Alcune delle battaglie civili e politiche portate avanti da Marco Pannella, passato a miglior vita, sono state giuste. Altre lo sono state un po’ meno. In ogni caso, non bisogna dimenticare che è anche stato un voltagabbana: un uomo politico che ha trattato la politica come un bancomat, prendendo da destra e da sinistra
Quando un uomo, divisivo per vocazione, per scelta, alla sua morte riceve quello che si chiama “un cordoglio unanime”, gatta ci cova.
Qualcuno dirà, generosamente: de mortuis nisi bonum, dei morti bisogna dire soltanto bene.
A parte che questa abitudine, tutta italiana, è pericolosissima, perché garantisce ai vivi la certezza che, nonostante tutte le loro nefandezze, tutti, allo loro morte, ne diranno bene, con ciò autorizzandoli a continuare, io credo che nel caso di Giacinto Pannella detto Marco i motivi possano essere altri.
Io credo che, nella considerazioni degli italiani, le giravolte e le acrobazie di Pannella, ma anche le battaglie, alcune giuste e necessarie e per le quali gli va riconosciuto un grande merito, abbiano creato folkloristico divertimento. E molti adesso ringraziano.
Non tutti, certamente non molti di quelli che oggi lo ricordano con parole di stima e di grande considerazione, possono aver dimenticato la parte clownesca e irriguardosa delle istituzioni della sua azione politica che ha utilizzato il consenso politico per portare in Parlamento pornostar e cattivi maestri, per non parlare di tutti i Taradash che, all’ombra del Giacinto, hanno fatto carriera.
Nessuno può aver preso sempre e comunque sul serio un voltagabbana che ha trattato la politica come un bancomat, prendendo da destra e da sinistra.
Il Partito Radicale che poteva continuare ad essere una cosa seria (e che spero tornerà ad esserlo, perché la sua funzione in Italia è essenziale), guidato da persone serie, veramente impegnate per il bene pubblico, diventò lo strumentino attraverso cui Pannella ha dato sfogo alla sua mostruosa vanità e talvolta la clava da brandire contro i nemici politici .
Quando di un altro personaggio istrionico e controverso, appartenuto ad un’altra epoca, Gabriele D’Annunzio, fu comunicata la morte, non pochi commentarono così: “Finalmente”.
Ecco, appunto. Finalmente.
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