La storia è anche quella del Centro commerciale Conca d’oro. Con il presidente della Palermo calcio, Zamparini, che potrebbe citare la pubblica amministrazione della Sicilia chiedendo una barca di soldi. Vicenda paradigmatica di un Governo regionale che lascia marcire le IPAB, fregandosene dei 2 mila dipendenti e delle categorie deboli assistite. Magari per dare modo a ‘qualcuno’ di acquistare per quattro soldi il grande patrimonio immobiliare di queste strutture di assistenza. La storia dell’IPAB di Palagonia. Il ‘siluramento’ del commissario Del Bosco. Il ruolo dell’assessore Gianluca Miccichè. Il PD. Le denunce del Movimento 5 Stelle
Che cosa c’è dietro il ‘caso’ dell’IPAB Palagonia e conte Ventimiglia di Palermo? E, in generale, che cosa stanno combinando in questo delicato settore della vita pubblica siciliana gli ‘affaristi’ che orbitano attorno all’attuale Governo regionale, in ‘bilico’ tra la Sicilia e la Toscana? Forse l’obiettivo finale di tutta questa manfrina è l’alienazione dei beni immobili delle Opere Pie della Sicilia?
Per la cronaca, il caso dei lavoratori della IPAB Palagonia, da 9 mesi senza stipendio, non è unico. Ricordiamo che lo scorso 6 Aprile è andato in scena lo sciopero di tutti i lavoratori delle IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza), dette anche Opere Pie. Si tratta di circa 2 mila dipendenti (800 a tempo indeterminato e gli altri a tempo determinato) che il Governo regionale dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei, ha abbandonato.
Forse l’abbandono di questi lavoratori e dei soggetti deboli assistiti dalle IPAB dovrebbe culminare nel licenziamento del personale di queste strutture di assistenza, per dare modo agli ‘affaristi’ di mettere le mani sui beni immobili delle stesse IPAB?
Ovviamente, la ‘cosa’ va fatta bene, come hanno fatto con altre categorie sociali che, di fatto, sono state abbandonate, ovvero lasciate senza lavoro e senza soldi dall’attuale Governo regionale di centrosinistra a trazione PD.
Se per prendere in giro i circa mille e 500 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali, Governo e e maggioranza di centrosinistra dell’Ars si sono inventati un Albo che non serve a nulla, per sbarazzarsi dei circa 2 mila dipendenti delle IPAB (e dei soggetti deboli assistiti) la politica siciliana che oggi governa la Regione ha inventato una “riforma” delle IPAB che sarà una presa per i fondelli.
Se i dipendenti della IPAB Palagonia non percepiscono da nove mesi le retribuzioni, in tutto il sistema delle IPAB siciliane i ritardi nel pagamento delle retribuzioni vanno da 20 mesi a 70 mesi, come denunciato dalla Funzione pubblica CGIL.
A pagare le conseguenze di questo scenario assurdo – che è il risvolto sociale delle fesserie che va raccontando Renzi e dell’azione politica e amministrativa dei renziani siciliani – non sono soltanto i già citati 2 mila dipendenti di queste strutture di assistenza, ma anche i circa 2 mila e 500 anziani e disabili assistiti dalle 140 IPAB siciliane.
Non siamo noi a legare il dramma sociale delle IPAB siciliane al Governo nazionale di Matteo Renzi: sono gli stessi parlamentari nazionali del PD eletti in Sicilia che, nel Gennaio di quest’anno, hanno presentato n’interrogazione al Governo Renzi. L’atto porta la firma dei parlamentari Albanella, Zappulla, Lauricella, Ribaudo, Culotta, Piccione, Capodicasa, Burtone, Schirò, Currò, Amoddio, Raciti, Cardinale, Greco, Berretta (come potete leggere qui).
I parlamentari nazionali del PD hanno ragione. Anche se non lo dicono esplicitamente, sanno che i soldi della Sicilia se li è presi il Governo Renzi. E pur essendo, la competenza in materia di IPAB, della Regione, giustamente si rivolgono al Governo nazionale, perché sanno che una Regione lasciata senza soldi può fare poco.
Dopo di che l’interrogazione di questi parlamentari va letta anche come possibile atto ‘gesuitico’. E’ come se dicessero ai siciliani: “Vi stanno trattando a pesci in faccia, ma noi siamo con voi”. Come se loro, in quanto esponenti del PD, non facessero parte di uno schieramento politico che rappresenta sia il Governo nazionale, sia il Governo regionale!
Il mese scorso, quando i dipendenti delle IPAB siciliane hanno scioperato, la CGIL siciliana ha chiamato in causa l’assessore regionale al Lavoro e alla Famiglia, Gianluca Miccichè, esponente dell’UDC:
“Il tavolo tecnico voluto dall’assessore Micciché si è concluso da oltre un mese, ma da allora c’è il silenzio assoluto. Servono risposte chiare dagli assessori alla Famiglia e al Bilancio. Il loro coinvolgimento, come quello del resto del governo, su questa emergenza, è ormai indifferibile”.
Insomma, un mese fa c’era già una situazione di emergenza. Oggi la situazione è la stessa. Anzi, è peggiorata. Con l’assessore Miccichè che fa il pesce dentro il barile.
Qualche giorno fa alcuni lavoratori dell’IPAB Palagonia – che non hanno i soldi per tirare a campare (problema che, ovviamente, l’assessore regionale Miccichè e i suoi solerti collaboratori non possono capire, perché nelle tasche di questi personaggi i soldi entrano ogni mese) – si sono recati nella sede dell’assessorato regionale al Lavoro.
A quanto pare, non era la prima volta che questi lavoratori incontravano i signori – chiamiamoli così – del gabinetto dell’assessore Miccichè. In particolare, non era la prima volta che incontravano Marianna Caronia, già parlamentare regionale, che oggi fa parte dello staff del già citato gabinetto dell’assessore Miccichè.
Perché i lavoratori della IPAB Palagonia di Palermo hanno voluto incontrare i rappresentanti del gabinetto dell’assessore Miccichè? Perché stanno assistendo – la vicenda, infatti, è ancora in corso – a una strana sceneggiata, che poi, come vedremo, tanto strana non è, trattandosi di uno dei soliti atti ‘banditeschi’ dell’attuale Governo regionale di ‘predoni’, in molti casi anche ‘collaborazionisti’ dei romano-toscani piombati in Sicilia per depredarla.
Come fu e come non fu, nei mesi scorsi l’assessorato al Lavoro (non sappiamo se per volontà dell’assessore Miccichè e di qualche alto burocrate) ha nominato commissario della IPAB Giovanni Del Bosco e, nel ruolo di direttore, piuttosto che un funzionario interno, un esterno super partes. Commissario e direttore hanno preso di petto le non facili situazioni venutesi a creare nel tempo.
Insomma, per dirla in breve, il commissario Del Bosco, ‘inopinatamente’, ha iniziato a lavorare non per ingarbugliare i problemi della IPAB Palagonia, ma per risolverli. Invece di lavorare per chi deve pescare nel torbido, il dottor Del Bosco ha lavorato nell’interesse dei lavoratori della stessa IPAB e degli anziani assistiti.
Pensate: stava per risolvere una questione che si trascina da anni: la trattativa per fondo Raffa nel quartiere ex ZEN di Palermo, dove il presidente della squadra di Calcio della città, Maurizio Zamparini ha realizzato il centro commerciale La Conca d’oro. L’ormai ex commissario dottor Del Bosco era persino riuscito ad avere i primi anticipi. Non l’avesse mai fatto!
Appena i vertici dell’UDC panormita hanno saputo non solo che Del Bosco lavorava nell’interesse pubblico, nell’interesse dei lavoratori della IPAB Palagonia e nell’interesse delle categorie deboli assistite da questa IBAB – e soprattutto quando hanno saputo che Zamparini stava già sborsando i primi soldi – debbono essere saltati dalle rispettive sedie.
Già immaginiamo le facce e, soprattutto, le soavi parole dei ‘galantuomini’ e delle gentil donne’ dell’UDC di Palermo:
“Zamparini? Picciotti, ‘ddruocu ci su’ i piccioli!“.
Così, in men che non si dica, il commissario Del Bosco è stato fatto saltare: al suo posto è stato nominato uno giusto: Pietro La Torre, uno che il ‘latino’ del potere lo conosce molto bene: supponiamo una garanzia per il bell’ambientino dell’UDC dei vari Miccichè, Marianna Caronia e altri soggetti più o meno ‘scaglionati’ (da ‘scaglioni’). La panella, prima di tutto…
Insomma, è per questo che i lavoratori della IPAB Palagonia si sono catapultati negli uffici dell’assessorato di Miccichè e Caronia: perché volevano conto e ragione del ‘siluramento’ del commissario Del Bosco.
A questo punto Marianna Caronia – così si racconta – si sarebbe sentita aggredita. Ma aggredita da chi? Dai lavoratori della IPAB Palagonia che sono alla fame da nove mesi e che vedono nel ‘siluramento’ del commissario Del Bosco quello che vediamo noi e quello che vedono tutte le persone di buon senso?
Sulla vicenda interviene anche la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Claudia La Rocca:
“Il dottor Del Bosco stava lavorando ad una transazione con Zamparini che stava per bloccare una citazione in giudizio per danni. Se arriverà ci rivolgeremo alla Corte dei Conti. Intanto chiederemo spiegazioni dell’avvicendamento all’assessore Micciché in commissione Bilancio”.
La capogruppo dei grillini all’Ars, Angela Foti, rincara la dose:
“Gestione delle IPAB fallimentare ovunque. Non c’è la volontà politica di trattare questa materia”.
I grillini, a quanto pare, la storia la conoscono molto bene:
“Potrebbe costare carissimo alI’IPAB Principe di Palagonia e conte Ventimiglia di Palermo – scrivono nel loro blog (come potete leggere qui) il ventilato avvicendamento del commissario Del Bosco. La rotazione al vertice dell’Ente, che ha scatenato le proteste dei suoi dipendenti (senza stipendi da agosto), potrebbe infatti portare all’IPAB il velenoso effetto collaterale di un salatissima atto giudiziario da parte di Zamparini, che ha annunciato una citazione in giudizio di un miliardo e 200 milioni per i danni relativi ad una disputa sui terreni venduti dall’Ente e sui quali il patron del Palermo calcio ha edificato il centro commerciale Conca d’Oro”.
“La citazione – racconta la deputata 5 Stelle Claudia La Rocca – stava per essere bloccata da una transazione portata avanti da tempo dal commissario in via di siluramento. Ora tutto potrebbe essere vanificato, con il consequenziale via libera alla citazione milionaria che pagherebbe la collettività. Ci sembra un atteggiamento irresponsabile di cui però qualcuno potrebbe essere chiamato a rendere conto. Se la Regione dovesse trovarsi a pagare un danno di questo tipo non esiteremo a fare un esposto alla Corte di Conti”.
Intanto il Movimento 5 Stelle annuncia la convocazione in commissione Bilancio dell’Ars dell’assessore Gianluca Micciché, da cui dipende la nomina del commissario.
“L’assessore Miccichè ci deve spiegare – afferma La Rocca – perché questa volta la turnazione dei tre mesi per il commissario non possa avere una proroga, come avvenuto quasi sistematicamente in precedenza. I dipendenti dell’IPAB sono pronti a giurare sulla bontà dell’operato di Del Bosco. Non vorremmo che questo avvicendamento fosse solo dettato da motivazioni politiche e non dal tentativo di tutelare gli interessi dell’Ente e del suo personale”.
“La verità – dice il capogruppo M5S Angela Foti – è che non c’è alcun interesse a risolvere la situazione delle IPAB in genere. All’Ars ci sono diversi disegni di legge in tal senso, uno a nostra firma, ma finora sono riamasti chiusi nei cassetti”.