Bilancio di ‘cassa’ regionale 2016: la spesa sanitaria annua della Sicilia è ancora pari a circa 9,2 miliardi di Euro. Dove finiscono questi soldi se la sanità siciliana è sempre più in sofferenza? Per quest’anno la Regione avrebbe a disposizione appena 1,8 miliardi, al netto delle spese sanitarie. Ma all’appello mancano i 500 milioni di Euro che il Governo nazionale non ha ancora erogato. Renzi e il sottosegretario Davide Faraone stanno ‘ricattando’ politicamente Crocetta?
Sostiene Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, che Roma, tra qualche giorno, o forse tra qualche settimana, erogherà i tanto sospirati 500 milioni di Euro che dovrebbero assicurare la sopravvivenza alla Sicilia. O meglio, a quella parte della società siciliana che ancora oggi dipende economicamente dalla Regione.
Per rendere chiaro ai nostri lettori quello che sta succedendo e quello che potrebbe succedere nei conti regionali abbiamo fatto anche noi quattro conti a partire dal Bilancio consuntivo della Regione relativo al 2014 (per la cronaca, il consuntivo 2015 dovrebbe essere pronto a Giugno, anche se pare che qualcuno lo abbia già bene o male consultato).
Ci riferiamo, ovviamente, alla ‘cassa’. Ebbene, la spesa effettiva della Regione siciliana, nel 2014, è stata pari a circa 13 miliardi e mezzo di Euro.
Con nostro stupore abbiamo dovuto prendere atto che, per la sanità siciliana, si spendono circa 9 miliardi e 200 milioni di Euro all’anno. Dove vanno a finire tutti questi soldi non siamo in grado di capirlo, alla luce dei disastri della sanità della nostra Isola, ormai ridotta veramente ai minimi termini.
Va precisato che la spesa sanitaria siciliana nel 2014 è stata sostenuta da un mutuo di circa 600 milioni di Euro. La gestione della Ragioneria generale della Regione di quegli anni – supponiamo in accordo con la politica – ha deciso di togliere risorse finanziarie alla sanità per dirottarle su altre branche dell’Amministrazione regionale (cosa, questa, sottolineata, anche se in modo parziale, nelle scorse settimane, dal Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, durante la sua visita in Sicilia).
L’Amministrazione regionale, nel 2014, ha prelevato una quota di fondo sanitario per pagare le spese di altri rami della stessa Amministrazione. E poi ha restituito le somme – non sappiamo se tutte o in parte – con il mutuo.
Ufficialmente il muto è servito per pagare “i debiti della sanità”. In realtà, la Ragioneria regionale e la politica, nel 2014, hanno utilizzato la sanità siciliana per coprire i ‘buchi’ di Bilancio di altre branche dell’Amministrazione.
La domanda è: hanno restituito tutti i fondi che hanno preso in ‘prestito’ dal Fondo sanitario regionale o solo una parte?
Confessiamo che stiamo studiando le ‘carte’. In teoria, la restituzione è stata integrale. Ma se è così perché la sanità siciliana è così in sofferenza?
Tolte le spese per la sanità – i già citati 9,2 miliardi di Euro – alla Regione siciliana, per tutte le altre spese, rimangono circa 4,3 miliardi di Euro.
Questa, grosso modo, dovrebbe essere la somma disponibile anche per il Bilancio regionale 2016. La nostra è una stima ottimistica, perché nel 2015 e nel 2016 potrebbe essere cambiato qualcosa in negativo.
Ma noi vogliamo dare per buoni, anche per quest’anno, i 4,3 miliardi di Euro di ‘cassa’ del consuntivo 2014.
Bene. Da questi 4,3 miliardi di Euro dobbiamo togliere subito il miliardo e 100 milioni di Euro che il Governo Renzi trattiene ogni anno per risanare i conti italiani.
Quindi da 4,3 miliardi siamo passati a 3,2 miliardi di Euro.
Da questi 3,2 miliardi di Euro dobbiamo togliere un miliardo di Euro circa di tagli orizzontali e altri 400 milioni di tagli approvati dall’Assemblea regionale siciliana.
A conti fatti, per il 2016, la Regione siciliana ha a disposizione un miliardo e 800 milioni di Euro.
Con questa somma la Regione siciliana non arriverà mai a sostenere tutte le categorie sociali dell’Isola che ancora dipendono dalla spesa regionale.
I precari non potranno essere retribuiti. A nostro avviso, i precari dei Comuni potranno essere pagati in parte aumentando le tasse comunali a carico dei cittadini e, in parte, con i soldi del ‘Patto per il Sud’ (che dovrebbero servire per le infrastrutture).
Detto questo, nel Bilancio regionale 2016 mancano all’appello 500 milioni di Euro. In questo momento non c’è un miliardo e 800 milioni di Euro, ma un miliardo e 300 milioni di Euro.
Si tratta dei soldi che il Governo nazionale si è impegnato ad erogare alla Regione dopo l’approvazione, da parte dell’Ars, della manovra economica e finanziaria 2016. La manovra è stata approvata, ma il Governo Renzi non ha ancora erogato questi 500 milioni di Euro.
Li erogherà?
A questa domanda non sappiamo rispondere. Ma dobbiamo precisare che con una disponibilità di un miliardo e 300 milioni di Euro la Regione siciliana andrà in default.
I Comuni dell’Isola sono in grandissima difficoltà. Il Governo Renzi, tra retorica e bugie, conta di utilizzare i soldi del ‘Patto per il Sud’ per sostenerli. Va sottolineato che le risorse del ‘Patto per il Sud’ sono soldi delle Regioni del Sud che il Governo nazionale, con un atto di prepotenza, calpestando oltre 40 anni di regionalismo, ha centralizzato e sta utilizzando come una sorta di ‘elemosina’ di vecchio stampo democristiano (non a caso i democristiani siciliani, da Calogero Mannino a Totò Cuffaro – per citare due casi – tifano per Renzi).
Del resto, la ‘riforma’ costituzionale voluta dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento-Porcellum di nominati dalle segreterie dei partiti tradizionali, prevede proprio questo:
la fine sostanziale delle Regioni ‘disegnate’ nel 1970 e il ritorno allo stato centrale forte.
Anche le Province siciliane sono in grandissima sofferenza. E alle Province siciliane, dopo il papocchio approvato dall’Ars (il recepimento della legge Delrio), il Governo Renzi darà i soldi per farle sopravvivere. Quali soldi? A nostro avviso, una parte dei 220 milioni di Euro di Rc auto che lo tesso Governo Renzi ha scippato alle Province siciliane.
Renzi darà alle Province siciliane i soldi che sono già delle Province siciliane e dirà – magari sostenuto dalla disinformazione – che “il Governo nazionale ha salvato le Province siciliane” che oggi si chiamano Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i Consorzi di Comuni.
Resta una Regione siciliana che – lo ribadiamo – senza i 500 milioni di Euro che il Governo Renzi non ha ancora erogato andrà in matematico default.
Renzi e il sottosegretario Davide Faraone stanno utilizzando questi 500 milioni per ‘ricattare’ politicamente il presidente Crocetta? Non è da escluderlo.