Michele Pagliaro critica aspramente l’intesa firmata dal pavido Crocetta e dal suo baby sitter Baccei con la Capitale. L’ennesima truffa in danno della Sicilia. Domani conferenza stampa di Forza Italia all’Ars sul tema mentre il Presidente dell’Ars, Ardizzone, continua a tacere…
Mentre il Presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone continua a tacere sulle conseguenze funeste del recente accordo Stato-Regione (ve ne parliamo qua) orchestrato dal Governo Renzi e firmato dal pavido governatore Rosario Crocetta e dal suo baby sitter, Alessandro Baccei (l’assessore regionale all’Economia inviato da Roma) e mentre domani all’Ars andrà in scena una conferenza stampa di Forza Italia sul tema, oggi a d intervenire sugli aspetti più oscuri di questa intesa è Michele Pagliaro, segretario regionale della Cgil:
“L’ accordo tra lo Stato e la Regione Siciliana in materia di finanza pubblica, lascia dubbi a iosa sia sulla reale quantità di risorse che verranno assegnate sia sulle clausole imposte, che rendono di fatto superata l’autonomia speciale della Sicilia”:
“Pare che la Regione e lo Stato abbiano deciso di intervenire esclusivamente sul gettito Irpef, convenendo di retrocedere alla Sicilia 5,61 decimi per il 2016, 6,74 decimi per il 2017 e 7,10 decimi per il 2018. Resta invece invariato il gettito Iva (attualmente retrocesso soltanto il 28%) e non viene rivisto il gettito delle imposte di fabbricazione che comportano tanti costi aggiuntivi per la nostra Regione, vedi risanamento ambientale di Milazzo, Priolo e Gela”.
“A fare aumentare i dubbi, – aggiunge Pagliaro- è il punto 8 dell’accordo che reintroduce una sorta di tesoreria unica per la Sicilia. Infatti, le somme (anche qui incertezza, nell’accordo si parla dei 900 milioni) non verranno trasferite direttamente alla Regione ma verranno trasferite in un conto infruttifero presso la tesoreria dello Stato, riconoscendo alla Regione una disponibilità limitata di tali somme esclusivamente per il pagamento di stipendi e pagamenti relativi a quote di mutui in scadenza nell’anno con l’obbligo di reintegrare le somme prelevate con le prime disponibilità in entrata. Non è chiaro se questo meccanismo è legato al tempo necessario per provvedere a tutti gli adempimenti legislativi da parte dello Stato e della Regione per rendere operativo l’accordo- dice Pagliaro- o è un meccanismo che si stabilizzerà, in considerazione delle clausole imposte, fin troppo oppressive: queste ultime sono: il taglio del 3% annuo della spesa corrente esclusa la sanità, le regolazioni contabili, il concorso alla finanza pubblica; la piena applicazione della Delrio e della Madia “e su tale punto le refluenze per la Sicilia sono sicuramente pesanti sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista di impatto sociale”.
“Si spera che -afferma il segretario generale della Cgil Sicilia in tono ironico- prima di firmare l’accordo chi di competenza abbia accertato tale refluenze. Una cosa è certa, che il mancato rispetto di ogni punto dell’accordo sarà sanzionato con relative trattenuta sulle entrate della Regione”.
Il segretario della Cgil chiede inoltre chiarimenti sul punto relativo al patto di stabilità “che la
Regione non dovrà più rispettare a condizione che produca in bilancio saldi positivi di una certa importanza per il 2016 ed il 2017”.
ndr
E’ apprezzabile l’intervento di Michele Pagliaro anche perché non è la prima volta che si schiera contro i furti dello Stato in danno della Sicilia (qui ad esempio). Speriamo che alle prossime elezioni non troveremo il sindacato schierato a favore del partito responsabile di questi soprusi: il PD.
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