L’Assemblea regionale siciliana ha recepito la legge che porta sul trono delle città metropolitane i sindaci di Palermo, Catania e Messina. Momenti di panico per la richiesta di voto segreto, ma grazie all’assenza dei 14 deputati grillini – che temevano per la sorte dei 6 mila e 500 dipendenti delle Province siciliane – la maggioranza con 34 voti favorevoli la spunta. L’anatema di D’Alia e Raciti contro il voto segreto
A tre anni dall’abolizione delle ex Province, l’Ars ha recepito la legge nazionale Delrio sempre sulle Province e le Città metropolitane. Una norma molto attesa dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dal sindaco di Catania, Enzo Bianco, e da quello di Messina, Renato Accorinti, che si ritroveranno automaticamente alla guida delle città metropolitane. Norma contro la quale si era invece battuto lo stesso Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Che, però, alla fine ha ceduto alle pressioni romane e del PD renziano.
Come si ricorderà, la legge siciliana prevedeva un’elezione di secondo grado. Cosa non gradita al Governo nazionale che aveva minacciato l’impugnativa paventando problemi per l’utilizzo dei fondi destinati alle Città metropolitane. Quindi il soccorso del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha proposto la norma che recepisce la legge Delrio.
Insomma, vincono Renzi e le sue punte di diamente siciliane – Orlando e Bianco – perde, secondo l’opposizione, “il Parlamento siciliano” che non ha potuto scegliere la propria legge. Sicilia democratica, per bocca di Giambattista Coltraro, aveva detto, ad esempio: “Non possiamo legiferare sotto dettatura di Roma”. Per Nello Musumeci, è la democrazia a pagare: “Che il sindaco della Città metropolitana coincida o meno con il sindaco del capoluogo, a noi poco importa rispetto al principio della democrazia partecipativa. Se la gente viene tenuta fuori da queste scelte, la politica ne esce sconfitta”.
Per il socialista, Antonio Malafarina: “l’Aula non è stata in grado di proporre un sistema alternativo alla Delrio, al limite anche resistendo alla impugnativa che, è bene ricordarlo, è stata preannunciata ma non è mai arrivata”.
“Finalmente, un percorso più chiaro che speriamo dia garanzie a territorio e lavoratori. Come avevamo già richiesto e comunicato in una conferenza stampa nei mesi scorsi, presidente di ogni città metropolitana sarà il sindaco in carica del capoluogo dell’ex Provincia”.
Ma vediamo con quali voti è passata la legge. Innanzitutto il voto è stato segreto. Particolare che ha fatto innervosire non poco la maggioranza che temeva imboscate interne, poiché a richiederlo sono stati anche cinque deputati del Partito democratico: Raffaele Nicotra, Paolo Ruggirello, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Gianfranco Vullo. Ma tutto è filato liscio grazie all’astensione dal voto del Movimento 5 stelle che è uscito dall’Aula: 34 voti a favore, 27 contrari. Se a questi si fossero aggiunti i 14 voti dei deputati pentastellati la legge sarebbe stata bocciata.
“Non ci stiamo. Se la legge sulle Città metropolitane torna in aula, noi non parteciperemo ai lavori. – aveva annunciato il gruppo M5S -. Questo Parlamento deve recuperare un minimo di orgoglio e dignità: non siamo fantocci nelle mani di Renzi, non possiamo continuare a legiferare sotto dettatura e sotto il ricatto del mancato trasferimento di somme che, tra l’altro, ci spettano -. Se l’Assemblea lo farà – diceva il capogruppo M5S, Angela Foti – lo farà senza di noi. Ormai siamo relegati al ruolo di semplici notai che ratificano quanto imposto da Roma. Questo Parlamento deve avere un minimo di orgoglio e rivendicare la sua autonomia”.
La loro scelta di non partecipare al voto sarebbe stata dettata dal timore che la mancata approvazione di questa legge potesse mettere in difficoltà i 6 mila e 500 dipendenti delle Province cui sarebbero state offerte garanzie per i loro stipendi con il recepimento della Delrio.
In pratica, un volgare ricatto politico e parlamentare.
Il voto segreto ha comunque fatto fibrillare la maggioranza, tant’è che è arrivato l’anatema, in un comunicato congiunto, del presidente nazionale dell’UDC, Gianpiero D’Alia e del segretario regionale del PD, Fausto Raciti:
“Se non si vuole affossare definitivamente l’Autonomia siciliana, la madre di tutte le riforme è la revisione del voto segreto all’Assemblea regionale siciliana. Per troppo tempo – dicono i due esponenti politici – il ricorso al voto segreto è stato un espediente per affermare piccoli interessi a discapito del bene comune. La votazione odierna sul recepimento della ‘norma Delrio’ è stata l’ultima triste conferma di una pratica mortificante che ci auguriamo prima o poi venga limitata secondo le norme vigenti e le prassi applicative del Parlamento nazionale”.
P.S.
A noi, veramente, sembra più mortificante che la Sicilia debba legiferare sotto dettatura romana. Che poi UDC e PD si ritrovino d’accordo nella richiesta di abolire il diritto al voto segreto, beh, che dire? Non sarebbe meglio se si auto-eliminassero loro?
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Perché il M5S sostiene il Governo Crocetta?
Ancora una volta, anche oggi, come avviene da tre anni e mezzo a questa parte, contrariamente a quanto dichiarato in piazza, sui giornali, in tv, ai propri sostenitori, in spregio allo Statuto, i grillini di nuovo hanno salvato Crocetta dalla sconfitta parlamentare, in Assemblea, non partecipando al voto che avrebbe determinato la crisi della maggioranza. Grillini salterini, è giunto il momento di fare una mozione di sfiducia a voi stessi. Ridicoli!
Dal momento del loro insediamento il 5/12/2012 fino al 31/12/2013, in 14 mesi, il M5S non ha mai votato contro alcun provvedimento del Governo Crocetta. Così è stato anche per tutto il 2014, fatta eccezione di due votazioni, così è stato per tutto il 2015, fatta eccezione per un solo provvedimento.
9ª – 30/12/ 2012: Esercizio provvisorio, M5S vota favorevole;
21ª – 6/2/ 2013: DPEF 2013/2017, M5S vota favorevole;
39ª – 30/4/2013: Bilancio 2013, M5S vota favorevole;
39ª – 30/4/2013: Finanziaria 2013/2015, M5S vota favorevole;
64ª – 31/7/ 2013: Approvazione rendiconto2012, M5S vota favorevole;
64ª– 31/7/ 2013: Assestamento del bilancio 2013, M5S vota favorevole;
82ª – 16/10/2013: Rinnovo I Commissione, M5S vota favorevole;
91ª– 6/11/2013: Born in Sicily, M5S vota favorevole;
95ª– 13/11/2013: Variazione di Bilancio, M5S si astiene;
98ª– 19/11/2013: Stralcio I di Bilancio, M5S si astiene;
98ª– 19/11/2013: Stralcio II di Bilancio, M5S si astiene;
100ª –26/11/ 2013: Acquisto di servizi dalle società partecipate, M5S si astiene;
103ª– 3/12/ 2013: Norme sostegno imprese informazione, M5S voto segreto;
109ª– 18/12/ 2013: Norme sostegno sulla trasparenza, M5S voto assente;
109ª– 18/12/ 2013: Norme sostegno sulla Finsicilia, M5S voto favorevole;
109ª– 18/12/ 2013: Norme sostegno sulla Consorzi fidi, M5S voto favorevole;
121ª – 15/1/2014: Legge di stabilità regionale, M5S voto contrario;
121ª– 15/1/2014: Bilancio 2014 e pluriennale 2014-2016, M5S voto contrario;
127ª – 11/2/2014: Modifica dell'articolo 36, M5S voto favorevole;
127ª– 11/2/2014: Promozione della ricerca scientifica, M5S voto favorevole;
144ª – 26/3/2014: Riqualificazione beni immobili confiscati, M5S voto favorevole;
144ª – 26/3/2014: Norme tutela rischi derivanti amianto, M5S voto favorevole;
151ª – 6/5/2014: Servizio idrico integrato, M5S voto favorevole;
159ª –28/5/2014: Variazioni bilancio esercizio 2014, M5S si astiene;
163ª–11/6/2014: Procedure rilascio certificazioni abitabilità, M5S voto favorevole;
163ª –11/6/2014: Ineleggibilità amministratori, M5S voto favorevole;
165ª –18/6/2014: Istituzione degli ecomusei della Sicilia, M5S voto favorevole;
165ª –18/6/2014: Modifiche L.R. 20 aprile 1976, n. 35"M5S voto favorevole;
166ª–24/6/2014: Anagrafe scolastica regionale, M5S si astiene;
169ª –2/7/2014: Osservatoti filiere agricole e alimentari, M5S voto favorevole;
173ª–23/7/2014: Approvazione rendiconto 2013, M5S voto contrario n.r.n.l.;
178ª–31/7/2014: Patologie cavo orale, M5S voto favorevole;
178ª –31/7/2014: Benefici testimoni di giustizia, M5S voto favorevole;
178ª–31/7/2014: Assestamento bilancio 2014, M5S voto contrario;
178ª –31/7/2014: Approvazione rendiconto 2013, M5S voto contrario;
190ª –22/10/2014: Impignorabilità prima casa, M5S voto favorevole;
193ª–28/10/2014: Meccanizzazione agricola, M5S si astiene;
206ª –17/12/2014: Istituzione Giornata dell’accoglienza, M5S voto favorevole;
206ª –17/12/2014: “Professioni motorie”, M5S voto favorevole;
211ª– 8/1/2015: Autorizzazione esercizio provvisorio 2015, M5S contrario;
217ª – 8/1/2015: Norme in materia del personale, M5S favorevole;
217ª – 28/1/2015: Disposizioni materia di pagamento debiti P. A, M5S abbandona;
224ª– 4/3/ 2015: Istituzione registro unioni civili, M5S voto favorevole;
224ª– 4/3/ 2015: Istituzione Nucleo Investigativo, M5S voto favorevole;
233ª– 9/4/ 2015: Proroga Commissari, M5S voto favorevole, no opposizione;
237ª – 30/4/ 2015: Bilancio, M5S abbandona Aula, no richiesta numero legale;
237ª– 30/4/ 2015: Finanziaria, M5S abbandona Aula, no richiesta numero legale;
246ª– 23/6/ 2015: Disposizioni C. Comunali, M5S voto favorevole;
251ª – 7/7/ 2015: Norme recupero centri storici, M5S voto favorevole;
251ª– 7/7/ 2015: Riforma Legge regionale Appalti, M5S voto favorevole;
254ª – 9/7/ 2015: Modifiche Bilancio (Impugnativa), M5S astenuto/favorevole;
262ª – 30/7/ 2015: Riforma Consorzi e Città metropolitane, M5S voto favorevole;
267ª – 10/8/ 2015: Riforma risorse idriche, M5S voto favorevole;
267ª– 10/8/ 2015: Patrimonio faunistico, M5S voto favorevole;
267ª – 10/8/ 2015: Tassa automobilistica, M5S voto favorevole;
267ª – 10/8/ 2015: Approvazione Rendiconto 2014, M5S contrario/ favorevole;
274ª– 23/9/ 2015: Bacini di carenaggio, M5S voto favorevole;
278ª– 29/9/ 2015: Istituzione Bio-banche, M5S voto favorevole;
278ª– 29/9/ 2015: Razionalizzazione spesa incarichi, M5S voto favorevole;
281ª– 7/10/ 2015: Accorpamento Piemonte a I.R.C.C.S, M5S voto favorevole;