Una chiacchierata a trecentosessanta gradi su Palermo, sull’Amministrazione comunale e su Rifondazione comunista con Renato Costa, segretario della CGIL medici della Sicilia. L’occasione per guardare la città con gli occhi di un politico che si definisce ancora oggi “orgogliosamente comunista”. L’emergenza abitativa, i rifiuti. E una ZTL “intempestiva e poco ragionata”. Il pessimismo su Sinistra Italiana. E altro ancora
“Che vuol dire essere comunisti oggi in un’Amministrazione comunale e, in generale, in un qualunque governo? La risposta è semplice: mantenendo l’identità comunista. Ebbene, con riferimento al Comune di Palermo, attualizzando il significato di essere comunisti, pur riconoscendo alla Giunta comunale di Leoluca Orlando alcuni timidi atteggiamenti moderatamente di sinistra – penso alla gestione dell’acqua, al trasporto pubblico e alla GESAP – dico che ciò non può bastare per soddisfare le esigenze dei comunisti”.
Così parla Renato Costa, esponente di Rifondazione comunista di Palermo, segretario della CGIL medici della Sicilia. Parliamo di un politico che non ha mai perduto la voglia di essere comunista. L’abbiamo intervistato per chiedergli che cosa pensa dell’attuale Amministrazione comunale di Palermo, dove Rifondazione comunista è in Giunta da quattro anni.
E’ la prima volta che Renato Costa rompe il silenzio sullo scenario politico del Comune di Palermo. Un silenzio dettato anche dal fatto che, per un breve periodo, Costa è stato consulente gratuito dell’attuale Amministrazione comunale per le questioni legate alla sanità. E’ stato, perché da tempo non lo è più. Inutile chiedergli il perché del suo ‘divorzio’ dalla Giunta guidata da Orlando:
“Su tale argomento preferisco non parlare”.
E allora cambiamo argomento. Prendiamola alla larga. Cominciamo con una domanda un po’ canonica: come vede, oggi Palermo?
“Vedo una città assediata dai bisogni primari, dove l’emergenza abitativa ha raggiunto livelli di allarme. E dove altri bisogni primari, a cominciare dal diritto alla salute, non vengono presi in considerazione. Per non parlare di altri aspetti, dalla gestione dei rifiuti al traffico automobilistico che non sembra più gestibile”.
Un comunista come lei che pensa di tutto questo?
“La domanda che mi pongo e che pongo ai compagni comunisti di Palermo è: possono i comunisti accontentarsi di qualche cittadinanza onoraria, certamente importante e simbolica, ma che incide poco o nulla sulla vivibilità di una città come Palermo e sulla soddisfazione dei bisogni? Se osservo quello che l’attuale Amministrazione comunale ha fatto negli ultimi mesi rimango perplesso. Sotto questo profilo, la vicenda della ZTL è emblematica”.
Ovvero?
“La Zona a Traffico Limitato che l’Amministrazione ha provato a introdurre, così com’è stata pensata, non farebbe altro che aumentare il caos del traffico cittadino. Insomma riesce difficile credere che, senza un’adeguata valutazione dei livelli d’inquinamento cittadino, questa ZTL sia stata pensata per limitare l’inquinamento dell’aria e per migliorare la vivibilità. E’ molto più verosimile pensare che l’esigenza di fare ‘cassa’ abbia influenzato un provvedimento intempestivo e poco ragionato. Tra l’altro, senza il coinvolgimento, indispensabile, delle forze sociali e delle associazioni di cittadini e di commercianti”.
La sensazione che si percepisce è che, in questi quattro anni di governo della città di atti amministrativi di sinistra, come si usava dire un tempo, se ne sono visti pochi…
“Credo che il progetto politico – con riferimento alla presenza di Rifondazione comunista nella Giunta di Palermo – finisca nel momento in cui si pensa di interpretare l’essenza della sinistra. Io, ad esempio, non sono di sinistra: sono orgogliosamente comunista. Bisogna chiedere al segretario di Rifondazione comunista di Palermo e ai rappresentanti istituzionali dello stesso partito se anche loro pensano di essere comunisti. Perché se non lo pensano, ebbene, allora è giusto che assumano atteggiamenti di appiattimento totale sull’attuale Giunta comunale. Se, invece, ritengono di essere comunisti, beh, credo che siano in contraddizione con se stessi”.
Sulla carta, in Consiglio comunale, il sindaco Orlando potrebbe contare su venti consiglieri comunali su cinquanta. Poi, però, quando si vota la maggioranza si trova sempre.
“Abbiamo notato tutti che, in Consiglio comunale, a Palermo, l’opposizione è un po’ latitante”.
In verità, qualche po’ di opposizione c’è: pensiamo ad alcuni consiglieri comunali del PD.
“A chi, nel PD, pensa di criticare la Giunta Orlando da sinistra, ricordo sommessamente che si tratta comunque di persone che hanno scelto di militare in in partito – il PD, per l’appunto – che tutto può essere, tranne che un partito di sinistra. Fa quindi specie sentire grida di dolore da chi ha deciso di appoggiare un Governo nazionale che ha adottato scelte scellerate, dalla distruzione della Costituzione del nostro Paese alla pesante limitazione dei diritti dei lavoratori”.
Sul referendum per provare a ridurre l’impatto delle trivelle abbiamo assistito al silenzio assordante dei Comuni siciliani. Con in testa il Comune di Palermo…
“La vicenda del referendum sulle trivelle non fa altro che confermare la scarsa attenzione del Governo nazionale ai temi legati alla salvaguardia del territorio. Mentre invece lo stesso esecutivo nazionale ha preferito difendere i petrolieri, in assoluto ossequio al liberismo spinto. la cosa non ha bisogno di ulteriori commenti, perché si commenta da sola”.
Cosa pensa di Sinistra Italiana?
“Purtroppo Sinistra Italiana ha tutto il sapore di precedenti esperienze, dalla Sinistra Arcobaleno in poi. Siamo davanti alla solita aggregazione che, lungi dall’essere la costituzione di un soggetto politico nuovo, a partire da temi che dovrebbero costituire la massa critica, diventa, strada facendo, soltanto una coalizione elettorale. Con il solo scopo di avere una qualche rappresentanza istituzionale, peraltro altamente improbabile in una Regione dove vige uno sbarramento elettorale del 5 per cento. Lo stesso discorso vale anche per i Comuni. In questo quadro desolante, assolutamente privo di contenuti politici che partono dai reali bisogni della società, un solo sentimento riesce ad essere dominante: lo sconforto”.
Non è un po’ troppo pessimista?
“Non credo. Il mio è realismo. Oggi è troppo presto per pensare a uno schieramento di sinistra, perché no?, anche comunista, veramente alternativo. Certo, in Italia esiste uno spazio a sinistra: una sinistra non generica, non generalista, capace di interpretare i bisogni dei ceti meno abbienti, peraltro in crescita. Ma in questa fase mi sembra difficile ipotizzare una forza politica in grado di interpretare”.
Perché sarebbe difficile?
“Perché non mi sembra che ci sia chiarezza sulla crisi che attraversa il nostro Paese, l’Europa e il mondo. Siamo davanti a una crisi irreversibile del capitalismo: crisi che viene ignorata, sottovalutata e perfino negata. In una parola, o si comincia a capire che oggi un solo tema è diventato prioritario – e mi riferisco alla riduzione delle diseguaglianze – o qualunque progetto politico, pur animato dalle migliori intenzioni, è destinato a naufragare. Solo l’idea, questa sì di sinistra, di una reale redistribuzione delle risorse – e di una politica economica conseguente – può aprire uno spiraglio politico e prim’ancora culturale per la rinascita”.
Tra un anno si voterà a Palermo. E’ vero che Rifondazione comunista farà una lista con Orlando?
“Non sono il segretario di Rifondazione comunista di Palermo. Non oriento la linea politica del partito. In coerenza con quanto ho affermato, non nascondo di avere una certa difficoltà nell’immaginare un incondizionato appoggio al sindaco uscente. Se dovesse cambiare il quadro politico e i presupposti sui quali si è caratterizzata l’esperienza dell’attuale Giunta comunale potrei rivedere la mia posizione. Ma non credo che ciò avverrà”.
Rifondazione comunista a palermo è spaccata?
“Credo che ci siano sensibilità diverse. Anche se la maggioranza del partito condivide la linea del segretario del partito. Io non la condivido”.