Ma allora perché il Governo regionale ha sbaraccato l’Azienda Foreste Demaniali della Regione? Tra l’altro, lo stesso assessore Cracolici è stato tra i protagonisti del Governo Lombardo che ha iniziato a sfasciare l’Azienda Foreste. E fa parte del Governo Crocetta che ha completato l’opera di distruzione. Ora, come si fa con i giocattoli della Lego, Governo e Ars dovrebbero ricostituire un’agenzia per fargli fare, a parte qualche innovazione, quello che faceva l’Azienda foreste. Le novità sul lavoro. E il tentativo di allettare gli operai forestali con misure di fuoriuscita per mandarli a casa
Se nella formazione professionale regnano sovrani la confusione e furbi, nell’attività forestale, con la riforma presentata ieri dall’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, siamo alle comiche finali.
Leggiamo assieme la prima parte del comunicato dell’assessore Cracolici dal quale si capisce che Regione siciliana è ormai al caffè (alla frutta si era già con il Governo di raffaele Lombardo).
“Verrà costituita – si legge nel comunicato diramato dall’assessore Cracolici – una nuova agenzia per le attività forestali, rurali e territoriali che coinvolgerà una platea di circa 23 mila forestali ed i lavoratori stagionali dell’Esa (circa 400), oltre agli uffici periferici dell’Amministrazione regionale che si occupano della gestione dei boschi e del reclutamento della manodopera. Sarà istituito un nuovo servizio di prevenzione civile per combattere il dissesto idrogeologico in tutto il territorio regionale e prevenire esondazioni e frane. L’agenzia si occuperà ad esempio di forestazione e gestione di boschi e riserve nelle aree demaniali, programmazione e gestione produttiva del patrimonio boschivo attraverso la valorizzazione delle biomasse e dei prodotti del bosco, viabilità rurale e servizi per l’agricoltura”.
Ora, a parte l’idea di intruppare i trattoristi dell’ESA e i dipendenti degli uffici periferici della Regione tra i forestali, le mansioni affidate alla nuova agenzia le svolgeva già con profitto l’Azienda Foreste Demaniali della Regione.
Da qui una domanda: che senso ha aver sbaraccato l’Azienda Foreste Demaniali della Regione per poi ricreare tale agenzia?
“La riforma prevede una serie di interventi innovativi nel settore pubblico forestale – prosegue il comunicato – partendo dalla produzione di una campagna digitale permanente sulla ricchezza del patrimonio forestale, la valorizzazione dei servizi eco sistemici, il mercato volontario dei crediti di carbonio, l’adesione ai sistemi di certificazione forestale, la messa a regime di un centro vivaistico regionale per la conservazione della biodiversità, la costituzione degli elenchi degli alberi monumentali, lo stato di salute dei boschi e la protezione della flora”.
Tutte azioni, queste, che l’Azienda Foreste avrebbe potuto svolgere.
E i lavoratori?
“I centocinquantunisti, i centounisti ed i settantottisti – si legge sempre nel comunicato – diventeranno lavoratori semestrali, quadrimestrali e trimestrali, impegnati in più turni durante il corso di tutto l’anno, e non come avvenuto finora in determinati periodi dell’anno. La forza lavoro è stata ridefinita non in termini numerici strettamente assoluti, ma in relazione alle giornate lavorative necessarie alla realizzazione di ciascuna tipologia di intervento. In funzione delle attività, i fabbisogni di forza lavoro saranno parametrati introducendo il concetto di ‘Equivalenza a Tempo Pieno’: in pratica, quattro operai trimestralisti, assunti su quattro turni differenti nel corso dello stesso anno, rappresentano un’unità lavorativa a tempo pieno. Così l’impiego dei 23 mila addetti si traduce in poco più di 6.200 unità ETP destinate alle attività nell’ambito dei boschi delle riserve, e delle aree a verde per tutta la durata dell’anno. Mentre poco più di 2.600 ETP sono da destinare alla lotta attiva agli incendi boschivi.
Il progetto di ‘riforma’ delle attività forestali deve adeguarsi ai dettami del renzismo che pervade il nuovo ‘Patto’ tra Renzi e il Governo regionale, che per la Sicilia prevede, di fatto, per i prossimi quattro anni, un’ondata di licenziamenti (come potete leggere qui).
“Nella riforma sono previste misure di fuoriuscita volontaria dal bacino per gli addetti forestali attraverso voucher per agevolare la ricollocazione. In alternativa potrà essere concesso il pagamento di un premio che consiste nella liquidazione da uno a quattro anni di retribuzione, in base alla categoria di appartenenza, per favorire l’avvio di attività imprenditoriali in cambio della fuoriuscita dal bacino”.
Con la riforma – ma questo il comunicato stampa non lo dice – il turn over dei dipendenti non dovrebbe essere toccato, contrariamente a quello che chiede Roma, che invece vorrebbe bloccare l’avanzamento di carriere dei forestali per alleggerire i costi dell’INPS.
“Con questa riforma puntiamo a ridare valore al nostro patrimonio boschivo e dignità al lavoro forestale – dice l’assessore Cracolici -. Il riordino del sistema forestale in Sicilia passa da un profondo ripensamento dei criteri organizzativi e gestionali nonché dell’assetto istituzionale che deve essere innanzitutto centrato sulle attività, sui servizi e sulle possibilità di sviluppo del territorio rurale, piuttosto che sul numero delle giornate lavorative. In questa riforma sono presenti criteri di innovazione e semplificazione. Sono soddisfatto del confronto con i sindacati che hanno manifestato interesse e disponibilità al confronto”.