La richiesta è stata formulata dopo un incontro che si è tenuto tra varie associazioni del settore nella sede legale dell’IIFS di Palermo. In cinque punti le richieste per fronteggiare la crisi, dagli ammortizzatori sociali a interventi nazionali, visto che la Regione siciliana, al di là dei proclami, complica, piuttosto che risolverli, i problemi. La lettera di Luciano Luciani e l’incontro previsto per Mercoledì 18 Maggio a Palermo
Dichiarare lo stato di crisi per la Formazione professionale siciliana.
A chiederlo sono le “Associazioni a carattere nazionale e regionale della Sicilia, aderenti all’Istituto Italiano Fernando Santi per il coordinamento delle attività formative di cui alla legge 40/87 (IIFS, Anfe Nazionale, Anfe Regionale Sicilia, Associazione ERIS, Associazione Asterisco, Associazione Metropolis, Ma.Com srl, Associazione PROSCA, Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, I.N.F.A.O.P., Associazione Solaris, U.S.MI sezione di Trapani, ecc.), riunite nella sede legale dell’IIFS a Palermo, a seguito delle relazioni e degli interventi dei presenti, manifestano l’urgente e indifferibile necessità politica e istituzionale di prendere atto della estrema e complessa situazione di crisi che attraversa il comparto della formazione professionale e dello stato di disfunzione generalizzato, in gran parte, degli uffici preposti a garantire i servizi all’utenza, la programmazione, le rendicontazioni, le erogazioni agli aventi diritto, le garanzie occupazionali e la corresponsione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali al personale impegnato negli interventi e nei servizi formativi”.
Da qui l’invito rivolto al Presidente della Regione, all’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, d’intesa con il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana e l’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, “a dichiarare lo stato di crisi del comparto della formazione professionale, al fine di dare soluzione ai problemi più immediati e alle prospettive di garanzia e di rilancio del settore che legittimamente rivendicano gli Enti di formazione e i lavoratori di questo importante comparto che deve diventare sempre più strumento di qualificazione, anche di eccellenza, delle nuove e future generazioni, contenendo l’esodo dei giovani verso altre Regioni italiane ed europee, anche attraverso attività di orientamento, sostegno e tutoraggio accompagnando la creazione di impresa, assicurando un efficiente servizio ai bisogni dell’imprenditoria siciliana”.
“E’ nota la crisi del comparto – prosegue la nota diffusa dall’Istituto Fernando Santi – è noto che gli Enti non ricevono i finanziamenti loro spettanti, anche a seguito della mancata definizione di innumerevoli procedimenti di rendicontazione, è noto che migliaia di lavoratori sono stati espulsi o stanno per essere definitivamente espulsi dal sistema, è noto che a causa di ritardi ed omissioni, mancata sottoscrizione di accordi quadro, forzature interpretative, direttive e normative di secondo livello che hanno finito per travolgere norme primarie e certezze interpretative, si rende immediatamente necessario adottare i conseguenti provvedimenti:
A) concessione degli ammortizzatori sociali denegati dall’anno 2012 ad oggi, anche in forza di direttive regionali dell’apparato burocratico amministrativo, che hanno finito per alterare la corretta applicazione delle norme nazionali e regionali in materia; immediato e conseguente intervento finanziario dello Stato e della Regione per far fronte al dramma sociale venutosi a determinare.
B) intervento a carattere nazionale che promuova misure straordinarie, come il ricorso al Fondo di Rotazione della formazione professionale, per assicurare, come avvenuto nell’anno 2008, due distinti fondi di ristrutturazione, di cui uno a carattere nazionale riconosciuto agli organismi nazionali e agli Enti aderenti di cui alla citata legge 40/87, e l’altro agli Enti regionali siciliani (che nel 2008 fu poi bocciato) che consenta di ripianare le perdite previste nel 2008 e quelle ad oggi, dovute a ritardi o mancate erogazioni dei finanziamenti previsti dalla legislazione regionale vigente, per il finanziamento delle strutture, spese generali, servizi e per il personale;
C) riproducibilità delle disponibilità del capitolo 318110 relative al Fondo di Garanzia di cui all’art.132 legge regionale 47/2003 e n.10/2011 per le finalità previste dalle leggi di riferimento (legge 06/02/2008 n.1 art.3); conseguentemente si recupererebbero gran parte dei 200 milioni di residui, destinandoli alla riduzione del contenzioso esistente, particolarmente quello relativo al mancato dovuto impinguamento del Fondo di Garanzia fino all’anno 2010. E’ noto, infatti, che con la legge regionale n.10/2011 sono state mortificate tali garanzie, pur in vigenza della legge regionale 24/76 e dei successivi provvedimenti, provocando ulteriori disagi, contenzioso e difficoltà al personale per le questioni connesse al mancato riconoscimento o alla mancata erogazione, per insufficienza dei fondi, degli ammortizzatori in deroga;
D) creazione di una Task Force, che coinvolga i Centri Provinciali per l’Impiego, per la immediata chiusura dei rendiconti ancora aperti, sia degli interventi formativi, sia dell’Obbligo formativo (ora Ie FP), attraverso la definizione di regole certe, che riconfermino norme e direttive europee e nazionali che non possono essere rimosse o modificate dall’apparato burocratico-amministrativo regionale, condivise con le Associazioni datoriali regionali degli Enti di formazione, al fine di erogare i saldi relativi;
E) attivazione, attraverso la costituzione di una Commissione pentalaterale (Governo nazionale, Governo regionale, Assemblea Regionale Siciliana, Organizzazioni Sindacali regionali, Enti datoriali regionali), di un Piano Ultrannuale di Riordino del Sistema che riallinei la Regione siciliana alle altre Regioni italiane e alle restanti europee. Coniugare, attraverso gli elaborati di detta Commissione, l’impegno in direzione delle esigenze di riforma e di ristrutturazione del sistema formativo territoriale nazionale.
“La Sicilia – si legge sempre nel comunicato – non dovrà realizzare distinti piani provinciali, come avviene attualmente in ciascuna provincia nel resto d’Italia né potrà la Sicilia, adeguandosi al possibile piano di ristrutturazione nazionale, continuare a svolgere un unico Piano Formativo Regionale, accentrato e affidato alle strutture dell’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale”.
“Conseguentemente – conclude la nota dell’Istituto Fernando Santi – la Sicilia dovrà decentrare e affidare la programmazione e la gestione delle attività formative ai referenti istituzionali di 3-4 macroaree territoriali”.
In occasione di un altro incontro, previsto a Palermo Mercoledì 18 Maggio alle 15,00, presso la sala della Confcommercio, il presidente dell’Istituto Fernando Santi, Luciano Luciani, ha inviato la seguente lettera ai Presidenti degli Enti di formazione professionale a carattere nazionale e loro articolazioni regionali e territoriali, ai Presidenti degli Enti di formazione professionale a carattere regionale e territoriale:
“Cari colleghi, come è noto una annualità formativa, per varie ragioni, non è stata finanziata, con i conseguenti irrimediabili danni finanziari, che rendono insostenibile il mantenimento delle strutture e del personale. L’Istituto Italiano Fernando Santi e le organizzazioni aderenti, hanno sottoscritto un documento, che peraltro è stato inviato agli Enti nazionali beneficiari della l. 40/87. Tale documento individua possibili finanziamenti e chiede, con la dichiarazione di crisi, una soluzione per gli ammortizzatori sociali. Naturalmente gli Enti di formazione professionale nazionali, possibili beneficiari dei fondi di ristrutturazione, e gli Enti di formazione professionale a carattere regionale, debbono richiedere a gran voce tali interventi e rivendicare il fondo di ristrutturazione, non più erogato nel 2008 agli Enti regionali”.
“A seguito dell’approvazione del documento e dell’avvio della procedura da parte del Presidente della Regione per la richiesta di stato di crisi del comparto della formazione professionale – prosegue la lettera – ho avuto a Roma numerosi contatti a livello istituzionale e burocratico-amministrativo. Martedì 10 Maggio, unitamente a CENFOP e FORMA, anche su precisa richiesta dell’Istituto Italiano Fernando Santi, relativamente ai fondi non utilizzati esistenti nel capitolo di spesa 318110 e riproducibili, l’Istituto è intervenuto all’Audizione convocata congiuntamente dai Presidenti della II e V Commissione (all.2) e contestualmente alla riunione realizzata con l’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione Professionale, Bruno Marziano”.
“Nella seconda quindicina del mese di Maggio – scrive sempre Luciani – sono previsti significativi incontri a livello istituzionale e dirigenziale al Ministero del Lavoro e della Politiche sociali. Per discutere di tali problematiche, è stata convocata una riunione dei Presidenti degli Enti di formazione a Cefalù, Venerdì 13 Maggio, ma, d’intesa con diversi altri Enti operanti in Sicilia, si è ritenuto opportuno facilitare la partecipazione ai rappresentanti istituzionali, garantendo la partecipazione dei rappresentanti del Governo della Regione e dei parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. Conseguentemente si è deciso di spostare l’incontro in altra data e in un altro luogo che permetta la loro presenza, stante che Mercoledì si svolgono i lavori di Aula all’ARS. Pertanto la riunione viene convocata a Palermo, presso la Sala Confcommercio Sicilia, sita al 9 piano del Palazzo della Camera di Commercio, Via Emerico Amari 11 – Palermo, Mercoledì 18 Maggio 2016, alle ore 15.00, prima dell’apertura dei lavori parlamentari d’Aula, per riferire e acquisire le opportune indicazioni in vista degli incontri romani, nonché per assumere le conseguenti determinazioni, da trasmettere al Presidente della Regione siciliana, stante che particolarmente il Dipartimento Istruzione e Formazione Professionale appare paralizzato e tutt’ora proteso a creare problemi agli Enti gestori (richiesta elenco decennale personale e fornitori, mancata riproducibilità dei capitoli di spesa, ritardi nelle erogazioni, blocco procedure accreditamento, esclusione dei dipendenti P.A. e dei giovani dal Piano Giovani – FP, ecc.)”.
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