La domanda è legittima. Anche se la notizia non ha fatto ‘breccia’ nella grande informazione italiana, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha reso noto che il Comune di Roma presenta un ‘buco’ di 23 miliardi di Euro, frutto delle precedenti gestioni del centrosinistra e del centrodestra. Debito che la politica romana, nel silenzio generale, ha accollato alla fiscalità generale, cioè a tutti gli italiani. E’ legittimo o no pensare che i tanti miliardi scippati alla Regione siciliana negli ultimi anni siano serviti in parte a coprire il mega ‘buco’ del Comune di Roma?
Non sta trovando eco sui giornali una notizia che per gli addetti ai lavori non è nuova, ma che risulta essere molto interessante per la Sicilia. Si tratta dei debiti del Comune di Roma scovati dal nuovo sindaco, Virginia Raggi. Pensate: si tratta di un ‘buco’ di 23 miliardi di Euro che, a quanto pare, rimane tale non si sa più da quanti anni. Ma questo mega debito è come se, in tutti questi anni, non ci fosse stato. Con un meccanismo truffaldino, che ora illustreremo, gli amministratori del Comune di Roma, di centrodestra e di centrosinistra, lo hanno scaricato, nel silenzio generale, nelle tasche degli italiani. Ma andiamo con ordine.
Va detto che questa notizia è molto importante per le tante categorie sociali della Sicilia che il Governo regionale Crocetta-PD ha lasciato senza soldi. Non ci riferiamo soltanto ai precari dei Comuni (che oggi, in 24 mila, invaderanno Palermo), non ci riferiamo soltanto agi 23 mila operai della Forestale. Ci riferiamo anche ai Comuni siciliani, alle nove ex Province (in particolare, ai 6 mila e 500 dipendenti delle ex Province), ci riferiamo alle migliaia di portatori di handicap della Sicilia lasciati senza soldi, ci riferiamo agli anziani malati lasciati senza soldi e via continuando con le categoria deboli della società siciliana lasciati in mezzo a una strada.
Perché facciamo il parallellismo tra il Comune di Roma e la Sicilia? Perché adesso dimostreremo che i soldi scippati ai Siciliani dal Governo Berlusconi 2008-2011, dal Governo Monti, dal Governo Letta e – siamo arrivati ai nostri giorni – dal Governo Renzi sono servirti, in parte, a coprire i ‘buchi’ del Comune di Roma.
A questo punto torniamo a Virginia Raggi. Il 15 Giugno scorso questo blog ha scritto un articolo con il seguente titolo: “Le elezioni al Comune di Roma: perché la vecchia politica trema” (articolo che potete leggere qui). Sette giorni prima che Virginia Raggi venisse eletta sindaco di Roma scrivevamo: “Provate a immaginare che cosa succederebbe se, Domenica prossima, al ballottaggio, i romani dovessero eleggere la grillina Virginia Raggi sindaco. Per la prima volta, dopo decenni di inciuci consociativi tra centrosinistra e centrodestra, comincerebbero a venire fuori i veri ‘numeri’ di Mafia Capitale, dell’Affittopoli romana, delle società del Comune di Roma, delle Municipalità, dei rapporti con i Ministeri. E anche dei reali ‘numeri’ del deficit del Comune di Roma…”.
Ebbene, a due settimane dall’elezione di Virginia Raggi cominciano a venire fuori i numeri reali del ‘buco’ di bilancio del Comune di Roma. Si scopre, così, che il Comune della Capitale d’Italia ha un ‘buco’ di bilancio di 23 miliardi di Euro, ma è come se non l’avesse. E sapete perché? Perché centrodestra e centrosinistra, negli anni passati – nei lontani anni passati – hanno deciso di sistemare questi debiti in una sorta di ‘limbo’ che non viene pagato dai romani, ma da tutti i cittadini italiani.
In parole più semplici, il debito di 23 miliardi è stato trasferito sulla cosiddetta fiscalità generale: lo pagano tutti gli italiani con le tasse!
Ci saremmo aspettati ampi servizi su tale argomento da parte del Tg1, del Tg2, del Tg3, di La7, di Sky Tv e della Tv di Berlusconi. Invece la notizia di queste ore è che Virginia Raggi avrebbe nominato il suo fidanzato, vero o presunto, non sappiamo in quale posto.
Invece di approfondire questo tema – magari per capire chi sono i responsabili di questo disastro finanziario – si parla di Virginia Raggi che ancora non nomina gli assessori!
Questa è l’informazione in Italia. Una nomina condita da gossip che diventa più importante del ‘buco’ di 23 miliardi di Euro della Capitale italiana.
Non è finita. Questo debito di 23 miliardi di Euro è tale da chissà quanti anni. Se è pagato con la fiscalità generale dovrebbe diminuire. E invece non diminuisce. Perché?
Il dubbio è che, ogni anno, a chiusura di esercizio, i debiti accumulati dal Comune di Roma vengano trasferiti in questo ‘limbo’. Così il debito non si riduce mai. Tanto paga ‘Pantalone’.
A scanso di equivoci, va detto che questo ‘buco’ di 23 miliardi di Euro del Comune di Roma trasferito sul ‘groppone’ di tutti gli italiani con la fiscalità generale favorisce fino a un certo punto i cittadini romani. Perché nonostante i cittadini romani siano chiamati, assieme a tutti gli altri cittadini italiani, a pagarlo, non hanno usufruito, fino ad oggi, di servizi degni di questo nome.
Le strade di Roma sono piene di buche, mancano gli asili nido, gli edifici scolastici sono abbandonati, insomma anche a Roma tanti servizi comunali lasciano molto a desiderare. Ma allora che fine fanno i soldi del Comune di Roma? Questo debito del Comune che non finisce mai di che cosa è frutto?
Bisognerebbe chiederlo agli esponenti del centrosinistra e del centrodestra che hanno amministrato Roma.
Torniamo alla Sicilia. Mentre il Comune Roma crea un ‘buco’ di 23 miliardi di Euro, il Governo nazionale ha creato ‘buchi’ paurosi nelle ‘casse’ della Regione. Li ha illustrati con estrema precisione, due giorni fa, il parlamentare Toto Cordaro intervenendo al dibattito andato in scena a Sala d’Ercole sul nuovo ‘accordo-capestro’ firmato da Rosario Crocetta a Roma con il capo del Governo Renzi (su questo argomento qui potete leggere la prima puntata dalla nostra inchiesta e qui potete leggere la seconda puntata).
Toto Cordaro ha detto, dati alla mano, che il Governo Letta, nel 2013, preso dal Bilancio della Regione siciliana 915 milioni di Euro. Nel 2014 il Governo Renzi ha scippato dal Bilancio regionale un miliardo e 150 milioni di Euro, più 200 milioni di Euro per pagare i ‘famigerati’ 80 Euro al mese. Nel 2015 ancora il Governo Renzi ha scippato al Bilancio regionale un miliardo e 300 milioni di Euro. E dal Bilancio regionale di quest’anno lo stesso Governo Renzi ha scippato un altro miliardo e 300 milioni di Euro.
Se li mettiamo in fila, dal 2013 ad oggi i Governi nazionali hanno scippato alla Regione siciliana quasi 5 miliardi di Euro. Soldi che sono stati tolti alla Sicilia per il “concorso al risanamento della finanza pubblica”.
Nella “finanza pubblica” rientra anche il Comune di Roma con i sui 23 miliardi di Euro di ‘buco’ che, però, non viene mai ‘risanato’.
Il dubbio – che poi è più di un dubbio – è che i soldi dei Siciliani, ovvero quasi 5 miliardi di Euro in quattro anni – siano serviti ai ‘magheggi’ di bilancio degli amministratori comunali romani.
Adesso associamo le pubbliche amministrazioni ai partiti politici che li amministrano. Negli ultimi anni, questo lo sappiamo tutti, il Comune di Roma è stato amministrato dal PD. La Regione siciliana, dal 2008 ad oggi, è amministrata dal PD.
Quindi, all’insegna di questo partito – che per motivi che non comprendiamo i Siciliani continuano a votare, anche se non in massa (il PD siciliano dovrebbe essere intorno all’8-10%) – negli ultimi quattro anni 5 miliardi di Euro della Regione siciliana sono finiti a Roma per il “concorso al risanamento della finanza pubblica”. E siccome sono finiti nel grande mare della fiscalità generale, è legittimo affermare, come già accennato, che sono stati utilizzati anche per coprire gli ‘eterni’ debiti del Comune di Roma.
Ma Crocetta ha fatto di più. Nel Giugno del 2014 ha firmato con Renzi il primo ‘Patto scellerato’ rinunciando a contenziosi finanziari vinti dalla Regione davanti la Corte Costituzionale. Con una firma Crocetta ha regalato a Roma oltre 5 miliardi di Euro. Questo il presidente Rosario Crocetta non lo può negare, perché a noi è arrivata notizia che qualche mese dopo – si era sempre nel 2014 – Crocetta è tornato a Roma perché avrebbe voluto rinegoziare il ‘Patto scellerato’ con il quale ha ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani.
Non contento di quanto fatto due anni fa, nei giorni scorsi Crocetta è tornato a Roma per firmare un secondo ‘Patto’ con Renzi. In cambio di 500 milioni di Euro – che erano già soldi della Regione siciliana – ha accollato ai Siciliani una serie di incredibili penalizzazioni. Che si tratta di accordo che penalizzerà i Siciliani lo ha spiegato ieri, a Sala d’Ercole, con parole semplici e comprensibili a tutti, la parlamentare grillina Claudia La Rocca:
“Questo – ha detto Claudia La Rocca – è un accordo assolutamente sbilanciato che di fatto delegittima l’autonomia legislativa della Sicilia. Prevede la riduzione strutturale della spesa corrente del 3% rispetto all’anno precedente per il triennio 2017/2020. Tale riduzione dovrebbe realizzarsi attraverso delle norme che dovrebbero essere portate a termine entro il prossimo 30 Settembre. Non capiamo come un Governo che non è riuscito a portare a termine una sola riforma strutturale in 4 anni, riuscirà a portare a termine diversi provvedimenti, di non poco conto, in soli 3 mesi”.
Insomma, Crocetta sa benissimo che non ci sarà il tempo per queste riforme strutturali, perché di mezzo c’è Agosto. Ma ha firmato lo stesso perché il suo obiettivo – che poi è l’obiettivo del PD – non sono le riforme, ma sono altri soldi dei Siciliani che finiranno nelle ‘casse’ romane.
Di più. Crocetta ha rinunciato ai contenziosi finanziari tra Regione e Stato per il periodo compreso tra il 2014 e il 2016. Ieri, intervenendo a Sala d’Ercole, la capogruppo del PD, Alice Anselmo, ha detto che Crocetta è stato bravo a firmare queste rinunce, perché si tratta, ha detto testualmente la capogruppo del PD, “di contenziosi persi dalla Regione”.
Con questo accordo la Regione siciliana, a detta di Alice Anselmo, avrebbe risparmiato un bel po’ di quattrini. Verificheremo, leggendo le ‘carte’, quanto affermato dalla capogruppo del PD. Se la cosa risulterà vera, faremo i nostri complimenti a Crocetta. Se sarà varo il contrario, sputtaneremo il presidente della Regione e, soprattutto, l’onorevole Anselmo.
Invitiamo le categorie sociali della Sicilia colpite dagli scippi finanziari operati dal Governo Renzi – a cominciare dai precari dei Comuni che oggi sfileranno per le vie di Palermo – a riflettere su un dato oggettivo: i soldi che Renzi e Crocetta insieme hanno tolto alla Regione siciliana sono i vostri soldi, perché sono i soldi delle imposte pagate dai Siciliani che, a norma del nostro Statuto, dovrebbero restare nelle ‘casse’ della Regione. Soldi che, invece, violando lo Statuto, il Governo Renzi-PD si trattiene.
I soldi che oggi mancano per pagare i vostri stipendi – e le indennità degli operai della Forestale, gli stipendi dei dipendenti delle ex Province e i fondi dei Comuni – sono soldi dei Siciliani che il signor Crocetta e i signori del PD siciliano hanno regalato a Roma nel 2014: soldi che continueranno a sparire grazie al nuovo’ accordo-capestro’ firmato da Crocetta nei giorni scorsi.
Non possiamo non notare la diversità di trattamento. La Regione siciliana viene lasciata senza soldi. Mentre i debiti del Comune di Roma vengono fatti pagare a tutti gli italiani.
Queste cose, cari Siciliani, è bene saperle. Anche per capire a chi chiedere conto e ragione.
P.S.
Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha fatto emergere un ‘buco’ di 23 miliardi al Comune. Sarebbe interessante scoprire chi sono i responsabili – politici e non soltanto politici – di questi disastro. Ci auguriamo che i grillini diano incarico ai tecnici per fare sapere agli italiani nelle tasche di chi sono andati a finire questi soldi. Se non altro perché questo debito lo stanno pagando tutti gli italiani con la fiscalità generale.