Questo il commento di Paolo Amenta, vice presidente di ANCi Sicilia. Dietro quella che sembra una banale quanto assurda applicazione di una procedura prevista da una legge si cela, in realtà, una speculazione clientelare. A pagare le indennità di missione ai commissari inviati dalla Regione nei Comuni per approvare i Bilanci non è l’Amministrazione regionale, ma gli stessi Comuni. Insomma, la politica-politicante siciliana ha trovato il modo di scippare dalle ‘casse’ dei Comuni già in difficoltà finanziarie non meno di 2 milioni di Euro da spartire agli amici…
Ma com’è ‘sta storia? La Regione siciliana ritarda a erogare i trasferimenti finanziari ai Comuni, vi impedisce di approvare i Bilanci 2016 e poi vi commissaria perché non avete approvato i Bilanci?
Dall’altra parte del telefono Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) – personaggio politico che noi sentiamo spesso, per capire quello che succede nei Comuni (Amenta è il responsabile delle questioni finanziarie di ANCi Sicilia) – questa volta è molto meno diplomatico del solito. Dice:
“Siamo davanti a una pagliacciata”
In effetti, osserviamo, non possiamo darle torto…
“Come se i responsabili del mancato trasferimento delle risorse finanziarie ai Comuni fossero gli stessi Comuni!”.
Infatti, il cosiddetto accordo tra Governo Renzi e Governo Crocetta sul trasferimento di 500 milioni di Euro alla Regione – peraltro molto discutibile – è di qualche giorno fa. I ritardi non sono imputabili ai Comuni. Perché il Governo regionale ha deciso di commissariare i Comuni? Cosa c’è sotto?
“Intanto c’è la scusa delle procedure. Anche se siamo stati noi sindaci, più volte, a sollecitare il trasferimento delle risorse finanziarie o, almeno, la proroga per l’esercizio provvisorio (la legge prevede quattro mesi di esercizio provvisorio, fino ad Aprile: i sindaci, lasciati senza soldi dalla Regione, a fine Aprile, hanno chiesto la proroga dell’esercizio provvisorio: ma gli è stata negata ndr), la legge prevede, per l’appunto, il ricorso ai commissari”.
A noi, però, la cosa non convince.
“E nemmeno a noi convince”.
Cioè?
“Intanto l’applicazione di questa legge in modo così fiscale si poteva evitare. Anche perché i Comuni, come ho già detto, non possono essere chiamati a rispondere dei ritardi altrui. Ma c’è dell’altro”.
Cosa?
“Miserie della politica”.
Ovvero?
“Soldi”.
Soldi?
“Certo. Il pagamento delle indennità ai commissari che vengono a sostituirsi ai Consigli comunali per approvare i Bilanci”.
Scusi, i commissari li invia la Regione. E’ personale della Regione e dovrebbe essere pagato dalla stessa Regione.
“E invece il costo delle missioni viene messo in capo ai Comuni. La politica siciliana ha trovato ‘sta comodità e la sfrutta”.
Ci faccia capire: quanto costa a un Comune un commissario che viene a sostituirsi al Consiglio comunale per approvare il Bilancio?
“Nei piccoli Comuni non si dovrebbe perdere molto tempo, a meno che non ci siano problemi. Anche se spesso i problemi ci sono. Insomma, un commissario, per un mese di lavoro, costa a un Comune da cinque a se mila Euro al mese”.
Hai capito? Zitti, fatti quattro conti, inviando non meno di 300 commissari e forse di più – perché quasi tutti i Comuni siciliani sono senza Bilancio approvato – la politica siciliana ha trovato il modo di spartire non meno di 2 milioni di Euro agli amici commissari a spese dei Comuni.
“L’ho detto: siamo alle miserie della politica siciliana”.
A conti fatti, una pagliacciata ben retribuita.
“Non mi faccia dire altro”.
Visto che è tutta una sceneggiata – la Regione che non mette i Comuni nelle condizioni di approvare i Bilanci e poi li commissaria – non si potrebbero rintracciare altri profili? In fondo si tratta di denaro pubblico.
“La prego, non mi faccia dire altro”.