L’Accademia svedese che si occupa di assegnare il Nobel è molto seccata per la bocciatura dell’ecotassa voluta da Vania Contrafatto: l’Italia non comprende i suoi geni, Paese ingrato nei confronti di chi stava per risolvere, in maniera altamente innovativa, l’emergenza rifiuti in Sicilia
di Satyrus
Tra ‘scienziati’, solitamente, ci si intende. Questa volta però qualcosa è andato storto lungo l’asse scientifico Palermo-Roma e della questione pare si stia occupando anche l’Accademia di Stoccolma. Parliamo della clamorosa bocciatura da parte del Consiglio dei Ministri- menti illuminate di grande scienza- della norma fatta inserire nella scorsa finanziaria da Vania Contrafatto che prevedeva di tassare ulteriormente i Comuni siciliani che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata con la cosiddetta ‘ecotassa’.
La trovata era costata all’assessora anni di lavoro scientifico: resta segretissima l’equazione grazie alla quale si era convinta del fatto che il nuovo balzello potesse incentivare la raccolta differenziata nei Comuni che non possono neanche farla perché mancano tutte le infrastrutture necessarie a questo scopo.
Segreta, ma validissima, a quanto pare. Tanto che l’Accademia di Stoccolma, nonostante le solite chiacchiere siciliane secondo cui la Contrafatto in questo settore non sta facendo nulla di diverso da Cuffaro e Lombardo, voleva conferirle il Nobel per l’innovazione in tema di gestione di rifiuti. Dopo il Nobel a Crocetta per l’economia, era il minimo che potessero fare.
La bocciatura di Roma rende le cose un po’ più complicate. In queste ore, secondo i bene informati, gli scienziati svedesi stanno tentando di convincere il Governo italiano a ripensarci e a dare ancora una chance a questa donna che, anche grazie al suo passato di magistrato (proprio come il suo predecessore Nicolò Marino che però aveva un ‘malo carattere’ e aveva fatto arrabbiare la sana Confindustria Sicilia, quindi meglio tenerlo fuori), sta facendo un ottimo lavoro in tema di rifiuti, introducendo le più moderne tecniche di smaltimento e tagliando i fili con un passato fatto di affari, di emergenze prodromiche ad una gestione allegra degli appalti e di assoluto monopolio delle discariche private.
E’ proprio vero: nemo propheta in patria (sua).
Un piccolo particolare di colore: quando i membri dell’Accademia di Stoccolma hanno saputo che a coadiuvare i lavori della Contrafatto c’è un certo Faraone sono saltati dalla sedia: vuoi vedere che questo genio incompreso dall’Italia è pure in contatto con le antiche e avanzatissime civiltà egizie che magari le stanno dettando i segreti delle loro incredibili scoperte? Qualcuno ha dovuto spiegargli che il Faraone cui ci si riferisce- padre o figlio che sia- non ha nulla a che vedere con gli antichi egizi. Nonostante ciò, hanno insistito: ci portiamo a Stoccolma la scienziata e i suoi aiutanti ‘faraonici’.
E chi li ferma?
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Le solite buffonate, toscopadane, e ifaraoni (quellinostri) sono davvero ridicoli.Ricordo un servizio di striscia notiziadi qulche anno fà! dove i "faraoni" nostrani, erano a caccia di voti con le proprie cooperativeche per 500,00 euro davano qualcosa ...non ricordo bene! ma voi sapete a cosami riferisco. COMPLIMENTI PER IL BLOG,molti non sanno nulla o fingono di non sapere... poco male occorrereanno altri 170 ani per cambiare qualcosa. ma intantoci si deve sopportare l'ebetino GARIBALDINO. comandato dai veri super bos della corruzione.
ciao a tutti,
ps. a scuola,quella istituzionale,savoiardaper intenderci non imparato nulla. solo a non fare niente e ad essere vessato da insegnanti ignoranti vessati a loro volta, e compagni nulla faxenti.