Pensionati regionali: la colpa e il dolo

15 maggio 2016

La stampa spara a zero su questa categoria, ma omette di dire che se qualcosa non va, la responsabilità è della politica. Che ha nomi e cognomi. Correttezza vorrebbe che, o la si dice tutta o sarebbe meglio tacere…

Ancora una volta, cari ex colleghi pensionati regionali, siete finiti nel mirino della stampa che vi rimprovera di essere andati in pensione usando meccanismi di privilegio. Credo proprio che sia necessario porre un freno a tanto accanimento.

Quand’è che un comportamento colposo diventa doloso? Quando chi agisce ha la consapevolezza che quello che sta facendo non è giusto. Bene. Presumiamo fin qui la semplice colpa nei giornalisti che si accaniscono sui dipendenti regionali in servizio o in pensione, però agevolando così le pulsioni di Crocetta, che considera stipendi e pensioni dei regionali una specie di bancomat cui attingere nel momenti di bisogno. E siccome questi momenti diventano sempre più frequenti è bene che quanto meno ognuno si assuma le sue responsabilità.
Mai, dico, mai che negli articoli che riguardano i regionali venga detto con chiarezza che se costoro hanno dei privilegi, questi provengono dalla politica, che la politica cioè ne ha la responsabilità; che gli impiegati non legiferano, ma applicano le leggi.
E questa legge che è la pietra dello scandalo, con le sue pensioni baby, risale agli inizi degli anni 2000. E chi era il Presidente della regione all’epoca? Salvatore Cuffaro; e chi fu il primo a godere dei privilegi scaturenti da quella legge? Sempre Salvatore Cuffaro, dirigente tecnico regionale, in pensione da 14 anni. Quindi smettiamola: o la si dice tutta o si sta zitti.
Adesso,cari colleghi, ritornando alla distinzione tra colpa e dolo, da oggi in poi, quando qualcuno sulla stampa o al bar riprenderà la questione, potrete dirgli che è in malafede e che deve smetterla.
Sul tema delle pensioni e dei privilegi dei pensionati non regionali, su questo blog, che, per caduta, senza volerlo, comincia ad essere una voce per tante verità taciute, un articolo denunciò una allucinante risoluzione del Consiglio di Presidenza dell’ Assemblea regionale che riconobbe come servizio prestato dai propri dipendenti il servizio militare, anche ai fini della pensione. E qui si tratta di milioni di euro. Un delirio che nessun giornale ha mai riportato.

Questa operazione, quanto a sfrontatezza e arroganza supera ogni precedente dell’amministrazione regionale, supera di molto, quanto a protervia, il caso Crosta, che per mesi ha riempito i giornali. Ma si sa l’ignoranza è la condizione naturale di certi giornalisti che non sanno, ad esempio, che tra i trattamenti stipendiali e pensionistici del personale dell’Assemblea regionale e di quello della Regione c’è una bella differenza e nemmeno sanno che questa differenza è frutto di una illegittimità grave. Non lo sanno ma lo sapranno presto, quando qualcuno la farà cessare e si sentiranno le grida di chi si sarà fatto male.

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