A prova di bomba il sistema che è stato messo su per lucrare sui migranti. Chi gestisce i centri di accoglienza guadagna una barca di soldi. Chi cerca di fare chiarezza su una speculazione più remunerativa del traffico di droga viene preso per razzista. Di fatto, i migranti o annegano, o vengono salvati per fare arricchire chi li ‘ospita’. Così Augusta, cittadina già martoriata dall’inquinamento e oggi dalla povertà dilagante, è diventata il baricentro di questo grande affare. E’ l’unico porto della Sicilia con i fondali in grado di accogliere le navi di tutto il mondo che scaricano lì i migranti. E il porto commerciale? Che volete che sia l’economia di fronte alla ‘solidarietà’…
Sulla rete circola un video nel quale si parla degli sbarchi di migranti ad Augusta. C’è un leghista che non sappiamo chi sia (né ci interessa saperlo). C’è un esponente del PD che non sappiamo chi sia (né ci interessa saperlo). E c’è il sindaco della cittadina siciliana, Cettina Di Pietro, del Movimento 5 Stelle che a un certo punto, candidamente…
Insomma, il tema è quello dell’immigrazione. In Italia, in quello che resta della sinistra (poco, molto poco, in verità), la parola d’ordine è una: coprire e difendere il grande affare che si cela dietro i centri di accoglienza gestiti, per lo più, da cooperative ‘bianche’ e ‘rosse’.
A un certo punto siamo rimasti colpiti dalle parole del sindaco di Augusta (che potete ascoltare qui).
Dice, il sindaco di Augusta, che la Libia, nella raffigurazione che se ne dà nei media, è piena di bandierine che indicano la presenza di terroristi dell’ISIS.
“Ci preoccupiamo di non mandare i nostri in Libia e poi – parla degli immigrati – li facciamo venire qui da noi. Ricordo che ad Augusta c’è un’area industriale e c’è una base Nato. A noi chi ci protegge?”.
Insomma se l’ISIS dovesse decidere di organizzare un attentato ad Augusta, nel porto commerciale e, perché no?, nell’area industriale chi dovrebbe fermare i terroristi? Gli uomini delle forze dell’ordine che, spesso, non riescono a identificarli?
Cettina Di Pietro racconta la sua esperienza. Dice che, quando si è insediata, ha trovato tanti dipendenti del suo Comune che prestavano servizio nel centro di accoglienza per migranti.
“Non lavoravano per il Comune, ma per accogliere i migranti”, racconta sempre il sindaco. Quando ha cercato di capire che cosa stava succedendo, le hanno presentato il conto: non solo lavoravano per il Comune in quanto dipendenti comunali, ma lavoravano in straordinario:
“Sì, vogliono essere pagati, da dipendenti comunali, per il lavoro che hanno svolto nel centro di accoglienza. Il Comune di Augusta, che è in condizioni finanziarie difficilissime (come quasi tutti i Comuni siciliani ndr) dovrebbe pagare 300 mila Euro di straordinario”.
Da qui una domanda al siciliano Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che un giorno sì e l’altro pure, nelle Tv, magnifica il nostro Paese impegnato in questa grande operazione di solidarietà in favore dei migranti:
Ministro Alfano, non dovrebbe essere il suo Ministero a pagare questi 300 mila Euro? O lei e il suo Governo la ‘solidarietà’ la sbandierate, in Tv, con i soldi che i Comuni siciliani non hanno più, visto che se li è presi lo stesso Governo del quale lei fa parte?
Il porto di Augusta, racconta sempre il sindaco di questa città, è un porto commerciale.
“Ma come facciamo a far funzionare il porto commerciale di Augusta se arrivano ogni giorno i migranti?”.
Negli anni ’90 i giornali siciliani – cartacei – ci regalavano ‘paginate’ sul risanamento del porto di Augusta. Qui la grande chimica – la chimica della mordenizzazione senza sviluppo di Augusta, di Priolo, di Melilli e, in generale, della piana di Siracusa, quella chimica che è sempre piaciuta alla sinistra di Siracusa e alla triplice sindacale di CGIL, CISL e UIL – ha scaricato tonnellate di mercurio in mare.
Oggi non scaricano più non perché gli ‘industriali’ si sono pentiti, e nemmeno perché la politica ha imposto l’alt all’inquinamento dell’ambiente.
Lo scarica-mercurio in mare, da queste parti, si è fermato perché un giovane magistrato, negli anni passati, grazie a un’inchiesta, ha posto fine a questo scempio.
La politica e i sindacati – quelli che hanno appoggiato la chimica ad Augusta, a Melilli, a Priolo, quella chimica che ha avvelenato e ammazzato migliaia di persone e ha provocato teratologie (leggere bambini deformi) – si sono impegnati a bonificare i fondali di Augusta. A parole, naturalmente.
Non sappiamo quanti miliardi di vecchie lire e poi quanti milioni di Euro sono stati sbandierati dalla fine degli anni ’80 ad oggi per la bonifica della rada di Augusta. Ma la bonifica non c’è mai stata. Non chiedeteci che fine hanno fatto questi soldi perché non lo sappiamo. Dovrebbero saperne qualcosa all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Forse.
Insomma, la bonifica non c’è stata. Però il porto c’è. Il porto di Augusta è l’unico in Sicilia che ha i fondali adatti per far approdare le grandi imbarcazioni che arrivano da Suez. Il progetto era quello di far attraccare ad Augusta le navi cariche di merci che arrivano dall’universo mondo passando dal Canale di Suez.
Queste merci non sono mai arrivate. Le navi di tutto il mondo sì, quelle sono arrivate e ancora oggi arrivano nel porto di Augusta. Arrivano quasi ogni giorno. Navi cariche di migranti. I migranti salvati nel mare della Libia, nel mare della Turchia, nel mare di Malta, nel mare della Grecia.
Insomma, chiunque viene meritoriamente salvato nel Mediterraneo viene portato in Sicilia. Con l’opzione di Augusta se la nave che salva i migranti è grande. Nel porto di Augusta, l’abbiamo detto, possono attraccare le grandi navi. Ci sono i fondali giusti.
Pensate: navi tedesche, navi americane, navi cinesi, navi coreane, insomma navi di tutto il mondo salvano i migranti e li portano ad Augusta. Non nei propri Paesi, ma in Sicilia, quasi sempre ad Augusta.
Perché? Perché la Sicilia si è ormai specializzata nell’accoglienza. Se le navi sono grandi il porto di Augusta è l’unico dove possono attraccare. Ha i fondali adatti.
Tutti ci fanno i complimenti. Papa Francesco ci fa i complimenti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci fa i complimenti. Il presidente del Senato, Piero Grasso, ci fa i complimenti. Il presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ci fa i complimenti. Forse, se glielo chiedono, anche Obama ci farà i complimenti.
Come accogliamo noi i migranti non li accoglie nessuno. Soprattutto nel porto di Augusta, che ha i fondali adatti.
Ad Augusta, visto che sono così bravi, volevano fare un Hot spot. Poi non l’hanno fatto.
“Perché a Febbraio e Marzo non avete voluto l’Hot spot?”, chiede la conduttrice della trasmissione al sindaco Cettina Di Pietro. E aggiunge: “Con l’Hot spot si può creare lavoro. Perché non l’avete voluto?”.
La domanda dell’intervistatrice è viziata da un equivoco. Il sindaco ha detto che il porto di Augusta, che è un porto commerciale, per funzionare e creare sviluppo dovrebbe accogliere merci da tutto il mondo. Ma oggi accoglie migranti e non merci.
“In queste condizioni – dice il sindaco – il porto non può creare occasioni di sviluppo”.
Dov’è l’equivoco? La conduttrice crede che l’Hot spot, il Ministro Alfano e i suoi amici, avrebbero dovuto realizzarlo fuori dal porto di Augusta. Ma il sindaco Cettina Di Pietro gela tutti:
“Guardi che l’Hot spot avrebbero voluto farlo dentro il porto di Augusta e non fuori”.
“Perché – chiede il sindaco di Augusta – l’Hot spot il Ministro Alfano non lo realizza nell’area della Marina Militare?”.
Già, Ministro Alfano, perché? Ma come, Ministro: il porto commerciale si può bloccare, mandando a carte quarantotto l’economia di Augusta, e l’area della Marina Militare non deve essere nemmeno sfiorata dai migranti?
Imbarazzo generale. E ancora imbarazzo quando il sindaco racconta che l’Hot spot il Ministro Alfano e i suoi amici avevano deciso di realizzarlo ad Augusta senza avere preso contatti con il Comune e senza aver prima ascoltato gli abitanti di Augusta. E lo volevano realizzare nel porto di Augusta.
Come per l’inceneritore di rifiuti: Renzi, Crocetta, il sottosegretario Davide Faraone e l’assessore regionale Vania Contraffatto hanno deciso di realizzarne uno ad Augusta. Lo hanno deciso loro, senza ascoltare cosa ne pensano gli abitanti di Augusta.
Del resto, chi sono ‘sti abitanti di Augusta per volere decidere se nella loro città si deve o no realizzare un inceneritore di rifiuti? Cosa vogliono? Decidere sulla propria vita? Perché, che siamo in democrazia?
Gli abitanti di Augusta – come, del resto, tutti i Siciliani – per Renzi, per Crocetta, per Faraone, per l’assessore Contraffato sono solo sudditi. Loro, gli abitanti di Augusta, debbono solo obbedire. Questo vuole il PD. Perché questi quattro ‘scienziati’ sono tutti del PD.
Per inciso, con l’inceneritore di rifiuti – che bene che vada sarà pronto tra cinque anni – non si deve affrontare l’emergenza rifiuti: si deve affrontare l’emergenza dei piccioli.
I piccioli che finiranno nelle tasche di chi realizzerà l’inceneritore di rifiuti. Nel bel mezzo delle campagne elettorali delle elezioni politiche nazionali ed elezioni regionali del 2018. Ma torniamo ai migranti.
Nella gestione dei migranti c’è la parte economica. I piccioli, come diciamo noi in Sicilia. I soldi. ‘A munita, direbbero a Palermo, tra il Borgo vecchio e la Kalsa.
Dice il sindaco di Augusta:
“Non vorrei passare per razzista. Ma diamo 45 Euro al giorno per ogni minore non accompagnato…”.
Insomma, si danno i soldi ai minori che arrivano con i barconi e non si dà nulla ai minori delle famiglie povere siciliane. Ad Augusta non ci sono famiglie povere? A quanto pare ci sono ma…
Qui è meglio dire come stanno le cose.
Intanto i soldi non si danno ai minori arrivati con i barconi. Si danno ai centri che li gestiscono. Intanto non sono 45 Euro al giorno per ogni minore, ma 35 Euro al giorno per ogni minore arrivato con i barconi e ricoverato nei centri.
Intanto non ci sono solo i minori: ci sono anche i migranti cresciuti ricoverati nei centri di accoglienza sparsi in tutta la Sicilia. Che sono di più di quelli che risultano dai dati ufficiali. Perché di centri di accoglienza, nella nostra Isola, ce n’è ormai di tutti i generi e di tutte le specie.
L’accoglienza dei migranti, infatti, è il grande affare del secolo. Gli hotel a una stella e a due stelle della Sicilia quando li riempirebbero le stanze per 365 giorni all’anno? Con i migranti sono a posto. Per 35 Euro al giorno debbono fornire i pasti, il letto e, se capita, un po’ di vestiario. Lo ‘sgobbo’ è notevole. Dove ‘sgobbo’ sta per guadagno. Almeno 25 Euro al giorno. Soldi mansi, come si dice sempre in Sicilia.
Secondo voi in Sicilia ci sono hotel a una stella e a due stelle che potrebbero incassare 25 Euro al giorno per tutto l’anno con i turisti?
Poi i turisti si debbono servire e riverire. I migranti, invece, arrivano, li ‘intappi’ nelle stanze e buona notte ai suonatori.
Ormai sono tanti, in Sicilia, a voler entrare in questo grande affare dei migranti. Qualche giorno fa un hotel dislocato a due passi da Scala dei turchi – lo splendido tratto di costa che si distende tra Porto Empedocle e Realmonte, in provincia di Agrigento – stava per ‘chiudere’ l’operazione con i migranti. Ma c’è stata una sollevazione popolare (come potete leggere qui).
Il gioco funziona così. Le ‘autorità’ si complimentano con la Sicilia che accoglie i migranti. I centri di accoglienza accolgono, incassano 35 Euro al giorno per ogni migrante. Al migrante danno 2 Euro al giorno e la possibilità di farsi sfruttare nei lavori agricoli (ma ora non ci sono nemmeno questi, perché tra olio d’oliva tunisino, arance marocchine, passata di pomodoro cinese, pomodorino asiatico e frutta nord africana l’agricoltura siciliana vive per lo più degli aiuti dell’Unione Europea e sempre più spesso frutta e ortaggi nemmeno si raccolgono).
Per ogni migrante, come già ricordato, i titolari dei centri di accoglienza guadagnano non meno di 25 Euro al giorno. Più gli appalti, come nel caso del CARA di Mineo. Un bell’affare, no?
Ovviamente, pagano i cittadini italiani con le tasse. Pagare e sorridere.
Il sistema che hanno creato è inossidabile. Ufficialmente questo fiume di denaro pubblico serve per gli ‘immigrati’. Per la ‘solidarietà’. Ma non è così. Questo fiume di soldi pubblici sta facendo arricchire i titolari dei centri di accoglienza. La ‘solidarietà’ è il mezzo per fare affari.
Alla fine Mafia Capitale – l’inchiesta della procura della Repubblica di Roma – è un caso isolato. Nel resto d’Italia e in Sicilia gli affari tengono.
Certo, uno dei protagonisti dell’accoglienza romana dice che l’affare dei migranti è più lucroso della droga. E, soprattutto, è più sicuro. Se la magistratura non ci mette il naso diventi ricco e ti prendi pure i complimenti delle ‘autorità’. Volete mettere?
Se qualcuno si lamenta e chiede:
“Ma tutti questi soldi per i migranti quando in Italia ci sono oggi 12 milioni di poveri: è giusto?”, viene subito zittito e preso per razzista.
Sì, chi si oppone a questo sistema è razzista. Sulla rete il sistema ha creato vere e proprie ‘macchine banali’ per la bisogna. Sono quelli che appena uno contesta il mangia-mangia che c’è con i centri di accoglienza viene subito etichettato come “razzista”.
O porti il tuo cervello all’ammasso e lasci in pace i ‘manovratori’ dei centri di accoglienza o sei razzista.
“L’alternativa qual è, non accoglierli?”, dice l’esponente del PD al sindaco di Augusta durante la trasmissione.
Messa così, la cosa, è impossibile replicare.
I migranti o annegano, o vengono ‘salvati’ per fare arricchire i titolari dei centri di accoglienza. Prendere o lasciare.
P.S.
Ah dimenticavamo: il sindaco di Augusta cita i 45 Euro al giorno per ogni minore extracomunitario non accompagnato. Come detto, non sono 45 Euro al giorno, ma 35 Euro al giorno. Anche i minori extracomunitari non accompagnati sono entrati nel sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Non debbono pagare i Comuni siciliani: deve pagare il Ministero degli Interni.
Come abbiamo provato a raccontare (nell’articolo che potete leggere qui) ogni minore costa allo Stato – e non ai Comuni siciliani – circa mille e 400 Euro al mese. Mentre i minori italiani ricoverati nei centri sono a carico dei Comuni. Per ogni minore italiano il Comune paga circa 2 mila e 200 Euro al mese.
Volete che in Sicilia non ci sia confusione tra i minori extracomunitari le cui rette debbono essere pagare dal Ministero e i minori italiani le cui rette debbono essere pagate dai Comuni? Invece la confusione c’è, tanta confusione…
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