I grillini danno per scontata la scalata a Palazzo d’Orléans. Sottovalutando la schiera di delusi che non accetta la loro ‘soave opposizione’. Che dire poi dell’accordo Stato- regione? Si stanno limitando a denunciare come fanno i giornali e come fa Forza Italia…
“Certo, certissimo. Anzi, probabile”. Ricorriamo, ancora una volta, ad Ennio Flaiano e oggi lo facciamo per commentare l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle in questi giorni caldissimi per la politica siciliana. Il contesto, lo sappiamo bene, è segnato da una campagna elettorale già in corso- il dibattito all’Ars, ormai squisitamente politico, lo conferma- e dall’ennesimo tradimento del Governo Crocetta che pur di ingraziarsi il Governo Renzi, non esita, ancora una volta a svendere la Sicilia (qui l’articolo fresco di giornata sul tema).
In questo quadro, il Movimento 5 Stelle siciliano si dice ormai certo di vincere le prossime elezioni regionali. L’opinione pubblica, dinnanzi a questa prospettiva, ovviamente si divide: c’è chi gioisce, pensando che, finalmente, cambieranno le cose, chi, invece, li teme o, semplicemente, tifa per i soliti schieramenti e chi se ne frega perso come è in quella sorta di individualismo stagnante e rassegnato che caratterizza tanti siciliani.
Il vento delle ultime elezioni amministrative, comunque, sembrerebbe potere confermare questa aspettativa. Ma, troppa certezza, in politica come nella vita, è sempre dannosa :”Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola” diceva Voltaire.
Intanto, così facendo, si mostra una sicumera che rasenta l’arroganza. Poi,- cosa più importante- si rischia di sottovalutare gli avversari. Che in Sicilia, quando si parla di politica, non vanno mai sottovalutati perché capaci di tutto: dai tradimenti più biechi, agli inciuci più impensabili fino a cose indicibili, pur di vincere. Lo stesso vale per l’elettorato, i cui innamoramenti vanno e vengono con estrema leggerezza e che sicuramente si mostra sempre meno attratto dalle cabine elettorali.
C’è, poi, a nostro pare, un altro aspetto che i grillini siciliani stanno trascurando e che provoca una delusione che ci capita di toccare con mano parlando con tante persone che finora li hanno sostenuti o, meglio, votati. Ovvero, la delusione dinnanzi ad una azione politica regionale che qualcuno non esiterebbe a definire fin troppo soave. Chi ha votato M5S si aspettava barricate che, in verità, non ci sono mai state.
Prendiamo, ad esempio, la discussione attuale sull’accordo Stato-Regione. Il Movimento 5 Stelle ha avuto il merito di svelare un aspetto della truffa. Ovvero che i 900 milioni erogati dallo Stato e presentati come una grande vittoria per la Sicilia, sono solo un prestito che ci faranno pagare con lacrime e sangue (qui l’articolo). Bene, grandiosi. E ora?
Ieri, in Aula, poi, la dichiarazione clou: “Con le vostre scelte ci state consegnando la Sicilia, il prossimo governo sarà a 5stelle, ma rischiamo di amministrare una Sicilia in macerie”ha detto il deputato Francesco Cappello parlando dello scellerato accordo Stato-Regione.
E ancora: “Presidente – ha detto la deputata Angela Foti rivolgendosi a Crocetta – lei ha tradito il suo mandato. Con la rinuncia ai contenziosi ha sottratto ai siciliani risorse fondamentali. Si è arrogato un diritto che non le competeva”.
Verissimo, bravi. E,ora? Anche i giornali- quelli non embedded o non del tutto- lo urlano da giorni. Qual è la differenza? La differenza è che un movimento politico dovrebbe fare seguire azioni mirate e determinate ad una denuncia.
E chi, ad esempio, se non il Movimento 5 Stelle potrebbe battere i pugni a Roma contro queste ingiustizie che sta subendo la Sicilia? Certo non possono farlo gli altri partiti, che, chi più chi meno, dipendono dalle segreterie nazionali e che da queste verrebbero immediatamente zittiti (non per niente li chiamiamo ascari). Il Movimento 5 Stelle a Roma ha una folta e vivacissima rappresentanza che, quando vuole, sa farsi sentire in Parlamento e dare filo da torcere ai partiti tradizionali.
Ebbene, se la questione siciliana è così grave, perché non ne sentiamo parlare dagli scranni che contano? Perché i deputati siciliani non fanno asse con quelli romani per fermare quello che loro stessi definiscono una truffa, uno scempio, una ingiustizia colossale nei confronti della Sicilia perpetrata dal Governo nazionale?
In cosa sareste diversi, ad esempio, da Forza Italia – limitandoci, ovviamente, a questo problema- se tutto quello che fate è denunciare in Aula e vergare comunicati stampa invece di battere i pugni lì dove le decisioni vengono prese? Dando per scontato che vinciate le prossime elezioni, vi accollate “una Sicilia in macerie” piuttosto che tentare ora di evitare che si arrivi alla miseria più misera?
Già dopo le confessioni dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei (che con l’Espresso, come leggete qui, ha ammesso che alla Sicilia spetterebbero 7 miliardi di euro l’anno) ci saremmo aspettati un cataclisma sull’asse grillino Palermo- Roma. Invece, niente.
Qualcosa non quadra. Questo atteggiamento ‘soave’ è già costato ai grillini la ‘simpatia’ di gruppi sicilianisti che temono la struttura nazionale del movimento vedendo in essa un freno per l’affermazione delle prerogative siciliane (qui l’articolo in questione).
Certamente- si dirà- non saranno i sicilianisti a determinare i risultati elettorali, ma la sempre maggiore frequenza con cui vengono citati, anche da chi meno te lo aspetti. e la sensibilità nuova che sta affiorando sui media, dimostra che la loro campagna di sensibilizzazione sortisce i suoi effetti.
Ma, mettendo da parte le forze organizzate, sarebbe un errore pensare che i siciliani, in generale, non possano accorgersi di queste contraddizioni. Lo hanno già fatto su altre questioni- da qui il nostro riferimento alla delusione che riscontriamo in alcune cerchie di elettori dei grillini- lo potranno fare anche su quest’ultima vergogna targata Crocetta-Renzi. Forse più velocemente di quanto si pensi, perché in ballo ci sono cose concrete: picciuli, risorse che si potrebbero avere e che non si hanno.
Allora, che intenzioni ha il Movimento 5 Stelle? Conquistare il potere per il gusto del potere o provare veramente a cambiare le cose? Se poi fosse vero che il problema sarebbe rappresentato dalla reticenza alla lotta di chi viene indicato come il prossimo candidato alla Presidenza, ebbene, chi l’ha detto che deve essere lui a tirare le fila? Non si decide collegialmente? Ma i candidati non andrebbero scelti in base a votazioni online della base?
La verità- questa sì certa- è che l’elettorato giudica il Governo Crocetta per quello che fa, ma anche il Movimento 5 Stelle per quello che non fa.
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