Comincia a registrarsi entusiasmo tra i dipendenti di Almaviva che, in larga parte, si sono schierati contro il ricatto dell’azienda per difendere la loro dignità. A deludere i colleghi calabresi di Rende…Aggiornamento: trionfano i NO anche a Palermo
Roma e Milano rimandano al mittente la proposta di Almaviva. I dipendenti delle due città hanno votato No all’ipotesi di accordo del 26 Aprile scorso, con cui, in buona sostanza, l’azienda metteva sotto scacco (o sotto ricatto?) quasi tutti i suoi lavoratori con un piano che, anche qualche sindacato, non aveva esitato a definire ‘irricevibile’: il ritiro dei licenziamenti annunciati (1670 solo a Palermo, a Roma 918 e a Napoli 400), in cambio di un contratto di solidarietà con percentuali diversificate, più alte a Palermo, Roma e Napoli (del 45% per le prime due; del 35% per il capoluogo campano), più basse per Rende (3%), Catania (7%) e Milano (13%).
Un piano che condannerebbe i 4600 lavoratori di Roma e Palermo, oltre a parte dei lavoratori di Napoli, ad un’intesa che dimezzerebbe il loro reddito.
Un piano contro cui, come detto i dipendenti di Roma e Milano hanno detto NO: nella capitale gli aventi diritto erano 1714, hanno votato 1283 (75,08%), 6 nulle, 6 bianche, 168 SÌ e 1102 NO.
Non delude neanche Milano che pure era toccata in minima parte dalla condanna dei contratti di solidarietà e nonostante gli astenuti: aventi diritto 596, votanti 266 (44,6%), 206 NO, 56 Si.
Adesso si aspetta Palermo il cui risultato sarà determinante per l’esito finale vista l’altissima partecipazione al voto. Domani, invece, si saprà come è andata a Napoli.
Molto deludente, invece, i risultati di Rende: I SI 83 E I NO 20. La maggior parte dei dipendenti calabresi si è astenuta suscitando l’ira dei colleghi del resto d’Italia che li ha accusati di egoismo e di vista corta e che ironicamente dicono: “A buon RENDEre…”.
Nonostante, dunque, le pressioni di qualche sindacato (come vi abbiamo raccontato qui) che lecca il culo all’azienda, i dipendenti Almaviva – eccezione fatta per Rende- stanno tenendo alta la bandiera della dignità.
“Da domani dovrà essere intrapresa una lotta senza quartiere contro il governo e contro l’azienda. – si legge in un comunicato di Confintesa TLC Palermo che dà per sontata la vittoria dei NO- Il primo non può continuare a “lavarsene le mani” come ha fatto fino ad ora, ma deve assumersi le sue responsabilità, infatti se il settore delle telecomunicazioni è in crisi è grazie alle politiche insensate poste in essere sul lavoro e grazie al fatto che non fa neppure rispettare quelle poche norme che lo tutelerebbero. È facile fare il forte con i deboli!!!! Faccia rispettare le norme dai committenti, responsabili quanto il governo per tutto quello che sta accadendo”.
“La seconda, – prosegue la nota- deve rassegnarsi, il problema non sono i lavoratori, ma chi li ha gestiti e come li ha gestiti. Stiamo parlando di una Multinazionale che ha interessi in tutto il mondo e che è leader nell’I.T, che però non pensa a formare il personale che a suo avviso è in esubero nel CRM, per poterlo usare nei settori ove continua a vincere appalti!! È troppo facile dare la responsabilità alle istituzioni ed ai lavoratori, Tu azienda, anche in queste condizioni puoi tutelare i tuoi lavoratori riconvertendoli ed invece sei capace soltanto di licenziare o di intaccare i loro diritti. Questa azienda non vede futuro lavorativo ed infatti a Palermo vuole abbandonare una sede per far confluire i lavoratori in quella più piccola di via Cordova, di fatto certificando esuberi strutturali poiché le postazioni non potranno ospitare tutti i lavoratoti. Non ci rassegneremo e continueremo la lotta al fianco dei lavoratori”.
Aggiornamento/ a Palermo trionfano i NO:
Almaviva, anche Palermo alza la testa: vincono i NO
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