Giorgio Napolitano, il vecchio despota che somiglia a Nixon

7 maggio 2016

La LONDON REVIEW of BOOKS racconta chi è veramente l’ex presidente della Repubblica italiana: un uomo che è sempre stato dalla parte del vincitore, favorito di Kissinger, protagonista diu discutibili leggi poi ‘cassate’ dalla Corte Costituzionale. Insomma, un personaggio da dimenticare

E’ proprio vero quello che scrive Cesare Pavese! “Certi vecchi non muoiono mai!” (La luna e i falò)

Noi, sia chiaro, non auguriamo la morte a nessuno, meno che mai a quanti, per convinzione politica, non credono nell’aldilà e che quindi vivono fino all’ultimo giorno nel convincimento che le loro malefatte moriranno con loro. Ci spiacerebbe che avessero la sorpresa di dovere rendere il conto a QUALCUNO che gli chiedesse,appunto, il conto.

Gli antichi romani consigliavano a chi avesse raggiunto la tardissima senectutem (un’età assai avanzata, dove il controllo dei muscoli, non solo quelli facciali, si fa via via più difficile e il rischio di deiezioni sempre più probabile, di ritirarsi in campagna e vivere il resto dei propri giorni in otio cum dignitate.

Orbene nel nostro disgraziato Paese che ha perso la memoria del suo passato, non ci facciamo mancare nulla. Abbiamo persino un vecchio ultraottuagenario che ha perso il controllo, che non ne vuole saperne di rendere il conto.

E quale conto si potrebbe chiedere a questo vecchio?

Ce lo spiega la LONDON REVIEW of BOOKS, in un articolo firmato ANDERSON, storico di fama mondiale, dal titolo The italian Disaster.

Con stile asciutto e senza mezzi termini cita Giorgio Napolitano (il vecchio in questione, lo avevate capito?) come un pericolo per il Paese Italia. Napolitano viene trattato da fascista (come era), come uno che è sempre stato dalla parte del vincitore, che quando gli conveniva è stato il favorito di Kissinger, che nel 2008 firmò il Lodo Alfano per la sua immunità e per quella di Berlusconi, che nel 2010 firmò il Legittimo impedimento, entrambi successivamente dichiarati incostituzionali.

L’articolo denuncia, poi, il suo inarrivabile dispotismo, il mancato scioglimento delle Camere nel 2008, l’entrata in guerra con la Libia nel 2011, il siluramento di Letta, sostituito da Renzi senza passare dalle urne.

Infine Napolitano viene paragonato a Nixon, ricordando le richieste di Impeachment fatte da Salvatore Borsellino e da Sonia Alfano.
 

 

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