Così, ieri, al termine, dopo la solita conferenza Regione-Autonomie locali senza costrutto, i vertici dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Autonomia Locali), hanno deciso di passare al contrattacco:
“Non ci resta che portare i Sindaci, i Comuni, e i loro cittadini in piazza a Palermo per fare sentire la loro voce ad un Governo regionale non solo sordo, ma del tutto indifferente al dramma dei servizi che verranno a mancare e di migliaia di famiglie di precari e di dipendenti delle ex Province senza stipendi per mancanza di copertura finanziaria”.
All’incontro di ieri erano presenti il presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, i vice presidenti Paolo Amenta, Luca Cannata, Giulio Tantillo e Salvo Lo Biundo, e il Segretario generale, Mario Emanuele Alvano. Per la Regione c’erano gli assessori Luisa Lantieri (Autonomie Locali) e Alessandro Baccei (Economia).
Un incontro inutile, quello di ieri. Con ANCI Sicilia che sottolinea “la totale assenza di interlocutori nel Governo (siciliano ndr) e, complessivamente, nella classe politica regionale, di fronte all’agonia che stanno vivendo i Comuni, ormai del tutto pronti a dichiarare il dissesto finanziario, a causa dei sempre maggiori tagli e mancati trasferimenti da parte della Regione, e per la sua parte, anche dello Stato. Nessun passo avanti rispetto alle richieste avanzate già nei precedenti incontri, e non ultimo, qualche giorno addietro con il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di avere la possibilità di uno slittamento dei termini per l’approvazione dei Bilanci di previsioni, utilizzando i fondi destinati dalla Finanziaria regionale ai Comuni e i fondi per garantire la sopravvivenza dei lavoratori precari, oltre che delle ex Province”.
“La Regione – dice il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, con delega alle questioni finanziarie – contravvenendo a precedenti accordi e alla sua stessa Finanziaria ha infatti annunciato una ulteriore riduzione del 70% dei trasferimenti ai Comuni (già ridotti negli ultimi cinque anni da 911 milioni a poco più di 300 milioni), non avendo a tutt’oggi ricevuto i 500 milioni di euro da parte dello Stato, annunciati e strombazzati da tutti gli esponenti del Governo nazionale ma mai erogati”.
“Speravamo oggi in un piccolo passo avanti – aggiunge Amenta – rispetto al vuoto che sinora ha caratterizzato gli incontri e le proposte della Regione nei confronti dei Comuni. E invece, siamo peggio di prima, con lo spettro dell’approvazione dei Bilanci con l’incertezza delle somme da trasferire agli Enti Locali. Perché, oltre a non garantirci le somme dello scorso anno, già più volte tagliate e ridotte, indispensabili per poter garantire la prosecuzione dei servizi essenziali ai cittadini, non ci è stata data nessuna garanzia per il fondo per i lavoratori precari. Nonostante i parlamentari dell’Ars continuano a dire di aver previsto nella Finanziaria la stabilizzazione e, addirittura, penalizzazioni per quei Comuni che non provvederanno a questo adempimento, con decurtazione del 50% e del 100% rispettivamente nel 2016 e 2017 con riferimento al contributo regionale per i lavoratori a tempo determinato. Una norma questa, l’art. 27, che come ANCISicilia abbiamo già detto di essere d’accordo con il Governo regionale che la vuole revocare in quanto ritenuta inapplicabile, per avanzare proposte credibili al Governo nazionale, tra le ipotesi, l’istituzione di una Agenzia che si occupi della trasformazione dei contratti dei precari da tempo determinato a tempo indeterminato, attraverso lo strumento della “comandata”.
“Per non parlare – continua Amenta – delle ex Province, senza più un euro per pagar gli stipendi e senza sicurezze per il futuro. Unica goccia in questo grande mare di silenzi, incapacità e drammi per tante famiglie, è la promessa che oggi ci è stata fatta di trasferimento del 60% della prima trimestralità, e l’impegno a sostenere con il Governo nazionale, e quindi direttamente con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la necessità di prorogare i termini per l’approvazione dei Bilanci di previsione, che ricordo sono già scaduti ad aprile. Per il resto – conclude il vice presidente – se non vogliamo continuare a vedere aggrediti i Sindaci, e morire senza tentare di lottare, vista l’assenza totale di attenzione da parte di questa classe dirigente e politica regionale, non ci resta che portare i Sindaci ed i Comuni, con i loro cittadini, in piazza a Palermo per fare sentire la loro voce ad un Governo indifferente al dramma che le realtà locali stanno vivendo in termini di continuità nell’erogazione di servizi, ad iniziare dai rifiuti, a quello delle migliaia di famiglie di precari e di dipendenti delle ex Province senza stipendi e senza un futuro”.
Le cronache registrano una precisazione tragicomica del sottosegretario Davide Faraone, ‘punta di diamante’ dei renziani in Sicilia. Faraone critica l’ANCI Sicilia che, a suo dire, si lamenta troppo. Ed è anche logico: Faraone, ogni mese, si mette in tasca il suo lauto stipendio di parlamentare nazionale con in più l’indennità di sottosegretario. Che cosa gliene può fregare a lui delle migliaia di Siciliani che il Governo nazionale ha lasciato senza soldi?
Lu sazio non cridi a lu diunu, scriveva un grande poeta siciliano… Da almeno un mese Faraone va ripetendo che il Governo nazionale erogherà alla regione siciliana 500 milioni di Euro. E lo fa con l’aria di chi cerca di far capire che lo Stato sta venendo incontro alla Sicilia. Dimenticando che questi 500 milioni di Euro sono solo una piccola parte dei soldi che, ogni anno Roma ruba alla Sicilia.
Sono, infatti, 7 i miliardi di Euro che, ogni anno, lo Stato scippa alla nostra Regione, come ha ammesso lo stesso assessore all’Economia, Alessandro Baccei (come potete leggere qui). Faraone dovrebbe conoscere Baccei, dal momento che è stato proprio il Governo nazionale del quale fa parte a imporre Baccei alla Giunta regionale di Rosario Crocetta!
Sui disastri finanziari dei Comuni interviene il capogruppo del Nuovo Centrodestra Democratico all’Ars, Nino D’Asero. Si tratta dello schieramento politico che, in barba al nome che anora non è stato cambiato, governa con il centrosinistra a Roma e in Sicilia.
D’Asero in almeno 20 righe di comunicato riesce a non dire nulla di concreto:
“Noi siamo sempre stati attenti e questo nostro atteggiamento è avallato anche dalle parole del ministro Alfano”.
Si tratta del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, leader di questo schieramento politico.
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ARTICOLO 38 dello Statuto Siciliano
Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nell'esecuzione di lavori pubblici
Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale
Si procederà ad una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo
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invece è la Sicilia a versare all'Italia il maggio contributo dopo il Piemonte senza considerare che la Sicilia svolge con le sue entrate quasi tutte le funzioni statali
I sindaci siciliani, tutti i 390, se non esclusivamente, sono la concausa di tutti i mali della Sicilia e dei siciliani. Nessun alibi. Uguali responsabilità di Crocetta, Lombardo e Cuffaro. Per una volta, lasciamo stare il governo centrale.