Magari per un mese. Giusto il tempo di rimettere le cose a posto. Per la prima volta quelli che l’avvocato Nicolò Ghedini definisce “utilizzatori finali” pagherebbero il conto. Che oggi viene pagato solo dalle ragazze che oggi vengono minacciate, ricattate, gettate sui marciapiedi a battere e ridotte in schiavitù
Si definisce, eufemisticamente, utilizzatore finale chi, alla fine di una serie di intermediazioni criminose, dispone di un servizio particolare; per estensione, chi approfitta, come destinatario, di benefici procuratigli da altri attraverso la commissione reati.
Gli esempi più noti sono due: la prostituzione e la droga. L’induzione alla e lo sfruttamento della prostituzione sono reati; il traffico e lo spaccio di droga sono reati. Ma gli utilizzatori finali, che fuori da ogni metafora sono i puttanieri e i drogati, non sono punibili.
L’utilizzatore finale, insegna il sommo Nicolò Ghedini che di alcune di queste cose se ne intende, non è “mai penalmente punibile”.
Non soltanto non sono punibili, ma sono e restano invisibili. Guai a turbare la loro privacy. Questa garanzia, specie per i puttanieri, alimenta un mostruoso e disumano traffico di esseri umani.
Migliaia e migliaia di ragazze possono essere ridotte in schiavitù, minacciate, ricattate, gettate sui marciapiedi a battere, a commettere e subire turpitudini da un “utilizzatore finale”, il quale, se non fa qualche errore di troppo, gode dell’immunità e dell’impunità.
Lo stesso vale per il traffico di droga. Interi Paesi sono condizionati da bande di trafficanti; i morti nella guerra infinita per il controllo dei traffici non si contano e “l’utilizzatore finale”, se detiene solo la dose per il consumo personale, non ha problemi.
Queste atrocità vengono combattute agendo con la stessa intelligenza di chi torna a casa, la trova allagata e subito si mette a gettare via l’acqua, ma lascia il rubinetto aperto.
Che succederebbe invece se, per un mese, solo per un mese, squadre speciali fossero autorizzate a fotografare sul fatto i puttanieri e a mandare alle loro famiglie qualche foto delle loro trattative?
Che so, alle mamme, alle mogli, alle sorelle, alle fidanzate, alle figlie femmine?
Che succederebbe se, per un mese, solo per un mese, tutti i drogati schedati fossero sbattuti in celle imbottite a disintossicarsi a pane e acqua?
Apriti cielo! Molto meglio la tratta delle donne, bianche o nere che siano, meglio le guerre sanguinose dei cartelli della droga.
Meglio, in entrambi i casi, i morti ammazzati per strada, tra la gente.
E se ci va di mezzo la vittima innocente, pazienza.
Ma che umanità è questa?
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