Il pronunciamento, in verità, era atteso ieri. Ma, a quanto pare, ci sarebbe stata un po’ di ‘maretta’. La sensazione è che si potrebbe arrivare ad un mezzo giudizio che dovrebbe lenire, almeno un po’, la sconfitta giuridica che il Comune di Palermo ha subito al TAR Sicilia. Imponendo, di fatto, all’Amministrazione comunale di Leoluca Orlando di rimettere mano alla ZTL dopo il pronunciamento dei giudici del TAR previsto per il prossimo 9 Novembre
L’Amministrazione comunale di Leoluca Orlando potrà ‘spremere’ i cittadini palermitani con la ZTL ‘pirandelliana’? La parola passa al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), che oggi si dovrebbe pronunciare sul ricorso presentato dai legali del Comune di Palermo.
La storia è nota. Lo scorso Dicembre il Consiglio comunale di Palermo ha approvato il contratto con l’AMAT (la società che fa capo al Comune che gestisce il servizio di trasporto delle persone in città). In questa delibera c’è anche l’istituzione non si capisce più se di due o di una mega ZTL, sigla che sta per Zona a Traffico Limitato.
Questa ZTL – con molta probabilità, la più estesa d’Europa – non ha nulla a che vedere con la limitazione del traffico automobilistico, ma è solo una “tassa occulta” (queste le parole usate dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando in Consiglio comunale) per risanare i conti dell’AMAT, che in termini di gestione aziendale è un vero e proprio ‘Carrozzone’ (come potete leggere qui) e per sostenere i conti del Tram che ha costi esorbitanti.
Insomma, la ZTL, lungi dal ridurre l’inquinamento provocato dalle automobili, monetizza il passaggio degli automobilisti nel perimetro di questa mega ZTL, imponendo il pagamento obbligatorio di 90 Euro all’anno per automobile ai residenti, 100 Euro all’anno ai cittadini che vorrebbero percorrere l’area della stessa ZTL e il pagamento di un sacco di soldi ai commercianti (da qui la dizione ZTL ‘pirandelliana’, perché si applicherebbe un provvedimento per ottenere l’effetto opposto a quello per il quale viene presentata…).
I commercianti sarebbero i più colpiti, perché si troverebbero a dover sostenere i costi dei fornitori (circa 600 Euro all’anno). Tanto che è stato avanzato il dubbio che questa iniziativa del Comune sia stata pensata, anche, per mettere in difficoltà le attività commerciali che insistono dentro il perimetro della ZTL in favore delle attività commerciali (e soprattutto dei centri commerciali) che operano fuori dal perimetro della ZTL (come potete leggere qui).
In verità, in un primo momento le organizzazioni imprenditoriali palermitane – a parte la Confartigianato – non hanno reagito. Solo di recente si sono ‘svegliate’, forse perché sospinte dalle proteste dei propri iscritti.
Alcune associazioni (Bispensiero, Vivo civile e il Comitato Salviamo il cuore di Palermo), assistite dagli avvocati Alessandro Dagnino e Giovanni Scimone (e con la consulenza di Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo, che è stata la vera protagonista di questa battaglia, per la parte politica, insieme a Luisa la Colla e a Stefania Munafò) hanno presentato ricorso al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo regionale). I giudici del TAR hanno sospeso la ZTL ‘pirandelliana’ e hanno rinviato la trattazione del merito al 9 Novembre prossimo.
Contro la sospensione disposta dal TAR Sicilia si è opposto il Comune di Palermo, che ha presentato ricorso al CGA, in Sicilia organo di appello del TAR.
La domanda è: che cosa potrebbe succedere?
Va ricordato che il Comune di Palermo, pur in presenza di un ricorso al TAR, ha iniziato lo stesso a ‘spremere’ i cittadini imponendo il pagamento dei pass per la ZTL (imponendolo ai residenti dentro il perimetro – cittadini e commercianti – perché i palermitani che vivono al di fuori del perimetro non sembrano orientati a pagare il pass). Tra l’altro, il Comune ha iniziato a far pagare i pass in un clima di grande confusione, perché gli uffici comunali e le stesse società del Comune non sono nelle condizioni di organizzare nemmeno un banale pagamento di pass.
Quando è arrivato il pronunciamento del TAR è scoppiato il caos, perché il Comune ha dovuto disporre la restituzione dei soldi ai cittadini che avevano già pagato.
Ora la parola passa ai giudici del CGA. A giudicare dalle indiscrezioni, ieri non ci sarebbe stato un clima di ‘unanimità’. Ma, è chiaro, sono solo indiscrezioni.
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa potrebbe dare torto al Comune e confermare la sospensione della ZTL. In questo caso la vicenda si chiuderebbe fino a Novembre.
Il CGA potrebbe invece dare ragione al Comune, revocando la sospensione della ZTL disposta dal TAR Sicilia. In questo caso il Comune dovrebbe agire razionalmente e attendere il giudizio di merito del TAR del 9 Novembre.
Ma il Comune di Palermo, che in questa storia ha mostrato poca razionalità, se il CGA dovesse revocare la sospensione della ZTL disposta dal TAR, potrebbe tornare a chiedere ai cittadini i soldi della ZTL. In questo caso assisteremmo alle proteste dei commercianti e ad altro caos, perché ci sono ancora cittadini che hanno pagato il pass e non hanno ricevuto i soldi indietro dopo la sospensione della ZTL da parte del TAR.
A questi cittadini il Comune dovrebbe dire: “Non vi restituiamo più i soldi, perché la ZTL è di nuovo in vigore”.
Se poi a Novembre, entrando nel merito, il TAR Sicilia dovesse ‘cassare’ la ZTL, il Comune dovrebbe restituire, per la seconda volta, i soldi ai cittadini.
Insomma, lo scenario non è semplice.
In realtà, esiste anche una terza via. Il CGA, giusto per non umiliare il Comune di Palermo, che al TAR ha subito una sconfitta giuridica pesantissima, potrebbe dare una mezza ragione al Comune di Orlando dicendo: “La ZTL è giusta, ma va migliorata e tiritipt e tiritapt…”. In pratica, un modo elegante per dire: il Comune ha le sue ragioni, ma deve aspettare il pronunciamento del TAR a Novembre. O, magari, imponendo al Comune una serie di prescrizioni che costringerebbe l’Amministrazione Orlando ad attendere il giudizio del TAR Sicilia.
P.S.
Per la cronaca, il PD di Palermo, sulla ZTL, è diviso in due: l’area di questo partito definita ‘Pasta con le sarde’ (da ‘gustare’ con l’Amministrazione comunale) è favorevole; poi c’è un’area che è contraria.