Ormai il Movimento 5 Stelle, in Sicilia, ricorda tanto Cimabue, quello che faceva una cosa e ne sbagliava due. Ma come gli viene in testa di sollecitare il Governo nazionale a gestire direttamente i rifiuti nella nostra Isola all’insegna dell’emergenza? Lo sanno che il Governo Renzi ha pronti i progetti per sei inceneritori che nulla hanno a che spartire con l’emergenza? Così facendo favoriscono solo Renzi e i renziani siciliani
Finalmente c’è una forza politica che ricorda che in Sicilia, la gestione dei rifiuti all’insegna dell’emergenza non risolve i problemi di questo settore. Per circa sette anni, grosso modo dal 2001 al 2008, la nostra Regione ha operato in regime commissariale, dove il ‘commissari’ era lo stesso Governo regionale con le proprie articolazioni. Il risultato è che i problemi, invece di essere stati risolti, si sono aggravati.
“La richiesta a Renzi dello stato di emergenza in Sicilia per il settore rifiuti è una follia, visti i risultati assolutamente deficitari, oltre che dannosi economicamente e giuridicamente, di tale esperienza, che di fatto si protrae da oltre 18 anni”.
Lo scrivono i parlamentari Giampiero Trizzino (Ars), Claudia Mannino (Camera dei deputati) e Ignazio Corrao (Parlamento europeo). Che commentano così la richiesta dell’attuale Governo regionale che vorrebbe, in continuità con il passato, un nuovo commissariamento.
I parlamentari grillini si rivolgono al Presidente del Consiglio, Renzi, cui spetta il compito decidere se e come dare il via al commissariamento. E anche al presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, il magistrato Raffaele Cantone.
In verità i grillini partono da una considerazione corretta: e cioè il fallimento dei regimi commissariali della Regione degli anni passati, e poi danno per scontata una nuova stagione commissariale gestita direttamente da Roma. Perché, a loro parere, il commissariamento sarebbe “una scelta che ormai pare inevitabile”.
I grillini siciliani si augurano che “il commissario straordinario sia una figura autorevole, indipendente ed esterna (ad esempio un Prefetto) che risponda alle autorità centrali e non alle dinamiche locali. In via preliminare i deputati auspicano il ricorso alla stesura di un chiaro e realistico cronoprogramma con obiettivi raggiungibili e verificabili, che tenga conto dell’impiantistica in funzione in Sicilia. La Regione dovrebbe inoltre essere obbligata ad avviare la predisposizione di un nuovo piano regionale rifiuti che rispetti le procedure e le raccomandazioni della Commissione Europea, anche al fine di superare finalmente la procedura di infrazione in corso”.
Il commissario, secondo i parlamentari grillini, “dovrebbe inoltre dare seguito ad ogni iniziativa a supporto della differenziata e del piano nazionale prevenzione Rifuti, e non dovrebbe avere alcun potere di bypassare le procedure relative al posizionamento degli impianti”. E dovrebbe “sottoporre tutti gli atti al vaglio preliminare della Corte dei Conti”, atti che “dovrebbero essere resi immediatamente pubblici su un sito web istituzionale per la dovuta trasparenza”.
“Siamo consapevoli – dicono i deputati M5S – che qualora dovesse essere dichiarato da Roma lo stato di emergenza, così come richiesto da Crocetta (Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana ndr), nulla verrà fatto. Ciononostante auspichiamo che vengano rispettate una serie di condizioni che dovrebbero quantomeno garantire un livello minimo di tutele”.
“Crocetta – proseguono i parlamentari – allo stesso modo di Cuffaro e Lombardo dimostra di essere incapace a gestire i rifiuti e chiede lo stato di emergenza. E lo chiede per un periodo di 12 mesi, più o meno il lasso di tempo che ci separa dal voto delle regionali, dando prova che nel corso del suo mandato non è riuscito a fare altro che mantenere lo stato ereditato da Lombardo. Sull’intera vicenda della gestione dei rifiuti in Sicilia pendono inoltre le procedure di infrazione comminate da Bruxelles, una serie di indagini incorso da parte della Procura di Palermo e come dichiarato dal commissario Europeo Vella rischiamo di perdere dai 50 ai 70 milioni di Euro di fondi europei”.
P.S.
Ci rendiamo conto che offrire soluzioni in materia di rifiuti in Sicilia è difficile. Ma pensare – come scrivono i grillini siciliani – che bypasare il Governo regionale per affidare tutto al Governo Renzi sia il toccasana, beh, è illusorio. Forse i parlamentari del Movimento 5 Stelle dimenticano che, per risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia, il Governo Renzi ha già proposto la realizzazione di sei inceneritori che, con l’emergenza, non hanno nulla a che vedere!
Il richiamo ai Prefetti – i grillini siciliani non ce ne vogliano – a noi ricorda tanto il Sud Italia gestito dai Giolitti…
Insomma, i Prefetti che fanno capo al Ministro degli Interni Angelino Alfano non danno alcuna garanzia. Anzi.
Possiamo dare un consiglio ai grillini siciliani? Pensino a fare opposizione. E, quando avanzano qualche proposta, riflettano un po’ di più prima di darla in ‘pasto’ ala stampa. Perché rischiano solo di regalare assist al Governo Renzi…
Insomma, come fanno i grillini siciliani a non capire che al Governo Renzi e al Governo Crocetta dell’emergenza rifiuti in Sicilia non gliene può fregare di meno e che tutto il problema sta nei soldi che debbono ‘sparire’ nel nome dell’emergenza rifiuti, che resterà tale?
Si rendono conto che, con il loro comunicato, si sono infilato nel cuore di una ‘faida’ politica tra Crocetta da una parte e il PD renziano dall’altra parte?
Con il loro comunicato, di certo senza volerlo, i grillini siciliani si soon schierati con i renziani siciliani, ovvero con il sottosegretario del PD, Davide Faraone, e con l’assessore regionale, Vania Contraffatto? Cioè con due personaggi che, pur avendo politicamente gestito questo settore da circa un anno, hanno solo peggiorato la situazione?
Visualizza commenti
La verità è che anche il M5S è un partito politico tanto quanto gli altri, italiano e nazionale come gli altri, fondato e guidato da "non siciliani" (che, pertanto, nella migliore delle ipotesi, non hanno a cuore il bene della Sicilia e dei Siciliani), rappresentato a Palermo (come gli altri partiti da "proconsoli" in rapporto di sudditanza e di dipendenza dai loro leaders nazionali. Fino a quando i Siciliani non avranno un partito autenticamente siciliano, fondato e guidato da veri siciliani (cioè non da "siciliani solo perché nati in Sicilia", ma da persone che vogliono con tutte le proprie forze liberare la Sicilia ed i suoi figli dal giogo che da sempre li ha relegati al ruolo di metà "colonia italiana"), ebbene - fino ad allora - in Sicilia non vi sarà altro che degrado, povertà e disoccupazione.