Appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le facciamo una proposta: tra qualche giorno, quando ricorderemo la Repubblica italiana, niente più parate militari ai Fori Imperiali. Ma una bella gita a Ravenna. Lì, dalla tomba di Dante, parli agl’italiani, dicendo le cose giuste, quelle che porta con sé nel cuore
Signor Presidente,
tra qualche giorno sarà l’anniversario della nostra Repubblica. Tempo di bilanci, si potrebbe dire. 70 anni e sentirli tutti, si potrebbe sintetizzare. Ma non voglio unirmi a quanti, e saranno tanti, vorranno celebrare, analizzare, elogiare e criticare.
No, io mi permetto di chiederle una cosa sola.
Da troppo tempo ormai le celebrazioni della Repubblica coincidono con una parata militare, costosa, arrogante e inutile e, per una nazione che ripudia la guerra, contraddittoria.
L’apparato militare, da sempre, si è appropriato di questo anniversario e ne ha fatto una cosa sua. “Cannoni e bombe, soldati e trombe”, cantavano Brecht e Weill (chi se li ricorda più?) nell’Opera da tre soldi, la “nostra” opera da tre soldi.
Come un Paese del defunto blocco socialista, o una repubblichetta sudamericana, ogni anno l’Italia pettoruta attraversa i Fori Imperiali (i Fori imperiali!)
Che cosa le chiedo? Che quella mattina del 2 Giugno Ella esca da una postierla delle mura del Quirinale e, in tutta riservatezza, faccia un viaggio fino a Ravenna, e da lì, dalla tomba di Dante, del più grande degli italiani, parli agli italiani.
Sono sicuro che dirà le cose giuste, quelle che porta con sé nel cuore. Quelle che vogliamo sentire.