Da Roma è arrivata l’ennesima promessa: i 500 milioni di Euro sono nel decreto. Ma i soldi saranno disponibili il mese prossimo. E perché non subito? Un’altra presa in giro? Detto questo, anche con i 500 milioni di Euro molti settori dell’Amministrazione regionale resteranno senza soldi. L’inghippo sulla sanità: stanno utilizzando, come hanno fatto nel passato, i soldi della sanità siciliana per pagare altre spese? La parola passa alla Corte dei Conti
Dopo la batosta elettorale, il Governo Renzi prova a cambiare strategia. Più dialogo. Anche con la Sicilia. Così il Consiglio dei Ministri ha inserito in un decreto i ‘famigerati’ 500 milioni di Euro che la Regione attende dallo scorso Febbraio.
Attenzione: non è l’erogazione dei fondi. E’ un documento che prevede l’assegnazione di queste risorse finanziarie. Per ora è solo un pezzo di carta. In stile Renzi.
Su altri giornali leggiamo una cosa che ci inquieta un po’ e che contiamo di approfondire. In cambio di questi soldi – che sono solo una minima parte dei 10 miliardi all’anno che Roma trattiene dalle imposte che dovrebbero essere incassate dalla Regione (l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, dice che lo Stato toglie alla Sicilia 7 miliardi di Euro di imposte ogni anno: in realtà, Statuto alla mano, sono un po’ di più: 10 miliardi all’anno secondo i calcoli del professore Massimo Costa, che nella vita fa l’economista) – la Sicilia dovrebbe cambiare lo Statuto.
A noi hanno raccontato un’altra versione dei fatti. E cioè che lo Stato sta riconoscendo alla Regione siciliana una parte dell’IRPEF relativo all’articolo 36 dello Statuto. E cioè:
un miliardo e 400 milioni di Euro per quest’anno (finora solo 900 erogati);
la stessa cifra per il 2017;
e un miliardo e 800 milioni di Euro all’anno a partire dal 2018.
Se l’accordo è questo che bisogno c’è di “cambiare lo Statuto”. Semmai, lo Statuto siciliano bisogna applicarlo, non cambiarlo.
Ovviamente, bisogna tenere conto che questi sono accordi siglati con il Governo Renzi: un Governo che gli impegni li mantiene a convenienza e se li rimangia a proprio uso e consumo (vedi gli 80 Euro al mese che sta togliendo a un milione e 400 mila persone dopo averli erogati). E con un politico che diceva al suo predecessore, Enrico Letta: “Stai sereno” che non voglio prendere il tuo posto a Palazzo Chigi e poi l’ha fatto.
Insomma, di Renzi non c’è proprio da fidarsi. Siamo arrivati al 21 Giugno e già da Roma fanno sapere che i 500 milioni di Euro “saranno disponibili a Luglio”.
A Luglio? In che giorno? Un mese è fatto di 30 giorni. Anzi di 31 nel caso di Luglio.
Insomma, a nostro avviso la sceneggiata dei 500 milioni di Euro non è ancora finita.
Nel frattempo la Sicilia aspetta.
Detto questo, ribadiamo ancora una volta che i 500 milioni di Euro non risolveranno i problemi finanziari della Regione siciliana. Le emergenze finanziarie sono tante. Troppe.
Come scriviamo da tempo, noi aspettiamo di leggere la relazione della Corte dei Conti al Bilancio regionale consuntivo del 2015. Nel 2014 i giudici contabili hanno denunciato un fatto molto grave: fondi destinati alla sanità dirottati dal Governo su altri settori dell’Amministrazione regionale. Il tutto con la connivenza di tutta l’Assemblea regionale siciliana, con riferimenti ai partiti di governo e di opposizione.
Il consuntivo 2015, sia chiaro, ci darà un’indicazione tendenziale. Perché quello che stanno combinando quest’anno con il Bilancio 2016 lo sapremo il prossimo anno.
Il nostro dubbio è che, per fronteggiare la mancanza di soldi, il Governo regionale stia prelevando risorse finanziarie dai 9,3 miliardi di Euro destinati alla sanità per fronteggiare altre spese.
In pratica, per dirla in modo crudo, il Governo regionale, per fare fronte ai ‘buchi’ di Bilancio provocati dal Governo Renzi, starebbe togliendo soldi alla sanità siciliana: cosa, questa, che ha già fatto nel 2014, come certificato dalla Corte dei Conti.
Cos’è che ci fa pensare a tale ipotesi? Il fatto che la sanità siciliana – con riferimento agli ospedali pubblici – sia in grande sofferenza.
Qualche giorno fa il responsabile dell’UGL siciliana, Giuseppe Messina, ha denunciato tagli alla sanità trapanese e turni massacranti per i medici. E’ quello che registriamo, da cronisti, in quasi tutti gli ospedali della Sicilia. Dove i turni massacranti, a quanto ci dicono, non risparmiano gli infermieri.
Dagli uffici della Regione ci dicono che così non è. E qualcuno ci ha fatto notare che le risorse finanziarie che oggi mancano agli ospedali pubblici vengono utilizzate per pagare un enorme numero di precari amministrativi che la vecchia politica siciliana avrebbe ‘intruppato’ in cambio di voti.
Su questo punto – sulla proliferazione incontrollata di dipendenti amministrativi nella sanità siciliana – dovremmo avere notizie precise tra qualche giorno dai giudici della Corte dei Conti.