L’economia italiana arranca, il Sud resta sempre più indietro, la pressione fiscale aumenta, il debito pubblico cresce. In questo scenario a Renzi non resta che utilizzare i diritti civili – i matrimoni gay – per nascondere i fallimenti del proprio Governo. E magari per recuperare qualche voto a Roma, dove il candidato del PD rischia di non andare al ballottaggio. E magari ri recuperare voti per il Sì alle ‘sue’ riforme costituzionali che gli italiani non sembrano apprezzare troppo
In queste ore le fanfare del Governo Renzi suonano senza sosta per celebrare i diritti civili per le coppie gay. Interviste di qua, servizi di là, tutto fa brodo per provare a far dimenticare agli italiani gli insuccessi del Governo Renzi nell’economia. Il cambio Euro-Dollaro è mutato e dovrebbe aver favorito l’export europeo (e quindi anche quello italiano). Il costo del petrolio è ai minimi storici. Il Fiscal Compact non si applica per il terzo anno consecutivo. Bruxelles, a parte qualche contestazione verbale, concede sforamenti. Il Parlamento di ‘nominati’ ha approvato il Jobs Act e lo stesso Governo Renzi, nell’anno di grazia 2015, ha scippato al Sud 12 miliardi di Euro per pagare gli sgravi alle imprese (nel 90% dei casi nel Centro Nord Italia) eppure…
Eppure lo sfascio economico italiano è sotto gli occhi di tutti. L’economia del Belpaese arranca, Il Sud Italia, sistematicamente derubato dal Governo Renzi, resta sempre più indietro, le imprese sono sempre soffocate dalla pressione fiscale che è aumentata al di là della retorica renziana. I Comuni hanno scaricato sui cittadini i tagli operati in danno degli stessi Comuni dal Governo Renzi, con il risultato di uno spaventoso aumento della pressione fiscale locale. Mentre le Regioni, massacrate da altri tagli, hanno ridotto i servizi, a cominciare dalla sanità.
Il tutto con il debito pubblico che è aumentato: alla fine del 2015 ammontava a quasi 2 mila miliardi e 300 milioni di Euro (aumenta di 80-90 miliardi all’anno). Mentre cresce l’indebitamento dei privati.
In questo scenario, a Renzi e ai suoi ministri, non rimane che utilizzare i diritti civili per nascondere i disastri sociali e c economici.
E magari per fronteggiare altri due piccoli problemi: gli italiani che, nonostante quelle che Fabrizio De Andrè chiamava “le verità della televisione”, nonostante la propaganda non sembra ne vogliano sapere di votare in massa per il “Sì” al referendum di Ottobre sulle ‘riforme’ costituzionali volute dal Governo Renzi e approvate da un Parlamento di ‘nominati’ delegittimato da una sentenza della Corte Costituzionale che ha definito, per l’appunto, incostituzionale la legge elettorale detta Porcellum.
Nello schieramento politico di Renzi sono in tanti a manifestare dubbi sulle ‘riforme’ costituzionali volute dall’attuale capo del Governo. Ed è anche logico: alla Costituzione italiana del 1948 lavorò l’Assemblea costituente; alle ‘riforme’ renziane ha lavorato la Ministra Maria Elena Boschi: qualche differenza c’è, no?
La verità è che, sul referendum di Ottobre, Renzi, più che gli avversari politici, teme il giudizio della gente comune. Che ha capito che l’attuale presidente del Consiglio è un venditore di fumo, un bugiardo matricolato. Renzi sta cominciando a capire che i No saranno tanti. E comincia ad avere paura.
E poi c’è Roma. Dove, sempre al di là della retorica e dei sondaggi fasulli, il candidato del PD renziano, Roberto Giacchetti, rischia di non andare nemmeno al ballottaggio. tant’è vero che per ‘rafforzare’ la sua candidatura sono arrivati Denis Verdini e i suoi…
E allora via con i diritti civili strumentalizzati nella lotta politica ed elettorale: magari con i diritti alle coppie gay si racimola qualche voto in più alle elezioni comunali di Roma e qualche Sì in più per le ‘riforme’ costituzionali…