Permesso? Ci sono anche i 13 mila precari ex ATO rifiuti. Chi li pagherà?

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Nel caos dei rifiuti che oggi travolge la Sicilia, tra discariche che hanno fatto la fortuna dei privati e raccolta differenziata a livelli bassissimi, c’è anche il problema di 13 mila addetti, assunti negli anni passati senza concorso, adesso in cerca di conferme per gli stipendi. Intanto, in assenza di un Governo regionale dei rifiuti, ogni Comune siciliano fa quello che gli pare. E la Regione siciliana? Assente 

Esiste, in Sicilia, un Governo che si occupa del problema legato ai rifiuti? Sembrerebbe proprio di no. C’è il tentativo – tutt’ora in atto – di realizzare sei inceneritori di stampo renziano per consentire ai soliti amici di intascare un vapore di piccioli. Per il resto, il caos regna sovrano.

La raccolta differenziata dei rifiuti, nel complesso, è un disastro. Certo, non mancano cittadine virtuose: Favara, grosso centro della provincia di Agrigento, ad esempio, è stata premiata proprio per i successi che sta ottenendo nella differenziata. Ci sono altri Comuni dell’Isola, medi o piccoli, dove la differenziata si va affermando. Ma sono casi.

Di fatto, nella nostra regione, continuano a trionfare le discariche. Il tutto in un clima, lo ribadiamo, di caos, generato dal non-Governo della Regione. Con circa 13 mila lavoratori – assunti, è vero, senza concorso, cioè alla ‘siciliana’ modello precari (votoXposto di lavoro) – che oggi non sanno che fine faranno. 

La Sicilia, negli primi anni del 2000, ha istituito gli ATO rifiuti, società costituite dai Comuni. Di fatto, ‘Carrozzoni mangiasoldi’ che sono serviti ai sindaci dell’epoca di assumere personale senza concorso. Sarebbe bastato un consorzio tra Comuni e ci sarebbe stato, bene o male, il vincolo di una pubblica amministrazione nella quale si accede per concorso.

In Sicilia non è stato e non è sempre così (gli oltre 100 mila precari sparsi tra gli uffici della Regione, dei Comuni e delle ex Province ne sono una testimonianza). Però, considerato che già allora di precari ce n’erano già tanti, sarebbe stato comunque un deterrente. Invece hanno costituito le società per azioni tra i Comuni per avere mano libera ed assumere: e, come già ricordato, hanno assunto 13 mila persone circa.

Dopo di che, quello che hanno combinato con gli ATO rifiuti lo sa solo Nostro Signore Iddio: sperperi, assunzioni facili, confusione. Il tutto per favorire il mondo delle discariche.

Oggi si parla tanto di raccolta differenziata. Ma nessuno racconta che, dal 2008 fino allo scorso anno, in Sicilia, la raccolta differenziata dei rifiuti è diminuita. Grosso modo, dal 2000 al 2008 la raccolta differenziata era in aumento. A partire dal 2009 – cioè da quando ‘i munnizzara privati sono entrati a pieno nel Governo della Regione, è cresciuto il peso delle discariche, in buona parte private.

Non è esagerato affermare che, dal 2008 al 2015, con la riduzione della raccolta differenziata dei rifiuti, circa un migliaio di addetti che lavorava nella raccolta differenziata in tanti Comuni della Sicilia sono rimasti senza lavoro. Di questi non ha parlato nessuno.

Oggi i sindacati si stracciano le vesti per i 13 mila addetti assunti a ‘umma ‘umma con gli ATO rifiuti, ma quando i lavoratori veramente specializzati (la raccolta differenziata è un po’ diversa dal prendere ‘a munnizza per ‘sdivacarla’ nelle discariche) che operavano nella differenziata sono stati licenziati, tutti muti!

In compenso, però, la politica – con la connivenza dei sindacati – ha ‘pilotato’ le già citate 13 mila assunzioni in cambio di voti.

Oggi i nodi stanno arrivando al pettine. E sono nodi che non si scioglieranno tanto facilmente.

E’ successo che gli ATO rifiuti sono stati posti in liquidazione. Per un motivo semplice che, però, per ‘pudore’ la politica non vuole ammettere: perché sono finiti i soldi. Gli ATO non avevano più i soldi per pagare il personale.

Così è stata varata una riforma grottesca. Perché grottesca? Perché ignora l’elemento centrale di questa storia: la mancanza di soldi.

Su questo punto la responsabilità grave ce l’hanno ancora una volta i sindacati, che negli ultimi anni, sui rifiuti, hanno solo prodotto demagogia.

La riforma ha creato le Srr, sigla che sta per Società per la regolamentazione del servizio. Queste società avrebbero dovuto ereditare il servizio dagli ATO assorbendo il personale, cioè i 13 mila addetti.

Il problema, lo ribadiamo, è che i Comuni siciliani sono in ‘bolletta’, perché massacrati dai tagli del Governo Renzi e del Governo regionale di Rosario Crocetta.

Anche volendo, insomma, non avrebbero potuto assumere questo personale. A meno che non decidano di far pagare questi 13 mila addetti ai rifiuti ai cittadini di ogni Comune con nuove tasse locali.

Questa via non sembra molto percorribile. Perché negli ultimi anni i circa 24 mila precari dei Comuni siciliani, di fatto, li hanno pagati, in buona parte, i cittadini siciliani dei Comuni. Loro, i cittadini, non lo sanno, perché i sindaci – tutti ‘intelligenti’ – non lo dicono.

Ma quando i Comuni chiedono alle banche scoperture di tesoreria (peraltro onerosissime) per pagare i precari (cosa che tantissimi Comuni siciliani fanno nel silenzio generale), a pagare sono i cittadini con un aumento della pressione fiscale comunale. Ribadiamo: nessuno glielo dice, ma è così.

Insomma: già i Comuni, in buona parte, fanno pagare ai cittadini i circa 24 mila precari degli enti locali siciliani (pensate che cosa succederebbe se i cittadini siciliani si dovessero svegliare decidendo, per esempio, di non pagare più le tasse e le imposte comunali aggiuntive…). Così i sindaci hanno deciso di non far pagare ai cittadini anche i 13 mila dipendenti degli ATO rifiuti. Bontà loro…

Che cosa hanno fatto e cosa fanno oggi i Comuni? Ognuno fa quello che vuole, perché tanto – come detto all’inizio di questo articolo – in Sicilia non esiste un Governo regionale in materia di rifiuti. L’assessorato regionale che si occupa di questo settore, tolti gli appalti, rappresenta il nulla.

Così ci sono Comuni che hanno costituito gli Aro (che non sono previsti dalla legge); e ci sono Comuni che organizzano la raccolta dei rifiuti autonomamente, con affidamenti diretti, senza gara.

Attenzione: questo caos poteva essere l’occasione per puntare sulla raccolta differenziata. Ma non è stato fatto nemmeno questo. A parte alcuni casi, come già ricordato, il caos trionfa.

E i 13 mila lavoratori ex ATO? Alcuni – sempre in un clima ‘rigorosamente’ privo di regole – sono riusciti a ‘i’nfilarsi’ nella confusione generale. Altri sono rimasti ‘a spasso’.Molti di questi lavoratori protestano. Come avviene con il Coinres, un consorzio, oggi in liquidazione, che operava nei Comuni di Alia, Altavilla Milicia, Bagheria, Baucina, Bolognetta, Campo Felice di Fitalia, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Ciminna e altri ancora.

E cosa fa il Governo regionale? In attesa del grande affari degli inceneritori assistiamo, quasi divertiti, a uno spettacolo incredibile.

C’è la richiesta, da parte del Governo regionale, della dichiarazione di emergenza. Un’emergenza che sarebbe legata al fatto che le discariche sarebbero piene e che, tra un po’, non ci sarà più dove mettere i rifiuti. Una volta che Roma concederà l’emergenza, il Governo regionale potrà fare quello che hanno fatto i predecessori di Crocetta: gestirsi centinaia di milioni di Euro di appalti senza regole, aggirando le leggi in materia di appalti.

Però c’è un problema. Il Governo Renzi non si fida di Crocetta. L’emergenza andrebbe bene se a gestirla sarebbero i renziani siciliani: ma questo non si può fare, perché il ‘commissario’ per l’emergenza rifiuti dovrebbe essere il presidente della Regione. A meno che…

A meno che a Roma non inventino il commissario non per togliere i rifiuti dalla Sicilia, ma per utilizzare i rifiuti siciliani per ‘ammuccarsi’ una barca di soldi nel nome dell’emergenza rifiuti.

Del resto, a cos’è servito il lungo commissariamento nella gestione dei rifiuti della Sicilia degli anni passati, se non per gestite appalti milionari in caduta libera lasciando i problemi irrisolti?

Ah, dimenticavamo l’ultima ‘perla’: Governo e Ars, nella manovra economica e finanziaria di quest’anno, hanno provato a ‘spennare’ ulteriormente i siciliani raddoppiando la tassa ecologica. E sapete perché hanno provato a raddoppiare tale tassa? Perché i Comuni non hanno raggiunto il 60% di raccolta differenziata!

Per capirci: Regione e sindaci, che sono i veri responsabili del fallimento della raccolta differenziata dei rifiuti, hanno deciso di ‘punire’ i cittadini dei Comuni nei quali la raccolta differenziata non ha raggiunto il 60%. Notevole, no?

 

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