in tempi rapidissimi; qualora ciò non avvenisse, non potremo che contestare nelle sedi opportune la validità amministrativa di questo atto”.

Insomma, il dipartimento Urbanistica della Regione sarebbe gestito da tecnici “confusi”. Insomma, la nomina del commissario ad acta, nella persona del dirigente generale del dipartimento Urbanistica della Regione, Salvatore
Giglione non piace a Orlando. Che aggiunge: “Già da Novembre dello scorso anno, dandone per altro comunicazione
proprio allo stesso assessorato, il sindaco e la Giunta di Palermo hanno adempiuto agli adempimenti previsti dalla
legge, inviando la proposta di Schema di massima del PRG. Da tale data, la competenza a procedere è del Consiglio comunale che, da quanto risulta, sta esaminando la proposta, avendo avviato la discussione generale”.

La replica di Orlando è abile: libera la Giunta da ogni responsabilità e getta la responsabilità dei ritardi sul presidente del Consiglio comunale, Salvatore ‘Totò’ Orlando. In effetti, è il Consiglio comunale che, con scuse risibili, blocca l’esame dello Schema di massima del nuovo Prg.

Sulla vicenda interviene anche l’assessore comunale alla Programmazione urbana e territoriale, Giuseppe Gini, un esperto del settore, se è vero che ha lavorato negli uffici della regione occupandosi anche di urbanistica.

“Questa nomina appare anomala – dice  Gini – a maggior ragione perché ancora lo scorso 10 Giugno ho inviato proprio all’Ufficio del dott. Giglione una lunga e dettagliata cronistoria degli eventi e degli atti, da cui è chiaramente evincibile lo stato dell’iter di formazione e approvazione del PRG di Palermo, nonché l’assoluta correttezza dell’operato del sindaco e della Giunta comunali”.

Anche Gini è furbo: salva la Giunta (e quindi se stesso) e scarica tutto sul Consiglio comunale.

P.S.

Dopo di che il sindaco Orlando e l’assessore Gini dovrebbero assumersi la responsabilità politica del continuo ricorso alle varianti urbanistiche. A Orlando e a Gini qualcuno dovrebbe spiegare che i cittadini palermitani non sono fessi…

Foto tratta da esnpalermo.com

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  • Le considerazioni a caldo sciroccoso e umido che di seguito espongo, derivano dall’avere praticato l’urbanistica da un punto di vista privilegiato ed in particolare per essere stato dirigente ed in ultimo capo servizio del Dipartimento Urbanistica dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, ed inoltre all’esperienza ultradecennale svolta nell’ambito del Consiglio Regionale dell’Urbanistica. L’iter di formazione di un piano regolatore generale ordinariamente quando vi è la volontà da parte dei Comuni di dotarsi di uno strumento di pianificazione, dura mediamente 10 anni. In Sicilia ci sono comuni che vanno avanti con piani approvati da oltre 30 anni, e non trovano alcun vantaggio a redigerne uno nuovo, benché recentemente (L.R.15/91) le leggi impongono la revisione allo scadere dei cinque anni. La revisione viene avviata, e per un motivo e l’altro ritardata alla adozione di un nuovo strumento urbanistico dalla medesima amministrazione comunale, in quanto tali strumenti sono vantaggiosi perché consentono una edificabilità generosa, ossia piuttosto ampia e diffusa a macchia di leopardo, nonostante alcuni condizionamenti per effetto della decadenza dei vincoli. La stragrande maggioranza di tutti i comuni siciliani hanno i piani regolatori generali con vincoli decaduti ope legis. In caso di inadempienze infatti la regione interviene in via sostitutiva con la nomina di un commissario ad acta. Nella fattispecie il Comune di Palermo è dotato ad esempio di una variante generale al P.R.G. approvata dall’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente con Decreto del Dirigente Generale (D.Dir) n.124/DRU del 13.03.2002 e successivo D.Dir 558 del 29.07.2002 di integrazione e rettifica. Allo stato attuale la variante risulta con vincoli urbanistici preordinati all’esproprio abbondantemente decaduti a fare data dal 29 luglio 2007. Appare utile precisare che i vincoli espropriativi contenuti nello strumento urbanistico hanno per legge, una durata limitata: in linea generale, cinque anni, ai sensi e per gli effetti dell’art.8 del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327. Alla scadenza dei quali, se non è intervenuta dichiarazione di pubblica utilità dell’opera prevista da parte dell’amministrazione comunale, il vincolo preordinato all’esproprio decade. Ciò non implica tuttavia che le previsioni del P.R.G., e cioè i cosiddetti vincoli conformativi (ZTO) risultano decaduti, per tale circostanza si pone l’obbligo per l’attuazione delle previsioni del piano accertare determinati requisiti per alcune ZTO ed in particolare per le aree di espansione da attuarsi mediante piani esecutivi (P.di.L., P.P. ecc) l’obbligo di reperire nell’ambito delle zone da sottoporre a strumenti attuativi le quantità complessive espresse in mq/ab delle attrezzature primarie e secondarie di cui al D.I.2.4.68 n.1444, mentre per le zone da attuarsi direttamente (ZTO “B”), la verifica dello stato di attuazione delle opere pubbliche e/o servizi previste all’interno delle zone perimetrale, per il rilascio di singole autorizzazioni e/o concessioni edilizie. La formazione del piano legata alla disciplina di tecnica urbanistica è fallimentare per il Comune e per i cittadini, tenuto conto che il piano regolatore così come voluto dalla legge del dopoguerra, tuttora sostanzialmente rimasta immutata, è una legge legata al ruolo che il piano assegna alle singole aree e ne determina il destino sociale ed economico, a vantaggio ordinariamente di singoli e trascurando il bene comune. E’ evidente che la condizione del territorio nel terzo millennio non è la stessa di quella del dopoguerra e pertanto la pianificazione territoriale e urbanistica si deve rapportare con i temi emergenti della contemporaneità e dunque non può più essere considerata esclusivamente una scienza il cui oggetto di studio è l’analisi del territorio, naturale ed antropizzato, mirato a disciplinare esclusivamente lo sviluppo ove necessario e le sue trasformazioni, stabilendo all’uopo specifiche regole e norme per regolamentare le costruzioni in genere, la localizzazione dei servizi pubblici, l’uso e la tutela dei suoli. Dunque si può senz’altro affermare che l’urbanistica attuale interessa in generale gli insediamenti urbani, la città, e non solo gli edifici singolarmente considerati. Ma l’epoca del piano così inteso è finito, oggi l’amministrazione dovrà riflettere sul destino del proprio territorio comunale, e dovrà sostanzialmente non trascurare che il territorio e l’ambiente dovranno essere adeguatamente tutelati perché innanzitutto essi costituiscono rispettivamente la dimora fondamentale dei cittadini e una concreta risorsa economica se adeguatamente rapportata ai valori del paesaggio. L’urbanistica dovrebbe essere umanizzata e avere come obiettivo prioritario il recupero del patrimonio edilizio storico aggregato e sparso, l’assetto in termini di rapporto costruito spazi liberi e servizi. Nel passato la costruzione delle città era una realtà ed una attività che non necessitava di una specifica denominazione tale da doversi considerare “disciplina”, considerato che la città era al servizio dei cittadini. Tra le attività di competenza della disciplina urbanistica, le amministrazioni comunali, meglio i consigli comunali che hanno specifica competenza di legge, espressione e rappresentanza dei cittadini, dovrà prioritariamente intervenire sul tessuto urbano consolidato, per rivitalizzare e ridare dignità ai quartieri emarginati, frenare in modo definitivo il consumo di territorio. Si prospetta con urgenza intervenire per il recupero della bellezza, dell’armonia e del decoro nell’ambito degli insediamenti urbani, in quanto la città è il luogo per eccellenza dove si sviluppano in pienezza l’umanità e la promozione di un’autentica solidarietà e fraternità.

  • il PRG è in lavorazione - non può essere divulgato
    comunque ci sarà una NUOVA CITTA' AMMINISRATIVA,
    una nuova città industriale
    una nuova città turistica
    una nuova città portuale

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