Annunciato in pompa magna da Matteo Renzi in tour in Sicilia comincia a mostrare tutte le sue crepe. Una mozione presentata all’Ars svela l’inganno…
E ti pareva. Nel consueto baillame propagandistico che investe la Sicilia quando si tratta di investimenti pubblici, finisce anche il ‘Patto per la Sicilia’ annunciato in pompa magna da Matteo Renzi nel suo recente tour nella nostra regione.
Di certo c’è solo che il Governo regionale dovrebbe presentare a breve un elenco di opere da finanziare con questi ipotetici 2.3 miliardi di euro. Ma non se ne sa nulla. Da qui l’ira del Presidente della Commissione Bilancio dell’Ars, Vincenzo Vinciullo, che come leggiamo su Livesicilia ha dichiarato quanto segue: “La giunta non ha approvato alcun elenco delle opere da finanziare in Sicilia, ma si è limitato ad approvare le macro aree su cui poi, nei modi e nelle forme previste dalla legge, e non dai capricci personali, calare i singoli progetti. Mercoledì scorso- racconta Vinciullo- l’assessore al Territorio e Ambiente e il vicepresidente della Regione non si sono presentati in Commissione Bilancio e Programmazione in quanto, per iscritto, hanno giustificato la loro assenza asserendo di non aver ancora la Giunta di Governo deliberato sui singoli progetti da finanziare, per cui o hanno mentito alla Commissione o sparano castronerie sui giornali”.
Il timore di Vinciullo (e non solo) è che questo piano venga usato dalla Giunta di Governo per tentare di recuperare consensi sui territori, che questi soldi, insomma, ammesso che ci siano, vengano utilizzati ad usum delphini, alias per foraggiare le clientele.
Domani si dovrebbe conoscere nel dettaglio questo famoso elenco, ammesso che qualcuno si presenti in Commissione Bilancio.
Ma c’è di più. Una mozione presentata all’Ars (che potete leggere qui, è la numero 524) si spinge oltre e parla di un piano che in molte parti sarebbe privo di copertura finanziaria. A firmarla sono la deputata Bernadette Grasso insieme con Totò Cordaro, Vincenzo Figuccia, Marco Falcone e altri.
Innanzitutto, i deputati ricordano che nel negoziato con Roma circa il 45% delle risorse (911 milioni) è stato destinato ai capitoli ambiente, coste, dissesto e rifiuti seguito da interventi in materia di viabilità (41% pari a 833 milioni) “lasciando solo alla parte residuale gli interventi per il welfare. Ai limiti dello scandalo la dotazione per turismo e cultura di appena 70 milioni, il 3%”.
Detto questo nella mozione si ricorda che sono stati considerati ‘eleggibilii’ interventi già finanziati ma bloccati o già progettati ma non avviati per assenza di finanziamento o altri impedimenti, burocratici, ad esempio.
Il problema è che per la ‘fretta’, sarebbero stati inseriti progetti già superati dalla realtà dei fatti. Tra questi un impianto di compostaggio a Capo d’Orlando, irrealizzabile e già bocciato dal Genio Civile.
E non sarebbe l’unica balla prevista dal piano. “E’ mancata la concertazione con gli enti territoriali- sottolineano i deputati -che sono gli unici a conoscere le esigenze del proprio territorio e gli eventuali impedimenti a progetti teorici”.
Poi arriva la parte più ridicola: “Restano da verificare le indiscrezioni secondo cui nella fretta di redigere il corposo piano siano stati inseriti progetti che non hanno copertura finanziaria”.
Onde evitare che questo piano sia “l’ennesimo libro dei sogni fatto da progetti altisonanti ma già superati o irrealizzabili” i deputati chiedono al Governo di rivedere tutto il piano.
Insomma, siamo alle solite.
Ricordiamo che già il Movimento 5 Stelle aveva puntato i fari sulla questione chiedendosi come e chi si stesse accaparrando la torta (qui il loro intervento).
E ricordiamo pure che Michele Emiliano, governatore della Puglia, si è rifiutato di firmare un patto simile per la sua regione:”Io non ho firmato il ‘Patto per il Sud’ perché nella sostanza non aggiunge nulla a ciò che noi abbiamo già ottenuto e a quello che abbiamo il diritto di ottenere. Se io firmo il ‘Patto per il Sud’ – ha detto Emiliano- partecipo ad un meccanismo di comunicazione che dà l’impressione che io abbia ottenuto chissà che cosa in più rispetto al dovuto, è evidente che sto facendo cattiva informazione e in più sottoscrivo un forte abbattimento del denaro del Fondo di sviluppo e coesione che, secondo la legge italiana, ammontava a 58 miliardi di Euro, poi scesi a 38 e ora la suddivisione per il patto del Sud di quel fondo dovrebbe essere da 12,8 miliardi di Euro e quindi noi dobbiamo firmare praticamente la riduzione ad un terzo di quelle che erano le somme destinate al Mezzogiorno”.
Ci sono politici, e ci sono carrieristi della politica disposti a prendere per i fondelli una intera regione.