L’incredibile denuncia arriva da Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia. Le immagini dei kit dati alla Polizia che si ‘sbullonano’ – ogni kit costa quasi mille e 500 Euro – sono la metafora dell’Italia di Renzi e di Alfano: ovvero un Governo che si ‘sbullona’ giorno dopo giorno
“Giubbotti antiproiettile che in sede di collaudo vengono perforati dai proiettili e kit antisommossa nuovi di zecca che sono troppo ingombranti per entrare nei mezzi di servizio assieme agli uomini, pesano quanto un cristiano da portarsi in braccio e oltre tutto si sbullonano durante l’utilizzo. Tutte dicerie? Speriamo. Anzi ne siamo certi. Perché non si potrebbe mai e poi mai giocare con la vita dei Poliziotti, vero? E tuttavia è nostro compito imprescindibile portare i nostri dubbi e le nostre domande all’attenzione di chi è competente. L’abbiamo fatto, lo facciamo sempre, e con cadenza ininterrotta per quanto riguarda, in particolare, i giubbotti antiproiettile. Ma dal Dipartimento abbiamo avuto risposte insoddisfacenti, poco chiare e che mostra uno stato dell’arte alquanto preoccupante. Ecco perché abbiamo scritto al Capo della Polizia, primo garante dell’incolumità e della tutela dei suoi uomini e delle sue donne”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, spiega la missiva inviata al Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, per segnalare presunte gravissime anomalie tecnico logistiche in materia di armamento ed equipaggiamento speciale, in particolare riportando precise segnalazioni a proposito di giubbotti antiproiettile che si sarebbero bucati in sede di collaudo e kit antisommossa appena distribuiti che sarebbero assolutamente inefficienti, tanto da obbligare il personale a portarsi dietro un cacciavite per aggiustarli.
“Giubbotti la cui garanzia è ormai scaduta, ma il cui utilizzo è stato procrastinato – riassume Maccari – forniture di nuovi gap rispetto a cui non si capisce quando arriveranno, quanti ne arriveranno e come arriveranno, forniture rispetto alle quali non spiccano garanzie della massima evidenza, tanto che qualcuno parla di materiali inadatti al punto che alcuni giubbotti non avrebbero superato positivamente i collaudi, e comunque di giubbetti flessibili antilama che nel concreto porterebbero gravi disagi agli Operatori… la situazione, insomma, richiede certamente un maggiore impegno, anzitutto sul piano della chiarezza dell’informazione, della trasparenza, della rispondenza delle dotazioni alle esigenze del personale”.
“Anzi, certamente non solo in tema di giubbotti antiproiettile serve una seria attenzione – insiste il Segretario Generale del Coisp – visto che molto pare ci sia da dire anche a proposito del kit antisommossa di nuova tipologia, nato per l’uso intrinseco alla operazione NO-TAV, che, tanto per cominciare, si presenta con l’inconsueto peso di quasi 13 kg. (….e se ne vorrebbero acquisire altri 4000). La cosa sconcertante – racconta Maccari – è che, qualora la Squadra composta da 13 persone ne dovesse usufruire nella completezza, proprio tale kit, viste le sue dimensioni ciclopiche ed ingombranti, costringerebbe a far rimanere a terra dai mezzi i Poliziotti: o entrano i kit o entrano loro! Ci viene inoltre segnalato che i citati kit si stiano già ‘sbullonando’. Sono costati la ‘modica’ cifra di ben 1.450 Euro ciascuno ed i Poliziotti devono portarsi dietro un giravite per restringere le viti di congiunzione (troppe, tra l’altro), delle parti snodabili. Torna spontaneo chiedersi: ma da chi e come vengono collaudati questi materiali?”.
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